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Mercoledì, 13 Aprile 2016 11:02

Caso Tony Drago, respinta archiviazione: verso la riapertura delle indagini

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E' durata circa un'ora l'udienza nelle aule del Tribunale di Roma sulla morte di Tony Drago, giovane militare trovato senza vita nella caserma dei Lancieri di Montebello nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2014 [leggi l'articolo].

Il giudice per le udienze preliminari Angela Gerardi, dopo aver ascoltato il pubblico ministero Alberto Galante e gli avvocati della famiglia Drago, Diego De Paolis, Antonio Uricchio e Dario Riccioli, ha deciso di respingere l'iniziale richiesta di archiviazione, sancendo ufficiosamente la riapertura delle indagini per la morte del 25enne siracusano. Il giudice ufficializzerà la decisione nei prossimi giorni, ma il caso è di fatto riaperto. L'opposizione all'archiviazione era arrivata nel giugno scorso da parte degli avvocati della famiglia Drago.

Fuori dal tribunale di Piazzale Clodio tanta è stata la commozione dei genitori del giovane e della sorella Valentina, da sempre contrari all'ipotesi del suicidio, insieme agli amici e parenti, molti giunti dalla Sicilia per il presidio romano.

"Voglio ringraziare i ragazzi del comitato Verità per Tony, molti dei quali hanno affrontato un lungo viaggio per essere stamattina qui", le prime parole della madre Rosaria Intranuovo, in lacrime. Presenti anche alcune persone provenienti dall'Aquila, città dove Drago aveva studiato Scienze dell'investigazione, risiedendo alla casa dello studente "Campomizzi".

"I nostri difensori hanno dovuto presentare una grande mole di prove che nega ovviamente l'ipotesi del suicidio - ha dichiarato Valentina Drago alla stampa presente - sono state ricostruite le indagini della caduta e le mancanze della perizia medico-legale. Sembra che il pm sia disposto a fare nuove indagini, che spero vadano avanti più velocemente possibile".

Diverse le incongruenze con l'ipotesi di suicidio. Dai risultati dell'autopsia emergono infatti ferite non compatibili con la caduta. Il corpo sarebbe stato poi ritrovato fuori asse rispetto alla finestra da cui, secondo la versione iniziale, si sarebbe lanciato. In questo senso è stata presentata al giudice persino una prova basata sullo studio ingegneristico di una simulazione di caduta. Inoltre, su entrambe le mani avrebbe avuto fratture identiche su primo, quarto e quinto dito.

Dopo l'appello ai media, pubblicato anche da NewsTown lo scorso settembre, il caso è finito anche su alcune testate nazionali - diversi i servizi nella trasmissione Rai Chi l'ha visto? - e la riapertura delle indagini ha dato, finora, ragione alla famiglia Drago.

In particolare la madre Rosaria e la sorella Valentina hanno prodotto in questi mesi un corposo dossier sulle prove a sostegno dell'ipotesi contraria al suicidio. Donne che, come le più note Patrizia Moretti e Ilaria Cucchi, lottano quotidianamente per fare luce sull'ennesimo caso che potrebbe coinvolgere apparati dello Stato.

Ultima modifica il Venerdì, 15 Aprile 2016 12:54

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