Domenica, 08 Settembre 2013 22:55

Incandidabilità di Berlusconi, si insedia la Giunta in Senato

di 

“Un voto sulla mia decadenza sarebbe un voto eversivo, perché sarebbe contro la legge e contro la Costituzione. Dipende dal Pd”. Si insedia stamane la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, chiamata ad esprimersi sulla incandidabilità di Silvio Berlusconi che, stando ad alcune dichiarazioni, pare abbastanza pessimista. Perché i 'segnali' non sono affatto buoni. Il Colle non si è mosso dalle parole pronunciate il 13 agosto scorso. E dagli alleati di Governo del Partito Democratico, arrivano segnali per nulla incoraggianti.

E’ una questione di tempi. La speranza, per Berlusconi, è che la Giunta conceda tempo all'approfondimento della Legge Severino, ricorrendo alla Consulta e alla Corte europea dei diritti dell'Uomo. Il vicepremier, Angelino Alfano, da Cernobbio, ha invocato "un giudice a Strasburgo". Emblematico il titolo del documento, 33 pagine depositate in data 7 settembre 2013: Berlusconi contro Italia: i difensori dell'ex premier si appellano all'art. 7 del CEDU (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) che sancisce il principio di legalità delle sanzioni penali.

Un ricorso inammissibile, ha sottolineato Luciano Violante: “Secondo me - ha detto l’ex presidente della Camera - non è ammissibile. Per essere fondato dovrebbe presupporre che la decadenza sia applicata”.

Frasi che pesano, il giorno prima dell’inizio dei lavori della Giunta al Senato. Significa, spiegano ad Arcore, che nel Pd sta prevalendo il partito della fermezza. A confermarlo ai microfoni di NewsTown, la vice presidente della Giunta Stefania Pezzopane: "I ricorsi, normalmente, si presentano dopo un pronunciamento", ha sottolineato. "In questo caso, è preventivo. Strasburgo lo considererà irricevibile. Tra l'altro, ho studiato l'incartamento con grande attenzione: la difesa del senatore Berlusconi insiste sulla tesi che la Legge Severino non può essere applicata in maniera retroattiva: nella legislazione italiana, però, solo la materia penale non è retroattiva. E non è questo il caso".

"Non possiamo certo attendere il parere della Corte europea", incalza Pezzopane. "Ci vorranno tra gli otto e i dieci mesi. E, comunque, il pronunciamento sarebbe comunque superato dal giudizio d'appello dei giudici di Milano sull'interdizione dai pubblici uffici".

Nei prossimi giorni, infatti, il nuovo giudizio d’appello dovrà essere assegnato ad una sezione della Corte d’Appello, probabilmente la terza penale, presieduta dal giudice Antonio Soprano. Sarà il presidente della sezione a dover individuare poi il collegio dei tre giudici a cui verrà assegnato l’appello ‘bis’, il relatore del collegio e la data della prima udienza, anche in base al calendario dei procedimenti già fissati a partire dal 16 settembre (fine del periodo feriale in Tribunale) in avanti. Il nuovo verdetto dovrebbe arrivare entro la fine di ottobre, l'inizio di novembre.

Questione di tempi. Cosa succederà? "Difficile dirlo", spiega la senatrice del Partito Democratico. "Le ipotesi sono diverse. Stamane si parte con la relazione del senatore Augello. Non sappiamo cosa proporrà. E' sua facoltà, infatti, tenerla riservata fino al momento della presentazione. Subito dopo si aprirà il dibattito. Ogni membro della Giunta ha facoltà di parola per venti minuti. Ogni partito, inoltre, un'ora di tempo aggiuntivo".
Con ogni probabilità, insomma, la seduta verrà aggiornata. Poiché non si lavora 14 ore al giorno, ci vorranno almeno tre o quattro sedute. Almeno una decina di giorni.

"A quel punto voteremo la relazione. Se il senatore Augello dovesse proporre per la decadenza di Silvio Berlusconi, il nostro voto sarebbe ovviamente favorevole. Dubito, però, che andrà così. Con ogni probabilità, il relatore proporrà un rinvio, in attesa del pronunciamento della Consulta o del parere di Strasburgo. La posizione del Partito Democratico è chiara: non accetteremo la dilazione dei tempi. Si deve far presto".

Se, come probabile, la relazione sarà bocciata, si cambierà relatore. Insomma, il tempo minimo andando veloci è una ventina di giorni. Per il leader del centro destra, se questo è l’intendimento, non ci sono molte speranze: "La legge Severino parla chiaro", continua Pezzopane, "e prevede la decadenza immediata. E' stata votata anche dal Popolo della Libertà e non capisco, dunque, cosa ci sia da chiarire. Ed infatti il mio partito, come altri, ha escluso dalle liste elettive chi potesse incorrere in una sentenza di colpevolezza".

Nessun timore, insomma. Nonostante le voci, insistenti nei giorni scorsi, su dossier già pronti nei cassetti di alcuni quotidiani vicini a Berlusconi per "gettar fango" sull'attività politica di chi esprimerà parere favorevole alla decadenza: "Non sono affatto preoccupata. Sono serena e tranquilla. Il principio di legalità e di stato di diritto dovrebbero essere imprescindibili per ogni Parlamentare della Repubblica".

Il pessimismo di Berlusconi pare, in altre parole, più che fondato. Tanto da spingerlo, almeno così si mormora, a tornare al lavoro per preparare un video messaggio di lancio di Forza Italia. Accarezzando l’idea di mandarlo in onda mercoledì, una volta che saranno avviati i lavori della giunta, e avrà l’appiglio della indisponibilità del Pd a rinviare a data da destinarsi il voto. Perché anche per il piano che porta alla caduta del governo i tempi sono tutto. A inizio di ottobre si chiude la finestra elettorale. E crisi e consultazioni non sono proprio processi lampo.

Ultima modifica il Martedì, 10 Settembre 2013 01:03

Articoli correlati (da tag)

Chiudi