La vicenda relativa alla centrale a biomasse di Bazzano-Monticchio approderà presto in consiglio regionale. Maurizio Acerbo, consigliere di Rifondazione comunista, ha presentato al presidente Chiodi un'interrogazione nella quale chiede, tra le altre cose, di sospendere tutte le autorizzazioni concesse, fino ad ora, per l'impianto della Futuris, in attesa che la Regione regolamenti in maniera organica, tramite una legge ad hoc, il settore delle biomasse.
Attualmente sono 14 le centrali di questo genere che la Regione ha autorizzato a costruire. Quattro di queste sono localizzate nella provincia dell'Aquila.
“Il caso della centrale di Bazzano” ha affermato Acerbo in conferenza stampa “è un caso emblematico di come, a livello regionale, manchi un quadro normativo di regolamentazione. Quello che si è creato è un vero e proprio far west. Stiamo assistendo a una proliferazione di centrali dovuta sia agli incentivi economici pubblici, che fanno gola ai privati, sia a una mancanza di programmazione degli interventi da parte della Regione. Ogni progetto, infatti, viene esaminato e valutato singolarmente e non tenendo conto di un piano complessivo. Questi impianti, che originariamente si diceva dovessero servire a completare un ciclo dell'agricoltura, sulla carta andrebbero a consumare una quantità di biomasse che però è spropositata rispetto all'effettiva disponibilità sul territorio”.
“Per questo” ha aggiunto l'esponente di Rifondazione “oltre all'interrogazione, nei prossimi giorni depositeremo anche un progetto di legge che possa ricondurre il settore delle biomasse a una regolamentazione generale, collegata a tutti gli aspetti pianificatori inerenti alle competenze regionali”.
In buona sostanza, secondo Acerbo e secondo i comitati e le associazioni che si sono compattate nel fronte del “no”, in Abruzzo non ci sarebbero biomasse sufficienti ad alimentare tutte le centrali sulla cui realizzazione la Regione ha già dato parere positivo, anche tenendo conto che molti progetti andrebbero ad influire sulle medesime porzioni di territorio.
Si tratta, è bene precisarlo, di impianti dal voltaggio inferiore a 50 Mw, per i quali la legge italiana non prevede alcuna richiesta di valutazione di impatto ambientale.
Ciononostante, sono molte le criticità e i vizi formali evidenziati nell'interrogazione. Da questo punto di vista, il documento di Acerbo fa sue le argomentazioni contenute nell'esposto presentato da Antonio Perrotti ai dirigenti regionali, provinciali e comunali, alle quattro procure abruzzesi e, non ultimo, alla procura generale della Corte dei conti.
“La centrale a biomasse di Bazzano” ha specificato Perrotti “è passata attraverso una procedura di autorizzazione semplificata che non ha tenuto conto né dei pareri degli enti Parco né di quelli delle amministrazioni separate degli usi civici, che sono i proprietari e gli usufruttuari dei boschi dai quali la Futuris ha intenzione di prelevare il legnatico che vorrebbe bruciare nella centrale”.
“Un altro vizio fondamentale” ha spiegato Perrotti “è la mancata verifica di compatibilità ambientale con il piano paesistico e l'assenza della verifica di compatibilità dell'Autorità di Bacino”.
“Per tutte le 14 centrali” ha concluso sempre Perrotti “sono state fatte conferenze dei servizi che hanno eluso i pareri dei veri referenti. Per questo, in attesa che la Regione intervenga con una legge organica, chiediamo anche noi la sospensione di tutti i progetti, a cominciare da quello di Bazzano-Monticchio”.