Il provvedimento con cui la Asl di Teramo ha vietato l'uso dell'acqua potabile agli abitanti di molti comuni della provincia era un atto obbligatorio; non si poteva fare altrimenti per tutelare la popolazione da rischi.
Ad affermarlo, in una nota che riportiamo integralmente qui sotto, è il Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua.
La nota
Con la diffusione delle analisi Arta dell'8 maggio iniziamo a leggere commenti e interpretazioni come minimo poco informati e in alcuni casi interessati su quanto avvenuto.
Facciamo notare che:
a)esistono nel mondo oltre 100.000 sostanze diverse registrate, molte migliaia delle quali potenzialmente pericolose sulla base della loro concentrazione;
b)l'Arta ne cerca alcune decine (basta leggere i referti). Tutte le sostanze cercate sono elencate nel referto. Le sostanze non elencate non sono cercate. Chi superficialmente dovesse dire "non c'era nulla" evidentemente è a digiuno delle tecniche analitiche e delle procedure di legge.
c)Al momento della segnalazione della non conformità per odore e sapore, avvenuta per iscritto dal laboratorio competente (ARTA) su plurimi campioni, compreso uno di acqua della rete di distribuzione, non era stata individuata la sostanza responsabile del cattivo odore dell'acqua. In quel momento in teoria poteva esserci di tutto (vedi punto successivo).
Anche solo per buon senso (ma sono le norme a dirlo), chi può pensare di prendersi la responsabilità di dare da bere a 300.000 persone acqua maleodorante e di cattivo sapore senza conoscere qual è la causa del problema?
Tra l'altro la/e sostanza/e responsabile/i del cattivo odore non è/sono stata/e tuttora identificata/e e, pertanto, ancora in questo momento nulla si può dire sulla eventuale pericolosità.
d)La captazione al Gran Sasso avviene in un contesto assai complesso e, come denunciato da tempo, strutturalmente non a norma rispetto alle leggi. Sulle captazioni possono incidere centinaia se non migliaia di sostanze essendoci un laboratorio e un'autostrada con migliaia di passaggi di mezzi. Non siamo in una montagna vergine senza alcuna pressione antropica.
Pertanto invitiamo tutti al senso di responsabilità e ad informarsi sulle procedure di legge perchè altrimenti è vero che si ragiona a chiacchiere di prevenzione e solo a disastri avvenuti.
La Asl ha fatto solo il suo dovere nell'imporre in quel momento una restrizione d'uso a tutela dei cittadini, come fanno normalmente tutte le Asl italiane.
Attendiamo ora gli ulteriori approfondimenti dall'Università di Padova, anche se, da come sembra, il campione è stato raccolto in un momento successivo rispetto a quando sono stati raccolti i campioni con il cattivo odore.
Quanto avvenuto, anche per quanto riguarda il Toluene e le altre sostanze trovate il 4 e il 5, in realtà non fa che ribadire la necessità di mettere in sicurezza le captazioni ed evidenziare i rischi che sta correndo uno dei patrimoni idrici più importanti d'Italia visto che le concentrazioni di diclorometano, cloroformio e ora Toluene, nei diversi episodi di criticità avvenuti negli ultimi tempi, hanno superato i limiti di legge ambientali.
Pubblicati i referti dell'Arta
Scrive sempre il Forum: "Sono stati finalmente pubblicati dall'Arta i referti relativi ad alcuni dei campionamenti avvenuti presso il Gran Sasso e altri punti di campionamento nel teramano i giorni 4,5,8 e 9 maggio (http://www.artaabruzzo.it/emergenza_idrica_te.php)".
"Come avevamo anticipato ieri con la divulgazione di alcune lettere interne di Arta e Asl, i referti Arta del 4 e 5 maggio confermano la presenza di Toluene, Etilbenzene e Xilene in vari campioni raccolti presso le captazioni del Gran Sasso e un fontanino a Fano a Corno (Toluene max 18,6 microgrammi/litro il 4 maggio a Fano a Corno*). I campioni di quei giorni avevano la conformità per odore e sapore".
"Nei referti dell'8 maggio, non conformi per sapore e odore sia ai Laboratori (con quell'acqua in quel momento a scarico), sia all'uscita delle gallerie autostradali (con l'acqua in quel momento in distribuzione) nonchè presso il primo fontanino a Fano a Corno, non si rilevano praticamente anomalie nelle concentrazioni nelle sostanze cercate".
