Il Comune dell'Aquila non dovrà rimborsare gli assegnatari del Progetto Case che fino al 31 marzo hanno pagato i consumi di acqua, gas e riscaldamento in base ai metri quadri degli alloggi.
A stabilirlo è stato il Tar Abruzzo, che ha respinto un ricorso presentato dal Codacons.
A riportare la notizia è il quotidiano Il Centro.
L'associazione che difende i diritti dei consumatori sosteneva che le bollette dovessero essere calcolate in base ai consumi reali così com'è previsto da un decreto entrato in vigore, però, solo il 1° aprile. In buona sostanza, il Codacons aveva chiesto che il principio della bollettazione-per-consumo dovesse essere applicato retroattivamente e che, pertanto, dovessero essere applicati dei correttivi ai pagamenti effettuati fino al 31 marzo, comprese forme di rimborso a chi aveva pagato di più.
Il tribunale amministrativo, però, ha bocciato il ricorso sostenendo che "la domanda di parte ricorrente, volta a stabilire se, nella fase antecedente alla rilevazione dei consumi individuali, la determinazione presuntiva del costo da addebitare all’assegnatario debba contenere correttivi nel senso di adeguare lo stesso a quello che sarebbe stato nel caso di fornitura diretta, facendo riferimento alla superficie dell’alloggio e non secondo il criterio di ripartizione automatica del costo globale sostenuto, è priva di fondamento, in quanto l’obbligo è già fissato dal legislatore e a esso deve conformarsi anche il Comune dell’Aquila".
Dal 1° aprile, come detto, è entrato in vigore il decreto legislativo che obbliga il Comune a calcolare le bollette in base ai consumi effettivi dei nuclei familiari mediante l'uso dei famosi contabilizzatori, installati ma mai utilizzati (anche perché in gran parte rotti o manomessi).