"E' necessario snellire la macchina burocratica che gravita intorno alla preoccupante realtà della fauna selvatica. Quello che sta succedendo a Santo Stefano di Sessanio è inaudito e chiama in causa una emergenza generale che va avanti da troppo tempo".
Coldiretti L'Aquila scende in campo sul problema dei cinghiali e conferma che, tra danni da cinghiali e conseguenze della siccità, la produzione delle lenticchie di Santo Stefano è compromessa per oltre il 50%. Rischia così di scomparire una produzione che è il fiore all'occhiello della provincia ma anche di tutta la regione.
"Ci sono produttori che non riusciranno a raccogliere nulla perché tutto il raccolto è andato distrutto – dice il direttore di Coldiretti L'Aquila, Massimiliano Volpone – l'allarme riguarda comunque tutte le colture e i produttori sono veramente esausti. E come se non bastasse si avvicina anche la raccolta dello zafferano".
Sulla questione dei cinghiali non è la prima volta che Coldiretti si esprime chiedendo una svolta definitiva all'emergenza. La federazione regionale di Coldiretti Abruzzo lo aveva ribadito già nell'incontro in assessorato all'agricoltura, ai primi di agosto, evidenziando che "la situazione sta assumendo connotazioni critiche, diventando un pericolo sia per l'incolumità delle persone che per le imprese sempre più esasperate" e chiedendo la costituzione di un tavolo di emergenza gestito dalle Prefetture.
"La situazione ormai insostenibile sta provocando l'abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici, sanitari ed ambientali – chiude Volpone – ribadiamo che è necessario affrontare con impegno e tempestività il problema, accelerare il percorso e riorganizzare organi e procedure affinchè si trovi una soluzione definitiva".