Giovedì, 04 Agosto 2016 18:41

Case e Map, polemica sulle bollette. Cialente: "Si deve pagare"

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Sono state recapitate nei giorni scorsi, agli assegnatari di alloggio del progetto Case e Map, le oltre 5 mila bollette - per la precisione sono 5 mila e 437 - relative al conguaglio dei consumi di gas e energia elettrica riferiti al periodo aprile 2013-dicembre 2014, per un totale di 2 milioni e 619 mila euro, 1.8 milioni per il gas e 786 mila per l'energia elettrica. 

I consumi sono stati calcolati al netto dell'acconto già emesso nel 2014: l'importo medio è di 500 euro ma c'è anche chi dovrà sborsare fino a 2 mila e 500 euro. E malgrado il Comune abbia previsto forme di rateizzazione (fino a un massimo di 18 rate, da 150 euro ciascuna), anche questa volta non mancano le polemiche, per via del metodo di calcolo utilizzato nella ripartizione dei consumi, che è sempre quello basato sulla metratura degli alloggi e non sulla lettura dei famosi contabilizzatori.

Come si legge nella delibera di giunta approvata lo scorso 3 giugno, è stato deciso di "applicare anche per il periodo aprile 2013-dicembre 2014 il metodo di ripartizione dei consumi, per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, come disposto dal comma 8-quinquies dell’articolo 4 del decreto legge 133/2014, sulla base delle superfici lorde coperte degli alloggi, secondo il metodo di calcolo già approvato con delibera di giunta del 12 maggio 2015". Lo stesso metodo è stato applicato per la ripartizione dei consumi di energia elettrica condominiale non inclusi nel calcolo 2015 poiché ricompresi nel canone di compartecipazione.

Nel deliberato, è specificato anche il motivo per cui i consumi sono stati calcolati di nuovo in base ai metri quadri degli alloggi e non alle letture dei contabilizzatori: la Giunta parla di "enormi problematiche riscontrate nella ripartizione sulla base delle letture dei contabilizzatori. Sono stati esplorati - si legge nell'atto - diversi metodi alternativi di ripartizione, anche ascoltando i numerosi comitati di assegnatari, senza pervenire a un metodo soddisfacente per tutte le parti in causa".

Eppure, il famoso comma 8 quinquies dall'art. 11, comma 11-ter, legge n. 125 del 2015, ha stabilito che, dal 1 aprile 2016, non è più possibile calcolare i consumi delle utenze del progetto Case in base ai metri quadri: la nuova legge impone il computo in base ai consumi reali. Ecco spiegate, dunque, le polemiche tra i cittadini assegnatari, e l'invito di alcuni di loro, sui social network in particolare, a non pagare le bollette.

"Per quel che riguarda le bollette relative al conguaglio dei consumi di gas e energia elettrica arrivate in questi giorni, fanno riferimento ad un periodo precedente l'entrata in vigore della nuova normativa, e i cittadini devono pagarle", spiega a NewsTown il sindaco Massimo Cialente. Anche perché, la morosità si attesta a livelli ancora troppo alti, del 44%. "Abbiamo provveduto a segnalare alle autorità inquirenti quei cittadini che incitano a non pagare per quanto consumato. E sia chiaro: chi non paga, verrà cacciato".

Ci vorrà tempo, forse, ma chi non ha pagato, pagherà, la promessa del sindaco dell'Aquila. "In questi giorni, stiamo recuperando più di 4 milioni di Contributi di autonoma sistemazione indebitamente percepiti dai cittadini. Devo dire che la dirigente Dania Aniceti ha messo insieme un gruppo di ragazzi molto preparati che hanno provveduto a riallineare le informazioni contenute nella Banca dati per l'Emergenza. Non ci siamo limitati a questo: abbiamo anche inviato i risultati del report alla Forestale", aggiunge Cialente.

