Lunedì, 13 Febbraio 2017 11:47

Emergenza continua: teramano in ginocchio, intere comunità isolate

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Era prevedibile: a seguito delle ingenti nevicate di gennaio che, in combinato con le scosse di terremoto, hanno messo in ginocchio le aree interne del teramano, assistiamo, oggi, a smottamenti e fenomeni franosi che stanno isolando intere comunità.

Dal 26 gennaio, la Provincia di Teramo ha emanato 22 ordinanze di chiusura parziale o totale di altrettante strade. Sulla statale 553 che collega Silvi ad Atri, tra la Cona e contrada Cavalieri, si viaggia a senso unico di marcia a causa degli smottamenti; cedimenti anche sulla Atri-Treciminiere e a Silvi Paese dove è franata una parete di collina sotto alcune abitazioni in via San Rocco; paura sulla provinciale 28: in alcuni tratti, la carreggiata si è aperta di 40 centrimetri. Sprofondata la provinciale 365, all'altezza di Bisenti, e la provinciale 32, franata in più punti nel comune di Castiglione Messer Raimondo. Danni ingenti anche a Bellante. Tra Val Vomano e Penna Sant' Andrea, invece, è chiusa la Ss81 al Km 50+800 a causa di una frana [foto a destra]. Il traffico locale è deviato sulla strada comunale della Santissima Trinità, dove si raccomanda, comunque, la percorrenza con prudenza, in quanto anche in quella zona ci sono dei grossi movimenti franosi.

Intanto, sono state sgomberate 25 famiglie a Ripe di Civitella, dove è in movimento un fronte di oltre 50 ettari di terreno che minaccia l'abitato, e altrettante ad Atri, in zona Casoli, con le famiglie costrette a fare i bagagli e trasferite in strutture ricettive della costa, a Silvi e Pineto.

Resta difficilissima la situazione a Cellino Attanasio. Con un video pubblicato su Facebook, Maria José della Fattoria Gioia [qui, avevamo già raccontato la sua storia] ha lanciato un appello disperato: "Usciamo da più di un mese d'emergenza continua: abbiamo vissuto il terremoto sotto la neve, abbiamo vissuto l'isolamento totale, senza luce e senza acqua per diversi giorni; ne siamo usciti vivi, noi e i nostri animali, ma con ingenti danni e un poco sfiduciati". Col sostegno dei tantissimi volontari accorsi, "abbiamo ancora la voglia di ricostruire" sottolinea Maria José che ringrazia, dunque, l'Arci, le Brigate di solidarietà attiva, i Gas, il Cai; "Purtroppo, però, con la strada crollata in diversi punti è davvero dura andare avanti: ci aspetta, di nuovo, un lungo periodo senza scuole per i nostri figli, senza clienti, con l'accesso interdetto ai fornitori per l'attività produttiva, e così ai mezzi di trasporto del materiale necessario alla ricostruzione; in questo momento, non abbiamo alcuna possibilità di progettare il futuro".

Ultima modifica il Lunedì, 13 Febbraio 2017 11:55

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