Incentivare i cittadini all’uso delle due ruote in alternativa all’auto, in un periodo in cui prendere i mezzi pubblici è problematico e rispettare le distanze di sicurezza è fondamentale per evitare l'aumento dei contagi.
Sono le finalità con cui nasce la “Rete di mobilità d'emergenza”, presentata in una conferenza stampa svoltasi in videoconferenza dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, dall’assessora comunale alla Mobilità Carla Mannetti e dall’ingegnere Eleonora Laurini, ideatrice del progetto.
L’emergenza sanitaria ha riacceso nelle persone la voglia di bicicletta, specialmente in ambito cittadino, dove si è tornati ad apprezzarne il valore di mezzo di trasporto. Le vendite delle due ruote, specie dei modelli a pedalata assistita, stanno facendo registrare un vero e proprio boom, dovuto in parte ai vari bonus mobilità. A quello previsto dal Dl Rilancio si sono aggiunti quelli varati dalle amministrazioni locali. All’Aquila il Comune ha rifinanziato di recente il plafond per l’acquisto delle bike elettriche, stanziando 100 mila euro e portando la soglia massima del contributo a 500 euro. Finora le domande presentate sono state oltre mille.
La rete mobilità di emergenza non è una pista ciclabile a tutti gli effetti – quella la vedremo quando sarà pronto il Biciplan, il Piano urbano della mobilità ciclistica, che è a sua volta parte integrante del Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile, a cui la giunta comunale sta ancora lavorando – ma, come ha spiegato l’ingegner Laurini, di un “corridorio per la mobilità alternativa temporaneo lungo 20 chilometri che si svilupperà lungo le principali direttrici urbane, redatta a partire da un documento di Bikenomist (azienda milanese di consulenza, formazione e comunicazione che si occupa di mobilità ciclistica, ndc)”.
In pratica, lungo l’asse che va dal terminal di Collemaggio fino al polo universitario e all’ospedale di Coppito - passando per via XX settembre, stazione, via Pile, via dei Medici e via Ficara - verranno tracciate sull’asfalto, con delle linee gialle, corsie ciclabili della larghezza di 1 metro e 50, una per ciascun senso di marcia (tranne che nel tratto di via Ficara, dove ne sarà realizzata una sola a doppio senso, larga 2 metri e 50), verranno tracciate sull’asfalto, con delle linee gialle, corsie ciclabili della larghezza di 1 metro e 50, una per ciascun senso di marcia (tranne che nel tratto di via Ficara, dove ne sarà realizzata una sola a doppio senso, larga 2 metri e 50).
Su questo circuito si innesterà poi un percorso secondario che connetterà il centro storico alla zona di Colle Sapone. Le corsie non saranno a uso esclusivo delle bici. In altri termini, le linee gialle non ridurranno le dimensioni della carreggiata – le auto potranno continuare a circolare come avviene oggi – ma serviranno a segnalare agli automobilisti la possibile presenza di ciclisti.
“Per la stesura del tracciato” ha spiegato Laurini “abbiamo tenuto conto dei punti di maggiore congestione del traffico, vale a dire via XX settembre, Colle Sapone, le statali 80 e 17. La rete connetterà questi punti e servirà a implementare l’uso della bici per andare al lavoro e a scuola e in generale per spostarsi. Non sarà un luogo dove andarsi a divertire”.
La rete sarà finanziata, ha spiegato Mannetti, grazie alle risorse (246 mila euro) assegnate al Comune dal cosiddetto “decreto ciclovie”, un provvedimento approvato un mese fa su iniziativa del ministero dei Trasporti con cui il governo ha stanziato 137 milioni di euro per gli enti locali per la progettazione e realizzazione di ciclovie urbane.
I lavori, meteo permettendo, dovrebbero concludersi in primavera. Nei propositi dell’amministrazione comunale, una volta conclusa l’emergenza sanitaria, la rete sarà smantellata per far posto alle piste ciclabili definitive contenute nel Biciplan.
“E’ un progetto intelligente e rapido, che consente di adattarsi alle nuove abitudini nate con il Covid” ha spiegato Biondi “Al bando comunale con gli incentivi per l’acquisto delle bici elettriche hanno risposto, contro tutti gli scetticismi, oltre mille persone. Ora dobbiamo creare le infrastrutture”.