"Molti anni fa, lo dissi chiaramente: sia per quel che riguardava il Cas che i contributi per la ricostruzione delle abitazioni, non avremmo potuto analizzare ogni richiesta, cittadino per cittadino; avevamo da assistere alcune decine di migliaia di persone. Dissi anche, però, che avremmo ricontrollato ogni domanda. E lo stiamo facendo. Stiamo recuperando i fondi percepiti indebitamente, li recupereremo tutti: e, così, faremo anche con i morosi del progetto Case".

Succederà questo, incalza il primo cittadino al microfono di NewsTown: "I nuclei familiari morosi con reddito Isee superiore a 10 mila euro, li abbiamo già affidati ad una società di recupero crediti; la società sta agendo, e contestualmente stanno partendo le ingiunzioni di pagamento: i cittadini morosi avranno 60 giorni di tempo, trascorsi i quali passeremo la pratica direttamente all'ufficio giudiziario. Ci metteremo 3 o 4 anni a recuperare le somme, ma le recupereremo. Non capisco perché le famiglie già rientrate nella loro abitazione debbano pagare le utenze, e c'è invece un gruppo di 'privilegiati' che non versa il dovuto. C'è persino gente che non ci ha fatto entrare in Casa, per il controllo: siamo dinanzi ad una piccola parte di cittadini che intende marciare su questa vicenda. Non è tollerabile: pagheranno tutti, anche la piccola borghesia impiegatizia o qualche professore universitario che deve ancora versare 2800 euro. Una vergogna. E' chiaro che se interverrà l'ufficiale giudiziario, il Comune dell'Aquila potrebbe costituirsi parte civile e, a quel punto, verrebbero resi noti i nomi dei morosi: non sarebbe certo colpa nostra", l'affondo.

Così, per quel che riguarda le bollette pregresse, riferibili al periodo che corre dall'aprile 2013 al dicembre 2014. Cosa succederà, però, al momento che dovranno essere istruite le bollette che seguono il 1 aprile 2016, e che dovranno essere calcolate a consumo effettivo e non a metro quadro stante la normativa vigente?

Tutto rimandato a settembre, lascia intendere Cialente. Con l'arrivo dell'estate e l'ordinanza di spegnimento degli impianti termici, infatti, il problema è almeno 'attutito'. Resta la questione legata alla contabilizzazione dei consumi di acqua calda sanitaria: come sarà calcolato l'ammontare delle bollette? E per quale principio giuridico verranno sanzionati i morosi?

Ma la domanda più importante, è un'altra: cosa accadrà a fine settembre?

"Ci sono più di 1000 contabilizzatori rotti", sottolinea il primo cittadino. "Alcuni sono stati manomessi, altri addirittura bruciati e, anche su questo, è già partita la segnalazione dovuta alle autorità inquirenti. La colpa, però, è del Parlamento che ha approvato l'ennesima legge scritta con troppa leggerezza: come si può decretare che si debba procedere con il calcolo delle utenze a consumo individuale se il Comune dell'Aquila aveva già segnalato, ripetutamente, che la Protezione Civile aveva istallato male i contabilizzatori? Come si può decretare che si debba procedere con il calcolo delle utenze a consumo individuale se avevamo già segnalato come decine di contabilizzatori fossero stati manomessi o, addirittura, bruciati? Non ci hanno ascoltato, hanno preferito star dietro a pressioni politiche, del centrodestra in particolare, che sta cavalcando politicamente la vicenda", incalza il l sindaco dell'Aquila.

"Lamento ancora una volta - continua Cialente, ai nostri microfoni - che questo terremoto si contraddistingue per la volontà dello Stato centrale di controllare ogni aspetto della ricostruzione: l'esatto opposto del tanto celebrato modello Friuli. Questo ha provocato ritardi e gravi errori nella stesura delle leggi. Non si è voluto dare ascolto a chi stava e sta sul territorio, demandando decisioni cruciali a funzionari che non sono mai venuti a L'Aquila, mai, che non hanno mai visto la città terremotata".

