Lunedì, 11 Settembre 2017 01:27

Pineta Dannunziana: "Incendio poteva essere un disastro". Indaga la polizia

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"Sarebbe potuto essere un disastro naturale ma le fiamme sono state circoscritte velocemente nella Riserva Dannunziana di Pescara ed il danno è stato contenuto grazie al perfetto funzionamento del servizio antincendio di cui l'area è dotata e al lavoro sinergico di tutte le forze che ieri hanno operato".

Lo hanno detto il sindaco di Pescara Marco Alessandrini e l'assessore comunale alla Riserva Paola Marchegiani a conclusione del sopralluogo effettuato ieri per l'incendio sviluppatosi sabato in tarda serata nella Pineta Dannunziana.

Sul posto, con l'assessore e il responsabile del Servizio Verde Pubblico Mario Caudullo, anche il professor Gianfranco Pirone, botanico dell'Università di L'Aquila, fra i maggiori esperti della Riserva.

L'assessore ha posto l'accento sul fatto che "scampato il pericolo, interessa capire ora come si sono originate le fiamme in due punti vicini ma diversi, in posizione inaccessibile al pubblico (intorno gira un percorso vita, ma i luoghi sono difficili da raggiungere) e mancanza di fattori di rischio scatenanti. Per accertare tutto e mettere in sicurezza le aree interessate, la riserva resterà chiusa al pubblico anche oggi. Il comparto 2 resta invece aperto".

Marchegiani ha poi ringraziato Polizia Municipale, Vigili del Fuoco e gruppi di Protezione civile che insieme hanno presidiato la riserva, rimanendone a guardia, una volta spento il rogo, tutta la notte.

Gli alberi di grandi dimensioni danneggiati dalle fiamme sono in tutto quattro; il Comune aggiunge che le chiome non risultano del tutto bruciate e quindi gli esemplari potranno tornare in salute, come confermato dal botanico Pirone.

Gli alberi toccati dalle fiamme sono una decina. La Squadra Mobile,che si sta occupando delle indagini, non esclude al momento alcuna ipotesi. Come riferiscono fonti investigative, alcuni residenti ascoltati hanno detto di avere visto in cielo nella zona, prima del rogo, alcune lanterne cinesi volanti.

Botanico: "Qui impossibili viali tagliafuoco"

"La Riserva della Pineta Dannunziana di Pescara costituisce un caso particolarissimo, trattandosi di un'area protetta di piccole dimensioni all'interno di un territorio urbanizzato. La esigua estensione dei vari comparti non permette la presenza di piste tagliafuoco in quanto la loro realizzazione, riducendo drasticamente la superficie dei nuclei forestali e creando una rovinosa frammentazione, innescherebbe un irreversibile processo di estinzione delle stesse comunità vegetali".

Parla il professore Gianfranco Pirone, botanico dell'Università di L'Aquila, fra i maggiori esperti della Riserva di Pescara che si trova nel mezzo di una zona residenziale, con ville e palazzi intorno.

Presente al sopralluogo fatto ieri da sindaco e assessore comunale alla Riserva, Pirone ha constatato di persona i danni causati dalle fiamme, alimentate dal forte vento.

"Non è neppure ragionevole intervenire con l'eliminazione, anche parziale, del sottobosco (con la realizzazione, ad esempio, di viali tagliafuoco verdi) - ha spiegato il botanico -, in quanto, sempre in considerazione delle piccole dimensioni dei nuclei forestali, si trasformerebbe il bosco da complesso ecosistema, quale esso è, a semplice insieme di alberi privo dei caratteri strutturali e funzionali associati agli habitat forestali". "Anche l'allontanamento della necromassa va considerato con attenzione e programmato tenendo conto della opportuna restituzione di fertilità e degli equilibri nella rete trofica esistente nell'ecosistema. In conclusione - ha detto Pirone -, poiché sono da escludere gli incendi spontanei (sono rarissimi gli inneschi da fulmine o da autocombustione), la lotta contro il fuoco doloso o colposo nella Pineta deve essere condotta con un efficace programma di avvistamento e prevenzione, un affidabile sistema di spegnimento, che in questo caso ha funzionato, ed una severa azione di repressione".

Gianni Melilla (MdP): "Ferita identità della città"

"Accertare rapidamente le cause e le responsabilità. Non sarebbe tollerabile per la sicurezza di Pescara avere dei piromani che impunemente possono distruggere l'ultimo lembo di una macchia mediterranea un tempo estesa su gran parte del litorale abruzzese".

Così il deputato Mdp Gianni Melilla sul rogo nella riserva regionale della Pineta Dannunziana di Pescara.

Nel rivendicarne in parte la paternità - "Mi considero un po' il padre avendo presentato la proposta di legge poi approvata dal Consiglio Regionale (legge regionale 95/2000 poi modificata dalla legge 19/2001 sempre a mia prima firma) che istituì la Riserva -, il deputato in una nota sostiene la necessità di "investire maggiori risorse per la sua cura, pulizia, sorveglianza". "Vanno stroncati - dice - fenomeni illegali di prostituzione e di abusi di ogni tipo sia di giorno che di notte, che sappiamo purtroppo esistere. E poi vanno potenziate le attività didattiche e di divulgazione scientifica, le visite scolastiche, va creato uno spazio letterario all'interno della Riserva, vanno incentivate le attività di ricerca insieme all'Università D'Annunzio".

Al Comune e alla Regione Abruzzo Melilla chiede "di approvare il Piano di Assetto Naturalistico e successivamente il Programma pluriennale di attuazione". "Con questa strumentazione - conclude l'esponente di Mdp - la Riserva potrà decollare perché deve essere chiaro a tutti che "la Riserva non è un Parco normale come le decine esistenti nella nostra città. No: la Pineta Dannunziana è una Riserva regionale che segna l'identità ambientale e storico-culturale di Pescara"

Ultima modifica il Lunedì, 11 Settembre 2017 08:35

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