Venerdì, 07 Giugno 2013 18:21

L'Aquila: a parole, una priorità per tutti. Anche per Silvio Berlusconi

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L’esame del decreto emergenze, come sapete, è slittato a martedì. Non dovrebbero esserci problemi per l’approvazione dell’emendamento da 1.2 miliardi per la ricostruzione, suddivisi in sei tranches annuali da 200 milioni l'una. I fondi saranno però a decorrere dal 2014. Non si potranno impegnare subito: “un risultato comunque importante e niente affatto scontato”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l’abruzzese Giovanni Legnini.

“Parliamo di una cifra di prima grandezza per il bilancio dello Stato ed è normale che si creino momenti di tensione. Portiamo a casa 1.2 miliardi grazie all’impegno forte del governo nella sua collegialità, a partire dal presidente Letta, alla spinta del Senato e alla forte iniziativa dei rappresentanti istituzionali locali e dei senatori, Pezzopane in testa".

Il sindaco Massimo Cialente, però, non è affatto soddisfatto: “il risultato è insufficiente – ha detto in mattinata - e, rispetto all'accordo sottoscritto con il Governo dieci giorni fa, è un passo indietro”. Il primo cittadino ha poi voluto replicare al compagno di partito che aveva auspicato si facesse promotore della cessazione delle proteste: “se questo risultato si è ottenuto - la risposta di Cialente - si deve solo ed unicamente alla mobilitazione della Città e quelle che Egli definisce ‘forme clamorose di protesta’”.

Un botta e risposta polemico, insomma, che denuncia ancora una volta le frizioni tra il Sindaco e il suo partito, alla guida dell’esecutivo delle larghe intese. “Il governo c’è, basta polemiche” il pensiero di Legnini.

A sostegno del Sindaco dell’Aquila, a sorpresa, sono arrivate nel pomeriggio le parole di Silvio Berlusconi che da tempo non affrontava più la questione ricostruzione, su cui si è giocato la credibilità del suo governo: “la ricostruzione dell'Abruzzo è una emergenza nazionale, e il rifinanziamento deve avvenire seriamente, non con pochi milioni di euro l'anno, ma con almeno 1 miliardo di euro l'anno come abbiamo ripetuto al Premier all'atto stesso della costituzione del Governo. Per il Pdl è una priorità”.

Poi, l’ex presidente del Consiglio ha risfoderato il vecchio motivetto del miracolo abruzzese: "ho esaminato nel dettaglio con il presidente della Regione, Gianni Chiodi, i problemi della ricostruzione. Come tutti sanno nel periodo dell'emergenza mi ero personalmente impegnato affinché all'Aquila si facessero miracoli. Sono stati fatti. E le uniche risorse spese sino a oggi sono ancora quelle stanziate proprio dal mio Governo".

Ha ragione, in effetti. Il governo Monti non ha tirato fuori un euro. E nulla è ancora arrivato dall’esecutivo Letta. Stupisce, però, che Berlusconi pretenda lo stanziamento di un miliardo l’anno per il cratere sapendo benissimo le difficoltà che il Governo ha incontrato per soddisfare la richiesta del suo partito, strumentale ai fini elettorali, di abbattere l’Imu senza alcuna distinzione patrimoniale. Un’operazione da 4 miliardi di euro che, a quanto sostiene il sindaco Cialente, ha reso impraticabile la via proposta dall’allora sottosegretario Catricalà, nel famoso incontro romano del 16 aprile, di stanziare 1 miliardo subito per L’Aquila. Stupisce, inoltre, che Berlusconi parli del governo come se il suo partito non ne facesse parte. "Per il Popolo della libertà - ha detto - la ricostruzione è una priorità. Il presidente Letta ne è pienamente consapevole".

Se è davvero così, i parlamentari Pdl potevano battersi in questi giorni per ottenere fondi certi per L’Aquila così come si sono battuti per l’abolizione dell’imposta sulla casa. Potevano persino accettare di rimodulare l’abbattimento richiesto, mantenendo la tassa ai redditi più alti, per risparmiare fondi che sarebbero stati utilissimi per il cratere. Il centro destra ha deciso, invece, di giocare fino in fondo la sua partita elettorale. E solo ora propone di destinare 1 miliardo l’anno alla ricostruzione. Senza spiegare come, però.

Trovare il modo di salvare la città spetta anche al partito di Berlusconi, una delle forze di governo.

L’Aquila è o non è una priorità? A parole, sembra lo sia per tutti. Nei fatti, però, si sta discutendo persino dello stanziamento di 1 miliardo e 200 milioni in sei anni. I soldi, volendo, ci sarebbero. Basterebbe rimodulare l’Imu o sospendere i finanziamenti per gli F35, basterebbe evitare spese inutili come la Tav e il ponte sullo stretto, se è progetto a cui Berlusconi crede ancora.

Ultima modifica il Venerdì, 07 Giugno 2013 18:33

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