Sostituire tutti i contatori costerebbe 7 milioni di euro, spiega Cialente. "Arriveranno i fondi da Roma?", la domanda, retorica. "Verranno investiti su piastre che non si sa ancora che destinazione avranno, in attesa di un pronunciamento dell'Unione Europea?". Si poteva attendere almeno il 1 gennaio 2017, ne è convinto il primo cittadino, e, nel frattempo, si sarebbe potuta fare maggiore chiarezza anche sul destino delle piastre del progetto Case. "Quali terremo, e quali, invece, verranno abbattute? Per quel che ci riguarda, abbiamo deciso - per esempio - di procedere con l'abbattimento delle piastre di Cese di Preturo: ci dicano, però, come farlo, e con quali risorse finanziarie. E rispondano anche dei 5 mila dissuasori non omologati e non più omologabili: sono sicuri oppure no?".

La domanda, però, è ancora la stessa: cosa accadrà a fine settembre, come verranno calcolati i consumi? "Per quel che possiamo - la risposta - stiamo procedendo con l'istallazione dei contatori, laddove è più urgente intervenire. Chiaro: se in una piastra è rotto un contatore, o due, procederemo con il calcolo dei consumi attraverso degli algoritmi. Svuoteremo, poi, alcune piastre, quelle che presentano i maggiori problemi con i contabilizzatori: abbiamo 1400 alloggi vuoti, possiamo farlo. Sta di fatto che i termosifoni si accenderanno quando ci saranno contatori funzionanti".

Non è ancora chiaro, tuttavia, quanti soldi verranno stanziati, e per istallare quanti contabilizzatori. "Stiamo facendo dei conti", riconosce Cialente. Come a dire che c'è il rischio che alcuni alloggi restino sprovvisti di contatore e, dunque, di riscaldamento.

"Può anche accadere che ci troveremo costretti a sospendere le funzioni che stiamo svolgendo al posto dell'Ater: ci sono 450-500 nuclei familiari che stiamo assistendo per conto dell'Azienda territoriale di edilizia residenziale", ricorda, provocatoriamente, il sindaco dell'Aquila. "Ogni anno, i miei uffici dell'assistenza alla popolazione si impegnano ad istruire il bando d'assegnazione delle case popolari, un compito che non spetterebbe loro; c'è poi una commissione, costosa per la casse comunali, che si occupa di stilare la graduatoria dei beneficiari. A breve, pubblicheremo quella del 2013. Non è un compito che spetta a noi, lo ribadisco. Abbiamo chiuso un accordo: l'Ater dovrebbe prendere in gestione alcune piastre, ne abbiamo pronta già una, a Roio, con 26 famiglie che hanno difficoltà economiche. Se rispetteranno il patto, vorrà dire che l'Azienda sarà chiamata alla gestione delle piastre affidate, e dunque anche alla bollettazione dei consumi. Altrimenti, non istruiremo il bando e, se necessario, non assisteremo più le famiglie con difficoltà sociali".

Compito del Comune, il senso del discorso di Cialente, è provvedere all'assistenza dei soli nuclei familiari ancora sfollati. E se non arriverà un aiuto dall'Ater, per i 450-500 nuclei indigenti, e del Governo, in termini di economie per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi, l'amministrazione non potrà far altro che prendere atto della situazione, escludendo dall'assistenza negli alloggi Case anche i nuclei familiari che erano in affitto, al momento del terremoto, o coloro che hanno risposto ai bandi istruiti in questi anni, per le giovani coppie ad esempio, o per coloro che hanno un posto di lavoro a L'Aquila e che beneficiato, così, di un alloggio.

Una provocazione, come detto. O forse no. Sta di fatto che i nodi stanno arrivando al pettine, e l'inverno è dietro l'angolo. "Ho il compito di assistere gli sfollati - ribadisce Cialente, come a sfidare il Governo - e sono rimasti pochi nuclei familiari".

Ultima modifica il Sabato, 06 Agosto 2016 00:52

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