Venerdì, 17 Febbraio 2017 14:15

Bufera all'Ingv: in 24 ore si dimettono i vertici della rete sismica nazionale

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Salvatore Mazza e Alberto Delladio, rispettivamente direttore del Centro nazionale Terremoti e responsabile tecnico della Rete Sismica Nazionale Centralizzata dell'Ingv, si sono dimessi.

Le dimissioni sono state rassegnate ieri ma la notizia è uscita solo questa mattina, pubblicata dal Fatto Quotidiano.

Oltre a Delladio e Mazza, si sono dimessi anche due responsabili di funzione dell'Osservatorio Etneo di Catania ed è andato a un passo dal lasciare anche Stefano Pintorre, capo delle funzioni informatiche. Almeno per il momento, però, sembra che il suo addio sia stato scongiurato.

E' una vera e propria bufera quella che si abbatte sull'ente che monitora e vigila sui terremoti e sulle infrastrutture strategiche dell'Italia, in un momento, peraltro, molto delicato, in cui il Paese è ancora alle prese con lo sciame sismico iniziato con il terremoto di Amatrice del 24 agosto.

I funzionari dimissionari hanno motivato la propria decisione chiamando in causa motivi personali. Ma, scrive Il Fatto, "dietro i motivi personali emerge il malcontento che da mesi serpeggia nell'ente". Malcontento dovuto soprattutto alla carenza di risorse e di personale.

Scrive il giornale che "la rinuncia che pesa di più è quella di Salvatore Mazza, direttore del Centro nazionale Terremoti. Seppur motivata da problemi personali traspare il malcontento nel congedo ai colleghi che ringrazia perché “riescono a sopperire a molte delle insufficienze dell’Ingv, ma purtroppo queste caratteristiche di resilienza mi pare che siano state sfruttate un po’ troppo in questi ultimi anni e in questa crisi in particolare”. Una frase che da dentro l’Ingv codificano come una resa di fronte a una “strutturale carenza di risorse devolute ad altri settori e non su monitoraggi delicatissimi per il Paese, a partire dal taglio totale di reti geochimiche multi-parametriche sulle faglie attive per studiare i terremoti in arrivo, bistrattate dalla Commissione Grandi Rischi”, oggetto di un’interrogazione parlamentare della senatrice M5S Enza Blundo".

Anche Delladio ha parlato di normale avvicendamento - "Sono dieci anni che svolgo questo incarico che è usurante, perché stai sempre sulla breccia, di giorno di notte, la domenica e a Natale” - ma l'11 febbraio scorso, riporta sempre Il Fatto Quotidiano, lo stesso Delladio aveva scritto una lettera in cui denunciava carenze operative.

Reiterate domande di acquisti di strumentazione non soddisfatte avevano spinto Pintorre, "responsabile" racconta Il Fatto "della parte informatica della rete, dove ogni giorno passano milioni di dati da processare, come le onde sismiche durante le sequenze di terremoti", a lasciare; ma sembra che un intervento in extremis volto a soddisfare le sue richieste l'abbia convinto a cambiare idea.

Da una parte risorse scarse e problemi di organico, dall'altra sprechi e spese pazze. Ricorda il giornale diretto da Marco Travaglio, infatti, che l'Ingv era finito, di recente, al centro di vicende dai contorni opachi - vicende su cui indagano la Procura di Roma, Corte dei Conti e Anac - come il milione di euro pagato per la sede di Pisa perché i vertici dell'ente si erano dimenticati di onorare il contratto d’affitto con il Comune (con ulteriore spesa di 200mila euro in avvocati per venirne a capo) o le eccessive indennità riconosciute al direttore generale e il doppio stipendio al presidente Gresta.

A mettere il carico da novanta è stato Enzo Boschi, per 12 anni presidente dell’Ingv. “Se un ricercatore serio e impegnato come Salvatore Mazza è arrivato a una determinazione tanto grave" ha detto Boschi al Fatto "significa che qualcosa all’interno dell’Ingv si è rotto. La gravità della situazione è ulteriormente accentuata dalle dimissioni di altri due figure chiave per il funzionamento completo e costante della rete Rete Sismica Nazionale. Dimissioni necessarie, perché messi nelle condizioni di non poter operare al meglio delle tecnologie esistenti. E non si avanzi la scusa della mancanza di fondi: i fondi e gli addetti ci sono. Si usino secondo le priorità che vengono dal Paese, di mezzo c’è la sicurezza nazionale”.

Ultima modifica il Venerdì, 17 Febbraio 2017 15:44

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