L’ultimo incidente in ordine di tempo risale a una settimana fa.
“Stavo andando in bicicletta e mi trovavo alla fine di via della Comunità Europea. A un certo punto, dovendo svoltare verso l’ospedale, mi sono spostato verso sinistra. E’ stato un attimo: la ruota anteriore è andata a finire nel binario della rotaia e si è bloccata, facendomi cadere dalla bicicletta. Per fortuna la macchina che veniva dietro di me ha fatto in tempo a fermarsi e non mi ha travolto. A soccorrermi, all’inizio, sono stati un amico che era con me, un pedone e alcuni automobilisti. Poi è venuta l’ambulanza, che mi ha portato in ospedale. Lì hanno dovuto operarmi d’urgenza per la rottura del femore”.
A parlare è Gianluca, 45 anni, libero professionista con l’hobby della bicicletta. La sua testimonianza somiglia, fin quasi a combaciare, a quella di decine di altre persone rimaste coinvolte in incidenti provocati, direttamente o indirettamente, dai binari della mai nata metro di superficie, la grande incompiuta con la quale il Comune dell’Aquila dovrà fare i conti ancora per diversi anni.
Impossibile stabilire, anche approssimativamente, il numero degli incidenti verificatisi finora. Sicuramente siamo nell’ordine delle diverse decine. Uno stillicidio, dove, ad avere la peggio, sono soprattutto motociclisti e ciclisti; anche se a farne le spese, ogni tanto, sono anche gli automobilisti.
Le conseguenze di queste cadute possono essere molto pesanti: “Dopo l’operazione” racconta sempre Gianluca “dovrò fare almeno due/tre mesi di riabilitazione. Sono un libero professionista e durante questo tempo non potrò lavorare. Non ho potuto nemmeno ottenere l’indennità per infortunio dall’Inail perché, viste le circostanze dell’incidente, non mi spetta. Ho deciso di fare causa al Comune per chiedere un risarcimento, sia per i danni subiti che per i mancati guadagni”.
Gianluca non è il primo degli incidentati a scegliere di ricorrere agli avvocati. Finora le cause intentate contro il Comune da cittadini che hanno riportato traumi per colpa delle cadute “da rotaia” sono state una decina. Tutte respinte, a sentire l’avvocato generale dell’ente, Domenico De Nardis. “La motivazione” spiega a NewsTown De Nardis “è stata sempre la stessa: le rotaie di per sé non sono pericolose, non possono essere considerate, di per sé, la causa delle cadute. Determinante è la condotta delle persone. E qualcuno, bisogna dirlo, ha provato a far causa in modo del tutto pretestuoso”.
A prescindere dalle vicende processuali, però, il problema c’è ed è “molto serio”, come ammette anche il sindaco Massimo Cialente.
Perché, allora, il Comune non interviene rimuovendo le rotaie?
“Perché non si sa di chi siano quei binari” afferma Cialente “se del Comune o della ditta che li ha realizzati. Fintanto che non si risolverà il contenzioso con la Cgrt (l’impresa che ha fatto i lavori, ndr), non ne verremo a capo. Purtroppo i tempi della giustizia civile italiana sono lunghissimi. Io, com’è noto, avevo proposto una transazione per chiudere la vicenda ma a momenti mi arrestavano per questo. Chissà quanti altri anni dovranno passare perché ci sia una sentenza definitiva. Fino a quel momento non possiamo fare niente”.
Per Cialente, insomma, il problema è di natura giuridica. Ma a sentire l’avvocato De Nardis le cose non stanno così: “Non c’è nessuna questione giuridica, dal momento che la convenzione con la Cgrt è stata annullata ormai da più di sette anni. E’ solo un problema di costi: la rimozione dei binari, anche per le modalità con cui sono stati realizzati (sotto le rotaie c’è un massetto con una rete elettrosaldata, ndr), richiederebbe uno sforzo economico notevole”.
Il fatto che in alcuni punti della città, ad esempio su viale Corrado IV, i binari siano stati rimossi quando si è trattato di fare dei lavori di ampliamento della carreggiata avvalorerebbe la tesi di De Nardis. Secondo Cialente, tuttavia, non è tutto così pacifico: “Quando facemmo i lavori su viale Corrado IV ricevemmo diverse lettere da parte della Cgrt in cui la ditta ci diffidava dal rimuovere le rotaie”.
Secondo Cialente, in altri termini, in quell’occasione, data anche l’urgenza con cui doveva essere realizzata l’opera, il Comune fece una forzatura, assumendosi un rischio.
Un’alternativa alla rimozione dei binari sarebbe la loro copertura con l’asfalto, come è stato fatto a Pettino all’inizio di via Manzoni, subito dopo la rotatoria dell’ospedale: circa 100 metri di strada sono stati riasfaltati e i binari ricoperti con il catrame. Per ora lo strato di asfalto sembra aver retto. Si tratterebbe di una soluzione di certo provvisoria ma che potrebbe quantomeno scongiurare il verificarsi di altri incidenti.