Mercoledì, 25 Gennaio 2017 11:52

CGR, Bertolucci: "Non si possono prevedere terremoti, ma è importante fornire valutazione scientifica". ANCI attacca: "Sindaci lasciati soli"

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A seguito della larga risonanza del comunicato stampa diffuso il 20 gennaio scorso, la Commissione Grandi Rischi prova a fare chiarezza.

In mattinata, è stata diffusa una nota a firma del prof. Sergio Bertolucci, presidente dell'organismo che dovrebbe svolgere un ruolo di coordinamento tra il Servizio nazionale di Protezione civile e la comunità scientifica, che ha inteso ribadire, così, come il discusso comunicato sia "perfettamente in linea con quanto già affermato nelle precedenti comunicazioni del 25 agosto 2016", l'indomani del sisma di Amatrice, "e del 28 ottobre".

Cosa ha comunicato la Commissione, il 20 gennaio? "Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento. La Commissione identifica tre aree contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7). Questi segmenti localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L’Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti". Il 25 agosto scriveva che "tre aree contigue alla faglia responsabile della sismicità in corso non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7). Queste aree identificano possibili futuri terremoti nella regione già colpita dagli eventi degli ultimi anni"; il 28 ottobre, aggiungeva che "nella sua riunione a seguito dell’evento di agosto, la Commissione aveva identificato tre aree contigue alla faglia responsabile della sismicità allora in corso, che non avevano registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e con il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7)”.

Tutti i comunicati stampa della CGR - ha tenuto a specificare Bertolucci - sono stati pubblicati tempestivamente dal Dipartimento della Protezione Civile sul sito istituzionale e sono tuttora accessibili pubblicamente, "al fine di favorire la corretta informazione ai cittadini e ai mezzi di comunicazione. Altrettanto tempestivamente, il DPC ha provveduto a inoltrare alle Autorità interessate (Regioni, Prefetture, Sindaci, Ministeri etc) mediante PEC, il contenuto del verbale di sintesi delle riunioni. Nel caso della riunione del 20 Gennaio, questo è avvenuto il giorno 21", ha specificato Bertolucci, a rispondere così, seppure indirettamente, alle critiche di chi aveva denunciato che il comunicato stampa fosse stato diffuso prima alla stampa e soltanto dopo alle Istituzioni.

Bertolucci ha chiarito che "non esiste ad oggi la possibilità di prevedere deterministicamente i terremoti: la CGR, tuttavia, ritiene suo dovere fornire alle Autorità Competenti e ai cittadini la sua valutazione scientifica dei possibili scenari legati all’evoluzione della sequenza sismica". Un giudizio che "non deve essere in nessun caso interpretato come una previsione localizzata in tempo, luogo e magnitudo di un terremoto". E' importante però - si difende Bertolucci - "per mantenere alta la vigilanza, per stimolare l’attuazione delle misure di riduzione del rischio e della mitigazione della vulnerabilità delle strutture e al contempo per fornire ai cittadini una informazione corretta e trasparente".

In questa ottica va anche letta la frase del comunicato in cui si afferma che “i recenti eventi hanno prodotto importanti episodi di fagliazione superficiale che ripropongono il problema della sicurezza delle infrastrutture critiche quali le grandi dighe”. Di nuovo, una "simile affermazione non implica alcuna dichiarazione di pericolo imminente, ma ribadisce l’esortazione a continuare e dove necessario a incrementare il monitoraggio già in atto delle dighe e, ove ritenuto necessario dalle Autorità Preposte, a metter in atto misure di mitigazione del rischio".

L’affermazione di un possibile 'effetto Vajont', che ha avuto larga risonanza mediatica e che ha causato apprensione nei cittadini, "non è in nessun modo da ascriversi alla CGR; essa è il risultato di un improvvido uso del termine da parte del presidente della CGR - riconosce lo stesso Bertolucci - nello spiegare i parametri da monitorare per l’integrità di un bacino artificiale durante un’intervista telefonica rilasciata la mattina del 22 Gennaio ad una rete televisiva pubblica. Un singolo minuto di questa intervista (originariamente di più di 10 minuti) è stato mandato in onda estraendo la frase dal contesto, con il risultato di stravolgerne totalmente il senso". ù

Il Presidente se ne è assunto, comunque, la responsabilità e ha voluto esprimere tutto il suo rammarico per avere involontariamente contribuito ad aggravare lo stato di ansia delle popolazioni già così duramente colpite.

Stante i chiarimenti, il comunicato della Commissione Grandi Rischi continua a far discutere. "Quello innescato dalla CGR, che non si capisce bene se vuole dare l'allerta o creare allarme, è un paradosso: si gioca allo scaricabarile con i Sindaci, terminale di una filiera che, alla fine, li lascia completamente soli", ha affermato Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’ANCI.

"Un sindaco – ha aggiunto – è oggi messo nelle condizioni di dover gestire un'emergenza come quella del sisma e del maltempo senza avere né strumenti adeguati né norme a suo sostegno. Solo per fare un esempio, i Comuni sono gli unici responsabili delle verifiche sulla vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, a partire dalle scuole. Ebbene, se il Sindaco decide di chiudere le scuole e non succede niente, viene accusato di procurato allarme. Se invece tiene aperti gli edifici e questi crollano, rischia anche di finire in galera. Vogliamo regole certe che ci dicano come organizzarci – l'affondo di Decaro - non possiamo essere lasciati soli nella responsabilità delle scelte e nell'organizzazione dei territori. Non puo' essere un Sindaco a chiamare le turbine spazzaneve da una altra Regione. Occorre un coordinamento a monte, da attivare in fase di allerta meteo. Per questo chiediamo un confronto e un coordinamento permanente con le Prefetture, in modo che tutte le istituzioni condividano le decisioni".

"La Protezione civile – ha riconosciuto il presidente dell'ANCI – ha fatto un lavoro straordinario sull'emergenza in queste settimane. Non possiamo però dimenticare gli altri tre pilastri su cui si fonda il sistema: previsione, prevenzione e ricostruzione. Su quest’ultima in particolare c'è ancora tanto lavoro da fare. Le istituzioni non possono affidarsi ai Sindaci per le decisioni sulla vita delle persone e togliergli quella stessa fiducia nel processo della ricostruzione. Dobbiamo cambiare registro. E’ assurdo che oggi non si possano utilizzare procedure semplificate per consolidare o ricostruire gli edifici colpiti dal terremoto. Si tratta delle stesse procedure grazie alle quali abbiamo realizzato gli impianti per i mondiali di nuoto, solo per fare un esempio".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 25 Gennaio 2017 12:17

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