Lunedì, 17 Ottobre 2016 05:19

L'Aquila, l'epopea di Palazzo Branconi-Farinosi: ricostruzione mai iniziata

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E' uno dei palazzi gentilizi più importanti dell'Aquila, con i suoi splendidi saloni affrescati, le due facciate che danno su via Garibaldi e piazza S. Silvestro - di matrice, rispettivamente, cinquecentesca e manierista - i cortili interni, i soffitti decorati.

Eppure, a oltre sette anni e mezzo dal terremoto, Palazzo Branconi-Farinosi, gioiello dell’architettura civile abruzzese dal passato ricco di storia, giace ancora abbandonato e inagibile.

Costruito nel XVII secolo per volontà della famiglia Branconio, il cui capostipite era quel Giovanbattista che fu anche consigliere di papa Leone X e amico personale di Raffaello Sanzio - quest'ultimo si ritrasse insieme a lui in un famoso dipinto conservato oggi al Louvre - il palazzo, attualmente di proprietà della Bper, ha riportato danni strutturali importanti - crollo parziale del tetto, lesioni passanti nelle pareti perimetrali - oltre al danneggiamento dei suoi interni, che custodiscono, tra le altre cose, alcuni preziosi affreschi, tra cui il ciclo dedicato a S.Clemente, simbolo del palazzo e capolavoro della pittura sacra aquilana e abruzzese, tra i pochissimi esempi di cicli pittorici completi presenti nel capoluogo.

Fu Girolamo Branconio, per l'esattezza, a realizzare, nel 1639, l'attuale palazzo - che assunse la denominazione Branconi-Farinosi per regio decreto nel 1874 - riadattando e facendo sistemare una serie di unità edilizie d'origine cinquecentesca originariamente autonome situate all'angolo tra piazza S. Silvestro e via Garibaldi. Il palazzo divenne poi la residenza fissa della famiglia nel 1639. Gli affreschi, invece, sono databili alla seconda metà del XVII secolo.

La Bper ha affidato la redazione del progetto di ristrutturazione a un team di architetti e ingegneri di cui fanno parte anche il presidente dell'Urban Center Maurizio Sbaffo e il professor Giacomo Tempesta, docente di Statica all'Università di Firenze.

E sempre da Firenze sono arrivati a dare man forte anche i funzionari dell'Opificio delle Pietre Dure, uno degli istituti di restauro più importanti e rinomati a livello internazionale, dipendente direttamente dal ministero dei Beni culturali. L'Opificio dovrà occuparsi del restauro degli affreschi, che con il terremoto si sono staccati dalle pareti e da allora, dopo essere stati catalogati, sono stati lasciati dentro il palazzo, in balia dell'umidità e dell'incuria.

Il progetto, però, non è ancora stato completato, ci sono pesanti ritardi nella presentazione della scheda parametrica parte seconda. Abbiamo provato a chiedere conto di questa situazione alla proprietà e alla Soprintendenza ma nessuno ci ha saputo o voluto dare spiegazioni. La Bper, che sul palazzo (dopo averlo restaurato negli anni Novanta) aveva stipulato una polizza assicurativa milionaria, non ha mai risposto, né alle nostre telefonate né alle nostre mail, mentre la Soprintendenza ha detto che, prima di pronunciarsi, aspetta di vedere il progetto e nel frattempo nicchia.

Da quel che abbiamo appreso, i ritardi sono imputabili sia all’alta complessità del restauro, dovuta proprio al valore storico, artistico e architettonico del palazzo, sia agli ormai ben noti tempi biblici con cui gli uffici per la ricostruzione esaminano le pratiche (il palazzo fa parte di un aggregato, il consorzio S. Silvestro, che ha vinto un ricorso al Tar intentato contro l’Usra per il mancato esame del progetto). Ma forse c’entra anche una certa negligenza o quantomeno una scarsa solerzia della proprietà.

Mancando ancora un progetto, non si sa nemmeno a quanto ammonta il danno né è chiaro se la Bper abbia già incassato la polizza assicurativa che aveva stipulato sul palazzo, che in passato fu anche sede provvisoria della presidenza regionale.

Il risultato è che, sette anni e mezzo dopo il terremoto, c’è una stasi completa e lo stato del palazzo è notevolmente peggiorato. Tanto che qualche settimana fa è stata data disposizione di mettere nuovamente in sicurezza il fabbricato. Il palazzo, in altri termini, verrà ripuntellato! Anche se, più che un “semplice” puntellamento, sarà un lavoro di incatenamento e ancoraggio strutturale, destinato ad avere durata definitiva. In attesa che i lavori partano per davvero.

Ultima modifica il Lunedì, 17 Ottobre 2016 18:18

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