Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è giunto stamane nel teramano, nei luoghi colpiti dal terremoto e dal maltempo.
Il premier è arrivato a Montorio al Vomano accolto dal capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, dal commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, dal prefetto, Graziella Patrizi, dal sindaco Gianni Di Centa, dal vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli. "Ce la faremo, vi staremo vicini", ha assicurato a due cittadine che hanno chiesto aiuti l'una per gli esercizi commerciali e l'altra per ristrutturare la casa dove vive, nonostante i danni, "perché non voglio lasciare il mio paese".
Al premier, il sindaco Di Centa ha illustrato brevemente la situazione di difficoltà della comunità locale, alle prese con uno dei più alti numeri di sfollati dalle abitazioni per le conseguenze dei terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre scorsi e del maltempo che ha colpito duramente la zona a metà gennaio; il primo cittadino ha chiesto celerità nella ricostruzione: "Servono provvedimenti shock - ha ribadito Di Centa - ad un malato grave non serve una cura con l'aspirina".
Subito dopo Gentiloni si è spostato a Teramo dove, in Provincia, accompagnato dal presidente Renzo Di Sabatino, ha incontrato i sindaci del territorio. "Oggi il rischio maggiore è quello di perdere un po' di fiducia nel futuro in queste zone. Quindi bisogna risolvere i problemi di emergenza, ma piano piano ridare speranza e reinvestire sulle vocazioni dei territori", ha sottolineato. "Una parte del nostro Paese è stata ripetutamente colpita in modo molto grave. Non si è trattato solo di un episodio, ma purtroppo di una sequenza. Questo non deve incrinare la coesione delle nostre comunità e la fiducia nel futuro. Però bisogna lavorare e lavorare in fretta perché solo se le Istituzioni saranno veramente unite e rapide questo potrà consentire di restituire fiducia ai nostri territori".
Prima di ripartire, Gentiloni ha garantito una nuova visita a breve: "Per me è stato molto molto utile ascoltare le esigenze, i problemi, anche le lamentele che vengono dal territorio e in particolare dai sindaci. Tornerò presto". E in merito al decreto terremoto appena approvato dal Governo, Gentiloni ha ribadito che, "in particolare per il teramano", serve "un piano urgente soprattutto sul tema della viabilità ma poi serve tutto il resto su cui stiamo lavorando".
Proprio in occasione della visita del premier, è arrivata la prima - terribile - stima dei danni all'agricoltura dopo gli eventi calamitosi dei primi 15 giorni di gennaio.
Coldiretti Abruzzo, nel documento inviato al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso e all'Assessore alle Politiche Agricole Dino Pepe, ha analizzato e quantificato le conseguenze indirette delle calamità che si sono susseguite a partire dal 5 gennaio scorso fino alla metà di gennaio abbattendosi su tutta la comunità abruzzese e, da un punto di vista economico, sull'agricoltura in particolare.
Basandosi sulle medie storiche di produzione regionale e sulle segnalazioni effettuate dalle aziende agricole, Coldiretti stima un danno indiretto al settore di 52 milioni di euro relativi all'interruzione dell'attività agricola e al tempo necessario per il ripristino della normale attività. "Un dato che non ha bisogno di commenti – sottolinea Coldiretti Abruzzo – e che di certo si ripercuoterà su tutta l'economia regionale, non sono agricola".
Nel dettaglio, il settore più colpito è sicuramente quello zootecnico con un danno indiretto stimato così ripartito:
- per i bovini da latte la perdita è stimata in 6milioni di euro tra mancato reddito relativo al tardivo o omesso ritiro del latte e una perdita di reddito (la normale funzionalità di un'azienda agricola potrà riprendere solo in estate inoltrata) quantificabile in via presuntiva in circa € 5.000.000,00 (cinque milioni/00);
- per gli ovini da carne e da latte il danno è quantificabile in circa 9milioni di euro per le mancate nascite mentre per le morti premature in circa € 6.000.000,00 (sei milioni/00);
- per i suini da carne il danno consiste nella perdita del capo e di fatto di tutto il ciclo produttivo dell'anno a cui si devono aggiungere ingenti danni alle strutture il cui ripristino potrà avvenire solo dopo la ricostituzione della consistenza di stalla. Valore stimato del danno è circa € 2.500.000,00 (2 milioni e 500mila euro).