"Il Toluene è presente in tracce solo a Fano a Corno (0,1 microgrammi/litro). Ovviamente facciamo notare che le sostanze sono migliaia e la ricerca è limitata ad alcune decine di queste. La Asl ha giustamente rispettato la legge ponendo le restrizioni del caso per le due non conformità rilevate".
"Da quanto abbiamo capito un campione, non sappiamo di quale giorno e di quale punto di campionamento, è stato inviato all'Università di Padova per ulteriori approfondimenti".
"Nei referti dell'8 maggio relativi ad altri punti di campionamento (sorgenti Ruzzo e Fossaceca; fontanino ai Prati) facciamo notare, solo per cronaca avendo letto i referti, che vi sono state diverse non conformità per batteri coliformi (con i parametri odore e sapore accettabili)".
"Evidenziamo altresì che per l'8 maggio non sono stati ancora pubblicati i referti relativi ai controlli lungo la rete di distribuzione nel teramano".
"Per quanto riguarda il 9 maggio:
-nessuna anomalia si segnala al'uscita delle gallerie del Gran Sasso;
-solo tracce minime di Toluene a Fano a Corno (0,1 microgrammo/litro);
-max di Toluene 1,6 microgrammi/litro a Martinsicuro (con minime tracce di p-Xilene) e 1,2 microgrammi/litro a Roseto, compatibili, a nostro avviso, con la coda del fenomeno del 4-5 maggio. Un'ulteriore conferma della vulnerabilità dell'intero sistema in caso di criticità al Gran Sasso.
"Evidenziamo che per il 9 maggio non è stato pubblicato alcun referto delle acque in uscita dai Laboratori. È vero che erano a scarico ma sarebbe interessante comunque avere quei dati di monitoraggio, se è stato fatto".
"Nel frattempo dobbiamo segnalare che il 10 maggio è pervenuta una lettera della Provincia di Teramo inviata ai Laboratori del Gran Sasso e a diversi enti in cui, a seguito del nostro esposto del 6 aprile, si chiedono spiegazioni ai laboratori del Gran Sasso circa i fatti accaduti tra l'agosto 2016 e il dicembre 2016 (!)".
"Nell'esposto avevamo, tra l'altro, fatto notare che la presenza di diclorometano e di cloroformio in diversi campioni in quantità superiori alla Concentrazione Soglia di Contaminazione per le acque sotterranee (limiti ambientali) fissati dal testo Unico dell'Ambiente (D.lgs.152/2006) avrebbe dovuto essere segnalata alla Provincia come prevede il Decreto stesso (è un obbligo a cui adempiere entro le 24 ore dalla conoscenza dei dati)".
"A parte che avrebbero dovuto per tempo peritarsi di studiare loro le carte di quegli episodi e non lasciare l'incombenza a dei volontari che hanno reperito le carte con accessi agli atti, ma è sintomatico del deficit di attenzione (per non dire di peggio) da parte degli enti sulla situazione del Gran Sasso. Dalla nostra segnalazione di una contaminazione ambientale oltre i limiti di legge comprovata dalle analisi ufficiali del 6 aprile la lettera della provincia è partita il 10 maggio, 34 giorni dopo. Il tutto, guarda caso, solo dopo il caos del 9 maggio e l'apertura di una nuova inchiesta da parte della Procura".
"Così non si va molto lontano se si vogliono risolvere i gravi problemi del sistema Gran Sasso perchè ognuno deve fare il proprio dovere".
"Infine, a seguito di reiterate richieste dei cittadini, è stato organizzato un incontro pubblico per domani, sabato 13 maggio, alle ore 16:30 presso la sede di Teramo Nostra a Teramo, via Fedele Romani. Sarà l'occasione per illustrare ai cittadini come funziona (o non funziona) il "sistema Gran Sasso", evidenziare quali sono le criticità rilevate finora e quelle potenziali, mostrare i documenti ufficiali disponibili e, soprattutto, confrontarsi su quello che si può e deve fare per pretendere trasparenza e interventi concreti affinchè non si ripetano più problemi di sorta tutelando il patrimonio idrico del massiccio".