La morte di Erich Priebke continua a far discutere. A pochi giorni di distanza dai contestati funerali al gerarca nazista, dall'Aquila arriva una denuncia-esposto in Procura, proprio in riferimento alla cerimonia funebre di Albano Laziale (Roma), che ha visto tafferugli tra i sostenitori del boia delle Fosse Ardeatine e gruppi di contestatori.
A presentare l'esposto alla Procura dell'Aquila un avvocato conosciuto in città per la sua attività professionale (e politica): Paolo Vecchioli. L'aquilano accusa duramente chi ha tentato di impedire lo svolgimento dei funerali di Priebke, ipotizzando diversi reati: associazione per delinquere, turbamento di funerale, vilipendio, sottrazione e occultamento di cadavere.
"Dalle riprese televisive si è evidenziato come numerosi scalmanati abbiano più volte colpito con pugni e calci il carro funebre che trasportava la salma del capitano Priebke sputando sullo stesso ed impedendone il libero transito fino al cimitero, pare nonostante la regolari autorizzazioni", sottolinea Vecchioli nell'esposto, prendendosela anche con gli agenti della polizia che hanno trasferito il corpo del tedesco a Pratica di Mare, ipotizzando che "numerosi sedicenti agenti ed operatori di polizia, con violenza nei confronti del picchetto d’onore che vegliava la salma all’interno del monastero dei Tradizionalisti Cattolici ed anche al loro cospetto, abbiano trafugato la bara del capitano Priebke caricandola in malo modo a bordo di anonimo furgone per trasportarla aliunde forse in un hangar dell’aereoporto militare di Pratica di Mare”.
In altre parole, Vecchioli chiede alla Procura di fare chiarezza su chi ha impedito il regolare svolgimento del funerale di Erich Priebke, morto a Roma l'11 ottobre scorso.
Già presidente dell'Ordine degli Avvocati del capoluogo abruzzese, Vecchioli è attivo da diversi anni anche in politica. Si è candidato più volte alle elezioni amministrative dell'Aquila e come presidente della Provincia nel 1999 e nel 2004, sempre nelle fila di partiti di estrema destra, come Fiamma Tricolore e Alternativa Sociale.
Il testo dell'esposto
Il sottoscritto avv. Paolo Vecchioli [Omissis]
ESPONE
A seguito dei noti fatti occorsi in loc.ta Albano Laziale e pare determinanti la sottrazione della salma del cap. Priebke già custodita nella Casa Lefevbre di Albano Laziale e pare con la forza asportata e trasportata a Pratica di Mare ,si evidenzia quanto segue:
a) dalle riprese televisive si è evidenziato come numerosi scalmanati abbiano più volte colpito con,pugni e calci il carro funebre che trasportava la salma del cap. Priebke sputando sullo stesso ed impedendone il libero transito fino al cimitero pare nonostante la regolari autorizzazioni;
b) parrebbe che nella notte del 16.10.13 circa alle h. 01,00 numerosi sedicenti agenti ed operatori di polizia, con violenza nei confronti del picchetto d’onore che vegliava la salma all’interno del monastero dei Tradizionalisti Cattolici ed anche al loro cospetto,abbiano trafugato la bara del cap. Priebke caricandola in malo modo a bordo di anonimo furgone per trasportarla aliunde forse in un hangar dell’aereoporto militare di Pratica di Mare;
c) parrebbe che tale blitz pare sia stato operato senza alcuna autorizzazione da parte dei familiari del defunto né dei suoi esecutori testamentari e previo pestaggio dei pochi presenti che hanno tentato di proteggere e tutelare il feretro;
d) parrebbe ancora che gran parte delle circostanze su riferite sono già state oggetto di lanci d’agenzie giornalistiche e di notizie di stampa e TV ;
premesso quanto precede con il presente atto si chiede
1) chi,quando e da chi sia stato autorizzato a sottrarre alla disponibilità di amici e familiari oltre che dei monaci Lefebviani il feretro de quo e con le modalità ut supra descritte;
2) quali iniziative sono state assunte e nei confronti di qualsiasi responsabile di aver impedito ed oltraggiato il normale decorso del funerale del cap. Priebke ad Albano Laziale;
3) se la famiglia e gli esecutori testamentari del cap. Priebke in qualche modo sono stati informati ed hanno prestato assenso alle iniziative assunte da sedicenti guardie ed agenti che in gran numero sono intervenuti nella notte del 16.10.13 nella Casa Lefebrviana in Albano Laziale;
4) chi era presente e se si è provveduto ad identificare ogni astante compresi i monaci e ad accertare il rispetto delle norme preposte nel caso di specie ed in genere per la repressione di reati;
5) se la Proc.ra in intestazione e/o previa rimessione per competenza territoriale a quella della località ove sono stati compiuti i reati e/o il reato più rilevante e temporalmente in rilievo,non reputi essersi evidenziati gli elementi costituenti ipotesi di reato se non altro ed allo stato p. e p. dagli art.li 81,110,112,409,410,411 e 412 CP commessi in concorso da più persone e reiterati più volte ed all’esito delle indagini se non si siano compiuti atti e fatti idonei a ritenere essersi verificata per partecipazione,organizzazione,modalità e caratteristiche anche l’ipotesi di cui al 416 cp in ragione delle peculiarità di quanto descritto nel presente atto e,comunque, verificando dalla competente A.G.
ai sensi e per gli effetti di legge si chiede che chiunque responsabile dei fatti denunciati ed accertandi sia perseguito e punito come per legge ,con istanza ex art.li 406 e 408 cpp.