Mercoledì, 24 Aprile 2013 01:22

"Una casa della città": l'Urban center approda in Comune con Policentrica

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Partecipazione attiva significa cambiamento e coinvolgimento dei cittadini alla vita dell'Aquila che verrà. E' con questo spirito che è stata presentata la proposta di regolamento per l'istituzione del primo Urban Center cittadino. Un luogo non virtuale bensì fisico: "probabilmente" dice il sindaco Cialente, intervenuto durante la presentazione, "il Palazzetto dei Nobili".

Ma come arriva all'Aquila il primo Urban Center, luogo della condivisione, delle idee e della partecipazione? Grazie al supporto di Policentrica Onlus e al contributo di tante associazioni e movimenti nati dopo il terremoto: Panta Rei, L'Aquila che vogliamo, Italia Nostra, Archeoclub, Appello per L'Aquila, L'Assemblea cittadina, su tutti. Molti mesi di riunioni e confronti, per arrivare alla proposta di regolamento da sottoporre al Comune dell'Aquila.

Si chiama “Una casa della città” il progetto targato Policentrica con il quale si spera di attivare un dibattito costante, che consenta di stimolare l'interesse diffuso e di far maturare nei cittadini quella coscienza necessaria a definire il proprio ruolo e a progettare il proprio spazio in modo condiviso.

E' il rapporto con l'amministrazione comunale il punto forte del regolamento, spiegano dall'associazione.
Un rapporto paritario, non di contrasto ma di collaborazione – precisa la presidente Antonella Marrocchi - per arrivare allo stesso obiettivo: la ricostruzione partecipata, per fare in modo che i cittadini possano essere messi a conoscenza delle decisioni del Comune prima ancora che queste diventino definitive.

Parafrasando gli ultimi eventi aquilani, l'Urban Center sarebbe servito, cita ad esempio Walter Cavalieri, ad evitare uscite scellerate come quelle del salotto sotterraneo a Piazza Duomo. Proprio perchè fra le attività dell'Urban Center ci sono servizi come lo sportello informativo, dibattiti e workshop, promozione di risorse e professionalità del posto nonché dell'architettura e delle potenzialità artistiche locali.

Senza contare, poi, l'importanza che una iniziativa del genere potrebbe avere in prospettiva 2019, con la candidatura della città a Capitale della Cultura: un punto in più a favore dell'Aquila...checchè ne dica Vittorio Sgarbi.

Le strategie, gli atti di pianificazione e di progettazione saranno il risultato di specifici tavoli delle Idee, coordinati da facilitatori professionisti che di volta in volta decideranno le tecniche partecipative da mettere in campo. Coinvolti tutti i cittadini e le categorie: dalle istituzioni, alle associazioni culturali e sociali, agli enti di ricerca, agli ordini professionali.

Adesso la palla passa al Comune dell'Aquila che, per prima cosa, dovrà calendarizzare in Consiglio la discussione sul documento presentato e poi portarlo avanti. Non solo dal punto di vista della discussione, ma anche da quello economico: una parte delle risorse – siano esse umane o finanziarie – dovranno infatti arrivare dal Comune dell'Aquila, oltre che da altri attori economici e sociali del territorio. Ma è ancora presto per parlarne.

Prima bisogna aspettare la discussione in Comune. Sperando di non essere schiavi del “poi vediamo”.

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