E' un vero e proprio bollettino di guerra. Il ciclone che ha investito la Sardegna, accompagnato da ore e ore di abbondanti piogge, ha provocato esondazioni e allagamenti con la furia delle acque che ha fatto crollare strade e ponti, isolando paesi e frazioni.
Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha parlato di 16 morti accertati e più di 2.700 sfollati, ospitati in alberghi o da parenti, oltre ad una quantità impressionante di feriti. Numeri drammatici, confermati dal ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando.
Il governo ha dichiarato lo Stato di emergenza per l'isola in un Consiglio dei ministri convocato d'urgenza. E' stato deciso lo stanziamento di 20milioni di euro per l'assistenza alle popolazioni sfollate e il ripristino della viabilità. Non basteranno. "I 20 milioni di euro, ai quali si aggiungono i 5 sbloccati dalla nostra regione, serviranno appena per riaffacciarsi fuori dall'emergenza", ha chiarito il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. "Per la ricostruzione saranno necessarie ben altre risorse".
Un aiuto concreto potrebbe arrivare dall'Unione europea. "Siamo pronti a valutare qualsiasi richiesta venga dall'Italia nei prossimi giorni o nelle prossime settimane - ha affermato, nella tarda serata di ieri, il commissario alle Politiche regionali della Ue, Johannes Hahn - Seguiamo da vicino la situazione ed i miei servizi sono in stretto contatto con le autorità della Protezione civile in Sardegna".
Una proposta, in realtà, è già arrivata: il primo ministro Enrico Letta, infatti, ha accennato alla possibilità di sfondare il patto di stabilità interno delle amministrazioni comunali, il limite che lo Stato impone per l'indebitamento degli enti locali, nella fase della ricostruzione. “Per tutta l’azione di ricostruzione, l’allentamento del patto di stabilità, del vincolo del patto di stabilità per i comuni toccati è una conseguenza che considero assolutamente naturale - ha spiegato - però non è una decisione che riguarda subito lo stato di emergenza”.
Una scelta politica che potrebbe aprire scenari insperati, fino a qualche giorno fa, anche per la ricostruzione del cratere. Fino a ieri, infatti, la proposta degli amministratori locali, del sindaco Cialente in primis, di poter sforare il tetto del 3% nel rapporto deficit/pil imposto da Bruxelles in casi di calamità naturali riconosciute dall'Unione Europea, era sempre stata considerata improponibile. Se si dovesse arrivare a poter sforare il patto di stabilità interno delle amministrazioni comunali per tutte le calamità naturali, però, si porrebbe ovviamente con più forza anche la questione del superamento del tetto del 3% imposto da Bruxelles.
"Se si fa per uno si fa per tutti", ha sottolineato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, commentando ai microfoni di NewsTown le parole di Letta. "La richiesta di far uscire dal Patto di Stabilità quelle che sono le spese per la ricostruzione del cratere è già sul tavolo della Commissione europea. La proposta di deroga, però, non può farla una Regione, soltanto il Governo. Il problema è che l'Unione Europea, fino ad oggi, ha mostrato totale insensibilità. Qualora però la richiesta dovesse essere accolta per la Sardegna, dovrà essere necessariamente accolta anche per l'Abruzzo".
Il governatore, in realtà, non è affatto convinto che sia questa la soluzione per il cratere: "I fondi per la ricostruzione ci sono, i cantieri si aprono ogni giorno, anche in centro storico. La ricostruzione non inizia con l'apertura dei cantieri, inizia molto prima. L'avviamento dei cantieri è solo la fase terminale di un processo iniziato. Quello che manca è la sicurezza che nei prossimi anni ci sia un flusso di risorse tale da assecondare i processi avviati. Fino ad ora, però, i soldi ci sono stati e penso che ci saranno anche in futuro".
Certo è che poter andare in deroga al patto di stabilità, faciliterebbe il Governo a stanziare fondi ulteriori e assolutamente necessari: "Sto seguendo da vicino l'emergenza che vive la Sardegna", ha sottolineato a NewsTown il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini. "Sono ovviamente in sintonia con il presidente Enrico Letta quando sostiene che sia naturale pensare all'allentamente del patto di stabilità interno per tutta l'azione di ricostruzione. E' altrettanto ovvio che se riusciremo a farlo, si porrà oggettivamente il problema anche con l'Unione Europea. Così, sarebbe più agevole ottenere la deroga al vincolo di bilancio anche per la ricostruzione dell'Aquila e del cratere".
"E' di certo una apertura positiva", ha concluso Legnini. "Non vuol dire certo che abbiamo trovato la soluzione a tutti i problemi. Siamo dinanzi, però, ad una strada da perseguire. E lo faremo, nelle prossime settimane".