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Martedì, 14 Marzo 2017 14:54

"Verità e giustizia per Tony Drago", udienza preliminare per il caso riaperto

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Tanti gli elementi che mettono in dubbio la versione ufficiale sulla morte del venticinquenne siracusano Antonino Drago, di cui old.news-town.it racconta da tempo: ferite non compatibili con una caduta dall'alto, testimonianze fotocopia dei commilitoni, silenzi, incongruenze, accertamenti poco trasparenti.

Dopo la riapertura del caso [leggi], domani il giudice per le indagini preliminari (gip) della Procura della Repubblica di Roma, Angela Gerardi, terrà udienza dalle ore 12 per discutere delle nuove perizie eseguite dai tecnici incaricati: quella medico-legale di Paolo Procaccianti, e quella cinematica di Federico Boffi, che ha ricostruito e analizzato la presunta caduta dalla finestra di Tony Drago. Il gip aveva già respinto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero quasi un anno fa. La famiglia Drago è assistita dai legali Diego De Paolis, Dario Riccioli e Antonio Uricchio.

Antonino Drago, giovane caporale dell'Esercito, è stato trovato morto la mattina del 6 luglio 2014 nel cortile della caserma dei Lancieri di Montebello di Roma, dove prestava servizio. Tony – così era chiamato da tutti – aveva 25 anni ed era conosciuto anche nell'ambiete universitario all'Aquila, avendo studiato nel capoluogo abruzzese e avendo vissuto anche nella residenzia universitaria "Campomizzi".

La spiegazione della morte del militare siracusano, da subito derubricata da fonti ufficiali come "suicidio", non ha mai convinto amici e familiari, per una lunga serie di incongruenze e aspetti poco chiari emersi subito dalle primissime indagini successive alla tragedia.

Molti sono i punti oscuri che dovranno essere chiariti. Tra questi, l’impossibilità che Tony si sia lanciato dalla finestra del bagno in disuso (come affermato dall'esercito) perché il corpo, per trovarsi in quel punto, avrebbe dovuto essere una molla; le "abrasioni sulle spalle che non sono certamente collegabili con la precipitazione, come la polvere osservabile sulla zona e le tracce ematiche non corrispondenti a gocciolamento".

Le ferite alla testa, inoltre, sembra non siano state provocate dall'impatto col suolo: "Cosa è successo allora quella notte?", si chiedono i familiari. Tutte le strade sono aperte tranne, forse, quella del suicidio.

Ultima modifica il Venerdì, 08 Settembre 2017 12:52

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