Sabato, 04 Marzo 2017 04:03

Ricostruzione, altra grana: il caso del riaccatastamento dei condomini abbattuti

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Tra i tanti problemi che affliggono la ricostruzione dell’Aquila, ce n’è uno che sta creando diversi grattacapi ai cittadini proprietari di abitazioni. Parliamo del riaccatastamento dei condomini abbattuti e ricostruiti.

Non si ha ancora una misura esatta dell’ampiezza del fenomeno ma alcuni ingegneri con cui abbiamo parlato giurano che quest'ultimo sta acquisendo dimensioni preoccupanti.

Vediamo di cosa si tratta, specificando che stiamo parlando di una vicenda che interessa solo i palazzi demoliti e ricostruiti.  

Il primo problema è di natura, per così dire, contabile. Nel contributo di molte pratiche approvate non è riconosciuto l’importo relativo al riaccatastamento dell’immobile, al regolamento di condominio e alle tabelle millesimali. Poiché per queste tre voci non ci sono coperture o sono molto scarse, spesso i tecnici che hanno redatto il progetto di riparazione se ne lavano le mani. A quel punto, però, le assemblee condominiali sono costrette ad affidare un incarico ad hoc ad altri tecnici, che devono poi essere pagati. I progettisti possono chiedere al comune - e molti, in effetti, lo fanno - di integrare i buoni contributo con le spese previste dall’espletamento di tali pratiche. Il fatto è che il comune impiega mesi a rispondere e nel mentre i lavori finiscono e il cantiere viene riconsegnato senza che il problema sia stato risolto.

C’è poi un secondo problema, di natura più strettamente giuridica.

Un edifico abbattuto e ricostruito va riaccatastato al catasto terreni per quote di proprietà. Nel nuovo accatastamento, per ogni proprietario i millesimi saranno identificati con un appartamento.

Per compiere questo passaggio, però, bisogna che firmino tutti: basta che uno dei condomini, per qualche motivo, non lo faccia e la riassegnazione si blocca.

Di casi del genere se ne iniziano a contare ormai diverse decine, come sanno bene i notai. Non è raro, infatti, che qualche proprietario, contestando qualche particolare del progetto finale – ad esempio la sottrazione di 5 metri quadri al proprio appartamento per l’installazione dell’ascensore – si metta di traverso.

A quel punto succede che i millesimi non combacino più con i singoli appartamenti ma diventino millesimi su tutto: ad esempio, se un condomino era proprietario di 130 millesimi, se manca una firma per la riassegnazione, quei millesimi non corrisponderanno più a un appartamento ma saranno frazionati un po’ nel primo piano, un po’ nel secondo, un po’ nel terzo e così via. Il risultato è che i condomini rimangono proprietari dell’immobile ma per quote, non per appartamenti.

Uno degli effetti concreti di questo pasticcio è che i proprietari che vogliono vendere non possono farlo perché non hanno più la piena titolarità dei propri appartamenti.

Ultima modifica il Domenica, 05 Marzo 2017 00:25
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