"Se si muoverà qualche segmento di faglia all’interno del sistema dando scosse anche di discreta energia, cosa plausibile, anzi probabile, tale fenomeno può essere inquadrato nel contesto del normale assestamento sismico del territorio".
Lo ribadisce, in una nota, il geologo ed esperto sismologo Antonio Moretti [Leggi la sua analisi della sequenza sismica in corso] che condivide, così, le parole di Gianluca Valensise, responsabile dell’Ufficio di presidenza 'Relazioni scientifiche istituzionali' dell’Ingv; l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha inteso chiarire rischi e possibilità di un altro terremoto, dopo l’allarme che si era diffuso a seguito del verbale della Commissione grandi rischi.
"Il 'buco' che va da Montereale all’Aquila è stato riempito solo in parte. Potremmo aspettarci, nell’area a sud-est di Amatrice, qualche altra scossa di magnitudo simile a quelle che si sono già verificate, tra 5 e 5.5 della scala Richter", ha spiegato Valensise. "Il sistema di faglie che si era attivato nel 2009 generando il terremoto dell’Aquila - ha aggiunto - presumibilmente non è attualmente carico di energia. Di conseguenza, non è in grado di produrre forti terremoti".
"Con Valensise abbiamo sempre avuto qualche divergenza scientifica - ha sottolineato Moretti - fin da quando eravamo borsisti all’Istituto di geofisica, ma facciamo lo stesso mestiere e parliamo la stessa lingua. Purtroppo, le sue parole sono state completamente ignorate dalla Commissione Grandi Rischi. Pur non essendo d’accordo su qualche dettaglio, ritengo la sostanza del discorso assolutamente corretta".
Moretti si chiede, dunque, "come mai l’Ingv, e quindi la CGR, non abbiano tenuto conto delle valutazioni del loro miglior esperto di sismotettonica".
"Bisogna avere ancora un po’ di pazienza, ma niente panico. Soprattutto all’Aquila".