Martedì, 20 Giugno 2017 16:56

Aeroporto dei Parchi, le ragioni di un fallimento e le prospettive per il futuro

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Si è riacceso il dibattito sul futuro dello scalo di Preturo.

Riccardo Paolini - ingegnere edile e architetto - è membro del Comitato Etico per la Verifica e il Controllo del Soggetto gestore dell'Aeroporto dei Parchi 'Giuliana Tamburro'; compito del Comitato - spiega - nell’ottica di coadiuvare, consigliare e supportare l’Amministrazione Comunale, "sarebbe dovuto consistere nell’esprimere pareri, non vincolanti, sulle valutazioni operate dall’Ente Concedente in sede di revisione delle condizioni della Concessione di gestione aeroportuale". Invece, dopo essere stato nominato con oltre 4 anni di ritardo (in palese violazione della Convenzione sottoscritta tra il Comune dell’Aquila e la soc. Xpress), "l’unica attività che il Comitato Etico ha potuto svolgere, con molta fatica, è stata quella di ricostruire i vari passaggi che hanno portato dall’affidamento in Concessione dell’Aeroporto fino all’attuale situazione di impasse che non sembra indicare all’orizzonte una rapida e facile via di uscita".

Il lavoro del Comitato Etico è stato raccolto in una relazione inoltrata il 12 aprile scorso all’Ufficio del Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale e al Presidente della V Commissione Consiliare di Controllo e Garanzia. Pochi giorni dopo, il 26 aprile, il Comitato Etico è stato convocato dalla V Commissione a esporre i contenuti della relazione ai Consiglieri ma - sottolinea Paolini - "con nostro grande stupore non ci è stato consentito di relazionare. L’Aeroporto era dunque diventato una 'questione' scomoda e soprattutto non interessante per i nostri Rappresentanti che in quei giorni erano alle prese con l’impostazione della attuale campagna elettorale. Vi confesso di essere rimasto molto amareggiato e deluso dai miseri e strumentali artifizi utilizzati da alcuni per non farci relazionare, non tanto per la mancanza di rispetto nei confronti del nostro lavoro, ma soprattutto per la dimostrazione tangibile di come la politica cittadina non sia affatto interessata ad affrontare realmente i problemi". 

Dunque, Paolini prova a riaccendere una discussione informata su cosa la città possa aspirare ad ottenere da un utilizzo intelligente dell’aeroporto e sul come sia possibile realizzare una infrastruttura commisurata ai bisogni del nostro territorio. "Il Sindaco Cialente ha più volte richiamato la necessità, per questa città, di tornare a pensare in grande, con una prospettiva lunga, facendo l’esempio di chi, 50 anni fa, tra lo scetticismo generale, si battè perché L’Aquila potesse avere un’autostrada. Oggi, in un capoluogo che sembra tendere ad un inesorabile declino invece che essere proiettato verso una fiorente rinascita, il tornare a pensare a scelte strategiche di ampio respiro non può essere una velleità di pochi, ma rappresenta lo spartiacque tra la sicura decadenza e la possibilità di rinascita in un mondo sempre più competitivo". I dossier che avrebbero bisogno di un approccio di questo tipo sono molti, continua Paolini: "da una ricostruzione che da grande opportunità di riqualificazione urbanistica, sociale ed economica, si è invece ridotta ad una sterile operazione di rifacimento acritico persino degli scempi edilizi degli anni ‘60 e ‘70, senza peraltro riuscire a creare indotto sul territorio, fino al Gran Sasso che da straordinario volano di un possibile sviluppo turistico è invece relegato ad una posizione di totale marginalità, persino a livello regionale, prigioniero come è di veti incrociati; e ancora, il sistema dei trasporti che se non fosse per la nostra 'carissima' autostrada ci avrebbe già condannato al più totale isolamento". 

Per Paolini, "è stata proprio la mancanza di un approccio strategico di ampio respiro e l’assoluta impreparazione ad affrontare tematiche complesse e specifiche, a determinare il fallimento nella ormai desolatamente nota vicenda dell’Aeroporto dei Parchi. Si è pensato, non si sa se per incompetenza o malafede, che bastasse realizzare una piccolissima aerostazione, peraltro priva di veri servizi ai passeggeri, per trasformare un aeroporto da turistico a commerciale. Si è ritenuto che potesse risultare sostenibile, per una qualche compagnia aerea, operare voli commerciali in un aeroporto non attrezzato per il volo strumentale, in cui non si può operare di notte o con scarsa visibilità. Si è trascurato il fatto che il sostanziale isolamento dell’odierna area aeroportuale, raggiungibile solo mediante strade locali, fosse un limite insormontabile per qualunque idea di sviluppo commerciale".

