Un Consiglio regionale assolutamente improduttivo.
L'assise - riunita all'Emiciclo - dopo aver discusso alcune interrogazioni e interpellanze, ha deciso di rinviare il progetto di legge per la valorizzazione e promozione dei ristoranti tipici dell’Abruzzo. Rinviata anche la proposta di revoca degli alloggi popolari a coloro che commettono crimini: sul punto, il governatore Luciano D'Alfonso ha chiesto un approfondimento di natura legislative.
Rinviata l’elezione dei componenti della Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità, dei nuovi membri del Collegio per le garanzie statutarie e, di nuovo, l’elezione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personali, già da tempo all'ordine del giorno: il rinvio è stato votato a maggioranza dal centrosinistra, con l'esclusione del consigliere del Pd Pierpaolo Pietrucci.
Rinviate alla prossima seduta anche le seguenti risoluzioni:
- a firma dei Consiglieri Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari e Gianluca Ranieri, M5S, su "Istituzione di una giornata della memoria atta a commemorare i meridionali morti in occasione dell'unificazione italiana";
- a firma dei consiglieri Emilio Iampieri e Mauro Febbo di Forza Italia su "Tutela dei magistrati onorari";
- a firma del Consigliere Mario Olivieri, Abruzzo civico, su "Pubblicazione elenco avviso Pubblico Housing Sociale";
- a firma del Consigliere Mario Mazzocca, Mdp, su "Piano delle Aree";
- a firma del Consigliere Pietro Smargiassi, M5S, su "Decreto di soppressione reparti di Polizia Stradale";
- a firma del consigliere Pierpaolo Pietrucci, su "Percorso metanodotto Snam e centrali dei compressione e spinta della città di Sulmona sui comuni dei crateri sismici Centro Italia e di tutta l'area sismica dell'Appennino".
L'assise ha bocciato, invece, la legge regionale sul baratto; uno schiaffo, l'ennesimo, al capogruppo Pd Sandro Mariani, oramai in rotta col partito a seguito della espulsione del fedelissimo Gabriele Viviani, segretario della sezione dem di Alba Adriatica (Teramo) che, nei giorni scorsi, aveva pubblicato un post su Facebook in cui raccomandava una strategia sicura in materia di migranti, "regalare a chi non ha diritto di stare in Italia una crociera senza ritorno per la costa africana". Non è un mistero che al congresso Pd della Provincia di Teramo, la corrente di Mariani sia contrapposta a quella dell'assessore Dino Pepe e del consigliere Luciano Monticelli; ed è altrettanto evidente che il voto di oggi racconta è l'ennesimo messaggio al capogruppo dem.
"La maggioranza è a pezzi", si legge in una nota dei consiglieri del Movimento 5 Stelle; "alla prima seduta pubblica dopo le ferie estive, mostra ancora le ferite di una incrinatura che probabilmente il presidente D'Alfonso non ha più la forza di sanare. Abbiamo visto per mesi il consiglio bloccato dalle dinamiche interne di un centrosinistra che si sta sgretolando", hanno aggiunto Marcozzi, Mercante, Pettinari, Ranieri e Smargiassi. "Oggi, lo strappo è palesato ancora di più da una maggioranza che vota contro la legge presentata con la firma del proprio capogruppo. Senza entrare nel merito della proposta, che riteniamo inutile, incompleta e mal scritta, ci teniamo a sottolineare il significato simbolico che questo provvedimento ha rappresentato oggi per la maggioranza, ovvero l'isolamento del capogruppo del partito democratico Sandro Mariani".
"La maggioranza di centrosinistra si è presentata oggi in Consiglio regionale, dopo due mesi di sosta, nella forma peggiore, senza né un'idea né risposta esaustiva e responsabile alle gravi problematiche che hanno investito l'Abruzzo quest'estate come la siccità e gli incendi", l'affondo del Consigliere regionale forzista Mauro Febbo. "Mi sarei aspettato - ha spiegato - che il Presidente D'Alfonso aprisse i lavori del Consiglio regionale con un dibattito serio illustrando all'intera assise, quindi a tutti gli abruzzesi, lo stato dell'arte e le azioni messe in campo dalla Regione per rispondere alle emergenze estive. Addirittura alla mia interpellanza, discussa non per prima, hanno risposto ben due assessori (Mazzocca e Pepe) e il terzo (Di Matteo) è intervenuto in aula rivendicando e chiedendo chiarimenti. Una maggioranza senza anima e allo sbando più totale. Mi sarei aspettato inoltre una proposta costruttiva e fattiva per rispondere ai territori montani colpiti come una rimodulazione del Programma di Sviluppo Rurale con specifiche misure di prevenzione e cura dei boschi e delle foreste. Invece nulla di tutto questo"..