La Regione Abruzzo ha dato mandato all'Arta, l'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, di intensificare il monitoraggio e i controlli sulla qualità dell'aria in centro storico per rilevare la concentrazione di polveri e verificare l'eventuale presenza di particelle potenzialmente dannose o pericolose per la salute dei cittadini.
L'iniziativa porta la firma del vice presidente Giovanni Lolli, che si è mosso in seguito ad alcune sollecitazioni e segnalazioni pervenute da parte di soggetti che hanno partecipato al bando Fare Centro.
"Alcune persone che hanno risposto al bando e che si stanno preparando a fare investimenti" ha spiegato Lolli a NewsTown "ci hanno manifestato il timore che le polveri delle demolizioni, dei palazzi e dei cantieri possano creare problemi ai cittadini e disincentivarli dal tornare in centro. Dato che anche noi abbiamo notato una certa resistenza degli aquilani a rimettere piede in città, abbiamo chiesto all'Arta di aumentare l'attività di monitoraggio dell'aria per fugare ogni dubbio e dimostrare, come io credo, che in centro non ci sono livelli di concentrazione di polveri preoccupanti o pericoloso. Vorrei che i cittadni avessero un'informazione il più chiara possibile su come è la situazione".
L'Arta compie già periodiche rilevazioni sulla qualità dell'aria che si respira all'Aquila ma non su quella del centro perché le tre centraline fisse di cui si serve sono posizionate ad Arischia, Piazza d'Armi e S. Gregorio.
La Regione ha domandato pertanto all'agenzia di compiere analisi specifice sulla qualità dell'aria del centro storico, mediante il ricorso ad altre centraline, fisse e mobili.
"Pensiamo possa essere una cosa utile" ha affermato Lolli "non è un'iniziativa fatta in polemica con nessuno. Naturalmente ne ho parlato anche con il sindaco Biondi".
L'Arta, a onor del vero, aveva già effettuato un monitoraggio sull'aria del centro per riscontrare i livelli e la concentrazione di polveri. Era accaduto esattamente un anno fa, su richiesta del prefetto. In quell'occasione, una centralina era stata piazzata per un mese, dal 13 agosto al 17 settembre, a piazza Duomo.
I dati che erano venuti fuori avevano evidenziato valori medi di presenza delle polveri inferiori ai limiti imposti dalla legge (50 microgrammi per metro cubo per più di 35 giorni l'anno), anche se in alcuni giorni c'erano stati comunque dei picchi di gran lunga superiori a quei livelli.
Quell'attività di monitoraggio, tuttavia, non aveva avuto un seguito e si era interrotta dopo un mese. C'è da dire che, dopo il terremoto, né il comune né gli altri enti locali hanno avviato azioni specificamente mirate ad attuare un controllo costante e ripetuto nel tempo per rilevare, in quello che è stato definito il cantiere più grande d'Europa, i tipi di polveri presenti nell'atmosfera e i loro effetti sulla salute dei cittadini. Né sono stati prodotti studi o lavori scientifici da parte della stessa Arta, della Asl o di altre istituzioni.
L'unico atto di cui si ha memoria è un protocollo sulle procedure da seguire per la demolizione di edifici pubblici e privati firmato da comune dell'Aquila, Ance, Asl e Arta.
Recentemente il problema della qualità dell'aria e, più in generale, della vivibilità del centro connessa all'igiene e alla pulizia era stato sollevato dal gruppo di Appello per L'Aquila.