Si è tenuta ieri mattina, presso l’aula magna del Dipartimento di Scienze Umane, dalle 9.30 alle 14.30, la pubblica presentazione delle candidature per la poltrona di Rettore.
I quattro in corsa, Maria Grazia Cifone, Paola Inverardi, Angelo Luongo e Francesco Vegliò, hanno presentato i rispettivi programmi, proponendo le proprie strategie per il rilancio dell’Ateneo aquilano.
Presenti alla conferenza elettorale gran parte dei docenti, del personale amministrativo e un’esigua rappresentanza di studenti. Grande assente della giornata, il rettore uscente Di Orio.
I discorsi dei candidati, da ieri ufficialmente in gioco -ricordiamo che solo Luongo, Inverardi e Vegliò finora si erano dichiaratamente fatti avanti- sono stati accolti dal pubblico fra plausi e genti di disappunto, con veri e propri cori da stadio, testimonianza del clima tesissimo che ha permeato l’incontro.
A rendere l’atmosfera incandescente la contrapposizione -improduttiva e dannosa per l’Ateneo- tra chi è contro e chi a favore del Rettore uscente. La polemica è rimbalzata fra i vari interventi in maniera sommessa, mai esplicitata ma sempre fra le righe, sintomo di quanto la faida interna all’Univaq, fatta di campanilismi e forse anche di favoritismi, stia lentamente logorando l’organo del sapere dall’interno. “Mi sono stancato di questa situazione di guerra fra guelfi e ghibellini”, ha esordito Vegliò.
Al centro del dibattito la necessità di riformare il sistema universitario dell’Ateneo, attraverso scelte che innalzino la qualità dell’offerta formativa, permettendone allo stesso tempo la sostenibilità.
Dialogare maggiormente con il personale tecnico-amministrativo e rendere l’Università soggetto attivo della ricostruzione dell’Aquila i punti in comune fra i quattro sfidanti. “Dobbiamo fare in modo che i ragazzi possano invertire i tipici rapporti fra città e studenti universitari. Gli studenti devono acquisire un diritto di cittadinanza ed entrare nelle forze vive che spingono questo territorio ad uno sviluppo sostenibile” -ha dichiarato Inverardi. “Bisogna innovare l’università anche per il bene della città”, ha sottolineato Luongo.
Di Università e territorio ha parlato anche Cifone, invocando alla costruzione di “un rapporto di reciproca sostenibilità, con la regione Abruzzo come interlocutore”, centrale all’interno del suo “progetto SIC- sostenibilità, innovazione, competitività”, di cui la professoressa parla nel suo programma.
La lunga corsa alla successione di Di Orio, insomma, è ufficialmente iniziata. Si vota il 30 maggio. Il calendario prevede altri due turni, il 3 e 6 giugno e, se nessuno riuscisse a conquistare la maggioranza, il ballottaggio. Comunque andrà, sarà un nuovo inizio per l’Ateneo dopo i nove anni di regno del magnifico.