Con l'interrogatorio di garanzia di altri tre indagati dell'inchiesta della procura della Repubblica dell'Aquila su presunte mazzette in 12 appalti pubblici gestiti dai Beni Culturali d'Abruzzo, il Gip del Tribunale dell'Aquiila Giuseppe Romano Gargarella e il sostituto procuratore Antonietta Picardi, hanno chiuso la parentesi delle audizioni che ha riguardato complessivamente 15 soggetti di cui 10 agli arresti domiciliari e altri 5 raggiunti dalla misura interdittiva della professione.
Tra lunedì e martedì sono stati sentiti 8 indagati, gli altri verranno ascoltati nei prossimi giorni su rogatoria nei luoghi di residenza. Tra questi figura Vito Giuseppe Giustino di 65 anni, di Altamura (Bari), presidente del Cda della società cooperativa l'Internazionale con sede ad Altamura, finito nelle carte dell'inchiesta anche come colui che avrebbe riso degli affari che avrebbe potuto fare con il terremoto del Centro Italia, come emerso da alcune intercettazioni, anche se il suo legale, Carlo Teot, ha smentito la circostanza.
"Se ti posso essere utile, voi fate l'elenco, mo' dovete fare uno screening dei beni sotto vostra tutela: se vi serve qualcosa per i puntellamenti, via dicendo, noi siamo a disposizione", racconta Leonardo Santoro (anche lui indagato, geometra della stessa societa' barese) a Giustino, che ride piu' volte. Negli interrogatori di garanzia di questa mattina, in due si sono avvalsi della facolta' di non rispondere in quanto non sono ancora disponibili i diversi allegati della voluminosa inchiesta. Si tratta di Giampiero Fracassa, 44 anni, direttore tecnico della Fracassa Rinaldo Srl di Teramo, (ai domiciliari), difeso dall'avvocato Guglielmo Marconi, e Alessandra Del Cane, 30enne professionista di Teramo, che ha subito la interdizione dal lavoro per due mesi, difeso da Lino Nisii. Ha invece parlato respingendo le accuse, Mauro Lancia, 59, di Pergola (Pesaro) contitolare della Lancia Srl, difeso dall'avvocato Francesco Coli del foro Pesaro.
Nell'inchiesta sono complessivamente 35 gli indagati, tra professionisti, imprenditori e funzionari del Mibact di cui 20 indagati a piede libero.