Seconda udienza oggi per il cosiddetto "processo alle carriole", procedimento relativo ai fatti del 28 marzo 2010, quando in una delle "domeniche delle carriole" decine di cittadini si recarono "armati" di carriole nel centro storico ancora quasi del tutto chiuso, per rimuovere le macerie abbandonate della città.
Sono in tutto sei gli imputati, accusati di manifestazione non autorizzata e violazione della zona rossa, istituita con un'ordinanza del Sindaco Massimo Cialente. A loro vanno aggiunti altri due manifestanti, accusati di violazione del silenzio elettorale - il 28 marzo 2010 si svolsero le elezioni provinciali a L'Aquila - e il cui processo inizierà il prossimo 1 luglio. Per quanto riguarda quest'ultimo capo d'accusa, la legge dice che le liste candidate non possono manifestare nel giorno delle elezioni nei pressi dei seggi. Però, in occasione di quelle elezioni provinciali (e anche nelle successive tornate elettorali) non c'era nessun seggio in centro storico e soprattutto nessuna lista che avrebbe potuto ricondurre al "movimento delle carriole".
In aula oggi la protagonista è stata Giuseppina Terenzi, funzionaria della Digos (Polizia di Stato), che è stata chiamata a testimoniare dal Pubblico Ministero. La funzionaria ha sottolineato come sia stata necessaria la denuncia per alcuni manifestanti, in quanto identificati in piazza IX Martiri durante quella domenica di marzo, ma ha anche evidenziato come comunque tutte "le domeniche delle carriole" furono manifestazioni assolutamente pacifiche di cittadine e cittadini esasperati per lo stato di abbandono del centro storico della città.
Il giudice Giuseppe Grieco ha indetto la terza udienza per il prossimo 27 settembre, quando a riferire alla corte saranno i testimoni chiamati dagli avvocati della difesa. Tra di loro, è probabile che saranno chiamati a testimoniare anche il Sindaco Massimo Cialente, la neosenatrice Stefania Pezzopane e il Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di L'Aquila Giovanni D'Ercole.