Non si è considerato cioè, che un aeroporto è un organismo complesso che deve essere pensato in stretta correlazione alle altre infrastrutture di trasporto per dare luogo a un 'sistema' compiuto di mobilità territoriale ed extraterritoriale. "Tutti questi fattori di criticità dovevano essere affrontati insieme e simultaneamente per poter pensare di rendere l’aeroporto competitivo con gli altri sistemi di trasporto e non rimandarne la risoluzione ad un futuro indefinito. Se tutto questo, assieme ad un serio studio sulla domanda reale di trasporto aereo che il nostro comprensorio può esprimere, fosse stato considerato prima di puntare tutto sulla trasformazione in scalo prevalentemente commerciale, magari non ci troveremmo nella situazione odierna. Non basta dunque pensare in grande se poi a gestire questioni complesse ci sono competenze 'piccole'".

L’attuale aeroporto, "che peraltro versa in condizioni di manutenzione precarie", è il risultato di un "processo che non ha seguito né una logica di sviluppo complessiva, né una precisa strategia, perché gli obbiettivi erano poco chiari e soprattutto basati su considerazioni non supportate dal reale contesto socio-economico del nostro territorio", l'affondo del membro del Comitato Etico. 

Il Comune negli ultimi anni ha concesso alla Xpress circa 700.000 Euro e la città si ritrova con un aeroporto che non è né adatto ad accogliere i voli commerciali, a meno di ulteriori e costosissimi interventi, né tantomeno a svolgere le funzioni di aeroporto turistico che per tanti anni gli hanno consentito di crescere e di configurarsi come uno degli scali di riferimento tra più apprezzati nel panorama diportistico nazionale. "Il soggetto Gestore è sembrato più interessato ad accaparrarsi i fondi e i finanziamenti pubblici per il personale, piuttosto che concentrarsi nell’elaborazione di una strategia di gestione sostenibile e funzionale ai bisogni della città. Di voli commerciali neanche l’ombra, le attività di aviazione generale sono crollate, si è passati dai 55.000 movimenti degli anni passati agli attuali 2914 (dati forniti da Xpress per l’anno 2014) e la funzione dell’aeroporto è ormai ridotta a quella di un gigantesco eliporto per l’unico elicottero del 118 che vi staziona".

Siamo dunque ad un nuovo anno zero per l’Aeroporto di Preturo e la nuova Amministrazione, chiunque essa sia, deve sapere che l’attuale situazione, senza una significativa svolta, è preludio ad una sicura, definitiva e totale chiusura. "Si deve ripartire con idee concrete e rapidamente attuabili rimettendo innanzitutto al centro di qualunque piano di sviluppo la vera vocazione del nostro Scalo che è innanzitutto quella turistica e diportistica. Questo non vuol dire che l’aeroporto non possa al contempo ospitare qualche volo commerciale (magari qualche volo charter) ma si deve essere consapevoli che l’ipotesi di voli di linea regolari, in partenza e in arrivo da Preturo, non è al momento fattibile. Si deve pensare ad una infrastruttura, e ad una gestione, flessibili e non focalizzate su un unico settore di aviazione, perché il nostro territorio non ha i 'numeri' per consentire ad un aeroporto di sostenersi con una sola attività. Non ha senso dire che Preturo deve diventare uno Scalo di Protezione Civile perché, a meno che non si immagini di vivere in un costante stato di emergenza, la normale attività di Protezione Civile non coprirebbe più del 4-5% del numero di movimenti necessari alla sopravvivenza di un aeroporto. Non è utile fantasticare su futuristici collegamenti veloci con la Capitale perché servono soluzioni e proposte adesso e non tra 30 anni. La particolare posizione geografica della conca dell'aquilano, nella quale è situato l’aeroporto, a cavallo tra i due mari Adriatico e Tirreno, offre condizioni uniche, soprattutto per quanto riguarda il volo a vela, che consentirebbero all’aeroporto, se ben gestito, di richiamare appassionati e turisti dell’aria da tutta Europa".

Aviazione da diporto, assistenza, manutenzione e rimessaggio dei velivoli, formazione aeronautica e scuola di volo, attività di protezione civile, voli charter stagionali. Sono queste, nell’ordine, le attività aeronautiche su cui si può realisticamente impostare un piano di rilancio. "Si deve pensare poi a come rendere l’aeroporto utile all’organizzazione di grandi eventi aeronautici (come avvenne con grande successo in passato) ed extra aeronautici come raduni, concerti o addirittura (pensiamo ad esempio agli aeroporti inglesi minori) Gran Premi su circuiti automobilistici realizzati sfruttando, con poche modifiche, la pista, le vie di rullaggio e i piazzali aeromobili".

Prima di realizzare ulteriori investimenti sull’aeroporto, insomma, "bisogna elaborare e avere chiara l’idea di sviluppo che si intende perseguire, esaminarla in tutti i suoi aspetti, i suoi pregi e i suoi difetti, la sua sostenibilità economico-finanziaria e gestionale, altrimenti, come è avvenuto in questi anni, si rischia solo di buttare al vento risorse pubbliche e private. È naturale che per immaginare un rilancio dello scalo nei termini sopra descritti, sia necessaria una gestione totalmente diversa da quella di oggi. Una gestione che unisca alle competenze specifiche, la passione per quello che si fa. Una gestione dunque che assieme alle legittime ambizioni economiche sappia guardare al bene della Città e del suo Territorio".

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