Mercoledì, 28 Settembre 2016 11:46

Quando Claudio Porto sarebbe dovuto diventare sindaco dell'Aquila

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Era il 28 settembre 2006 quando Claudio Porto venne travolto da un'automobile all'incrocio semaforico nei pressi dell'Ospedale San Salvatore, mentre era in scooter. L'impatto fatale lo strappò alla vita.

Sono passati dieci anni da quel giorno in cui l'allora consigliere comunale e provinciale dei Democratici di sinistra (Ds) morì. Dieci anni durante i quali la città, che lo ha sempre ricordato come una persona competente, appassionata e amabile, è in qualche modo essa stessa cambiata.

Nel 2006, infatti, nessuno pensava a terremoti e ricostruzioni. La struttura urbanistica, sociale, economica e in parte anche culturale, era diversa. L'Aquila di Claudio Porto era una città per molti versi differente da quella di oggi.

Era un apprezzato neurofisiopatologo nell'ospedale verso il quale si recava quel giorno di fine settembre. Ma era molto conosciuto in città anche per il suo fare politica, tanto che in molti, dentro quel partito che si sarebbe trasformato di lì a qualche mese nel Partito Democratico, pensavano a lui come candidato sindaco della tornata elettorale nel 2007.

"Oggi posso dire una cosa - afferma il sindaco del capoluogo Massimo Cialente a old.news-town.it - nel periodo immediatamente precedente alla sua morte, si cominciava a ragionare sulle candidature per le amministrative del 2007. Uno dei nomi da proporre era proprio Claudio Porto".

"La città ha perso un amico, un medico bravissimo, dotato di quella caratteristica che fa la differenza: la profonda umanità, unita alla sua professionalità, che era una vera e propria missione. Tante volte in questi anni anni mi sono chiesto come avrebbe vissuto l'esperienza del terremoto, la città ha perso uno dei suoi figli migliori", ha voluto ribadire Cialente.

Già nel 2013 il sindaco su Facebook aveva ricordato della possibile candidatura del medico aquilano per Palazzo Margherita: "Ero convinto - raccontava - che sarebbe stato un grande sindaco, capace di amministrare sì, ma con un progetto. Ero soprattutto certo che sarebbe stato eletto con un grandissimo consenso. Perché era amato e rispettato, e soprattutto godeva della fiducia di tutti. Ne avevo parlato anche con Giovanni Lolli, anche lui era convinto che Claudio avrebbe ridato una spinta vera, anche e soprattutto dal punto di vista culturale, al centro sinistra aquilano".

Dieci anni fa la città era governata da Biagio Tempesta, espressione di Alleanza Nazionale e del centrodestra aquilano, alla sua seconda legislatura. Nel 2007 il centrosinistra aquilano puntava a una difficile ma speranzosa vittoria, che mancava dal 1994, anno di elezione di Antonio Centi.

La storia, poi, è nota: vinse Cialente, peraltro eletto alla Camera dei Deputati proprio nel 2006, che è ancora il primo cittadino, almeno fino alla prossima primavera, quando dovrà necessariamente lasciare dopo due mandati da Sindaco. Dieci anni, di cui sette dopo il terremoto.

La storia non si fa con i se e con i ma, questo è certo. Ma il pensiero va inevitabilmente a quell'incrocio, oggi diventato rotonda, e a come sarebbe diventata L'Aquila se l'avesse governata, magari, Claudio Porto, dirigente politico e uomo dalle riconosciute caratteristiche di correttezza ed onestà.

Il ricordo di Stefania Pezzopane

"Sembra ieri. Invece sono passati già 10 anni. Gridai di rabbia e di dolore quando ricevetti quella telefonata concitata dal Consiglio provinciale, che mi annunciava la tragica notizia dell'incidente. La distrazione altrui ci ha portato via Claudio Porto, in quel maledetto incrocio".
Così la senatrice Stefania Pezzopane ricorda Claudio Porto, scomparso in un tragico incidente dieci anni fa.

"Claudio, quel giorno, usciva dai lavori di una commissione consiliare in Provincia, per recarsi al lavoro in ospedale. Erano sempre intense le sue giornate, che lui divideva tra la famiglia, a cui era legatissimo, la politica e il lavoro. Claudio era un uomo fuori dall'ordinario, altruista e pacato, anche quando si trovava in disaccordo, ostinato, attento e sempre generoso. I suoi interventi erano sempre lucidi, intelligenti e la sua era una politica generosa, genuina e disinteressata. I suoi principali interessi, la giustizia, equità sociale e il benessere per la sua gente e per la sua terra sono stati un contributo importante per tutti noi e restano un esempio indiscutibile di una buona politica".

"Spesso di fronte alle difficoltà e agli intralci della politica locale, mi chiedo cosa avrebbe fatto Claudio? Cosa avrebbe detto? So per certo che sarebbe stato dalla parte dei giusti. Perché lui era così, giusto, buono e competente. A Lilia ed Agnese da allora mi sento legata da un affetto particolare. Un abbraccio a loro, ad Antonio e a Mario", conclude la senatrice dem.

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Settembre 2016 15:39

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