Oltre al settore zootecnico, sono stati registrati danni al settore olivicolo con una stima presunta dei danni, diretti e indiretti, che si aggira introno al 35% della produzione lorda aziendale ed è quantificabile all'incirca in € 15.000.000,00 (quindici milioni/00). Per il settore ricettivo (agriturismo), va considerato che nelle zone particolarmente interessate dagli eventi gli agriturismi sono circa 160, molti dei quali già fortemente colpiti dal sisma del 2009 e negli ultimi anni in ripresa, con un danno ad oggi quantificabile in termini di mancate presenze in circa € 9.000.000,00 (nove milioni/00).
"La situazione è drammatica anche perché sotto alcuni aspetti non ancora emerge nella sua gravità – aggiunge Coldiretti Abruzzo – un'ennesima batosta che richiede ora l'attenzione delle istituzioni per una forte e coordinata azione di ricostruzione. Bisogna restituire speranza ad un settore, ed in particolare al comparto zootecnico, che in questo momento chiede la dovuta attenzione per evitare di scomparire portandosi dietro un patrimonio inestimabile di tradizioni e di eccellenze che, una volta estinte, sarebbero irrecuperabili. Non solo sono a rischio le eccellenze agroalimentari come il pecorino, la mortadella di Campotosto e i salumi teramani solo per citarne alcuni, ma anche la storia della nostra regione e la forza trainante dell'economia agricola sugli altri comparti".
D'Alfonso: "Visita istituzionale deve aiutarci a fotografare e rilevare le risposte più adatte di carattere normativo e finanziario"
"Voglio che la mia regione abbia, a fronte di danni significativi e misurabili che si rilevano dal crollo di prenotazioni e da meno opportunità, uno strumento idoneo e rilevante. Questa visita istituzionale deve aiutarci a fotografare e a rilevare quali possono essere le più adatte risposte di carattere normativo e finanziario. Dobbiamo considerare i cosiddetti danni indiretti perchè le comunità colpite possano trovare risarcimento e ripartenza".
Così il presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso, questa mattina, a Montorio al Vomano (TE), alla presenza del premier Gentiloni, ha sostenuto la richiesta del riconoscimento dei danni indiretti, rimarcata per far ripartire l'Abruzzo dal punto di vista turistico, motore insostituibile dell'economia regionale.
Nel suo intervento, il governatore ha evidenziato come le conseguenze del maltempo si siano rilevate catastrofiche per commercio, turismo e servizi. "Portiamo i segni di una interruzione - ha aggiunto D'Alfonso - che in quella settimana ha portato movimenti sismici e una nevicata per oltre 20 milioni di tonnellate che si è abbattuta sull'Abruzzo e sulla vitalità economica e culturale della nostra regione. La conseguenza è stato il blocco di uno dei servizi fondamentali quali la copertura di energia elettrica e, conseguentemente, la connessione telefonica. Infine la caduta verticale di fiducia si è avuta con le esternazioni della Commissione Grandi rischi. In realtà, dopo il terremoto di agosto e ottobre 2016 - abbiamo trovato una pronta risposta normativa finanziaria e della governance che dà luogo alla rilevazione dei danni diretti da maltempo su beni pubblici privati e religiosi. Rimane senza nessuna copertura ciò che noi abbiamo patito come danni indiretti. Abbiamo località turistiche che sono circondate dal vuoto, conseguenza della paura. Abbiamo bisogno, pertanto, di strumenti adeguati".
Un altro importante tema che presenta profili d'urgenza toccata da D'Alfonso è stata la resistenza sismica dell'edilizia scolastica della regione. "La nostra prima risposta - ha proseguito il Presidente - è stata mettere in campo la disponibilità di 30milioni di euro per tutte le verifiche sismiche che dovranno nutrire gli investimenti di edilizia scolastica. Servono spazi idonei per la formazione e l'educazione delle nostre giovani generazioni".