Mercoledì, 27 Settembre 2017 13:11

Asl L'Aquila, Fp Cgil prosegue lo stato di agitazione

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Continua lo stato di agitazione indetto dalla Fp Cgil per tutto il personale della Asl 1 L’Aquila-Avezzano-Sulmona per protestare contro le carenze di organico nonché al peggioramento delle condizioni di lavoro e all’abbassamento dei livelli di assistenza e dei servizi ad esse collegate.

“Ieri” scrivono in una nota Francesco Marrelli, Anthony Pasqualone e Angela Ciccone della segreteria provinciale Fp Cgil “in una nota a seguito della proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale dirigente e del comparto della Asl  Avezzano-Sulmona-L’Aquila, si è tenuto, su convocazione del presidente del consiglio regionale Giuseppe Di  Pangrazio, un incontro con la Fp-Cgil in merito alla vicenda della cronica carenza di personale di tutti i profili professionali”.

“Una carenza” si legge ancora “ che deriva dal taglio dei costi del personale (per circa 5,3 milioni) per l’anno 2017, con le evidenti ripercussioni che questa decisione comporta sia in termini di erogazione dei servizi sanitari pubblici sia sulle condizioni di lavoro a cui sono costretti a far fronte ogni giorno i lavoratori della Asl”.

“La Fp-Cgil” affermano i membri della segreteria “ha evidenziato la questione del territorio della provincia dell’Aquila, che avendo un’estensione di 5047 chilometri quadrati occupa circa metà dell’intero territorio regionale, il che aumenta le criticità logistico-organizzative e i costi correlati. Questo dato quindi ripropone con forza la necessità di dotarsi di una vera strategia per le aree interne, presupposto fondamentale per garantire la qualità dei servizi ed evitare il continuo e inesorabile processo di spopolamento, oltre che la realizzazione di un’efficace integrazione ospedale-territorio”.

“Secondo la Fp-Cgil provinciale” prosegue la nota “sono infatti necessari, proprio in virtù della peculiarità delle aree interne, investimenti ulteriori e adeguati alla conformazione provinciale, al contrario di quel che accade oggi. Per fare un esempio, il valore medio annuo pro-capite per le prestazioni sanitarie in regime residenziale, riabilitativo e psicoriabilitativo è pari a 21 euro per la provincia dell'Aquila, 54 euro per quella di Chieti, 46 per quella Pescara e 56 per la provincia di Teramo. Inoltre va messo in risalto che attribuendo il budget in rapporto alla popolazione, e sulla base del fabbisogno previsto per legge, l’importo dovrebbe essere di 45 euro per abitante. Tutto ciò evidenzia una condizione di svantaggio per gli utenti della provincia dell’Aquila”.

“E’ stato inoltre affrontato” dichiarano Pasqualone, Marrelli e Ciccone “il problema relativo al taglio del costo del personale precario della Asl, che in virtù  dell’attuale quadro normativo prende a riferimento l’anno 2009. Infatti, ad oggi, la riduzione di tale costo prevede  l’abbattimento tendenziale del 50% rispetto alla spesa sostenuta nel 2009. A tal proposito va ricordato che  nell’anno in questione, a seguito dei tragici eventi sismici, la dotazione organica della Asl era stata  notevolmente ridimensionata poiché nel solo ospedale dell’Aquila era stato drasticamente ridotto il numero dei posti  letto e di conseguenza il personale”.

“A nessuno sfugga” precisano i tre “che qurell’anno circa 40.000 abitanti risultavano sfollati sulla costa abruzzese. Non va dimenticato poi che ad oggi il personale precario in servizio in tutta la Asl rappresenta più del 10% dell’attuale forza lavoro, che di per sé è comunque insufficiente a garantire la piena erogazione dei servizi e non assicura il rispetto della normativa in merito ai riposi obbligatori. Infatti, da un dato rilevato dalla stessa Asl, rispetto all’attuale dotazione organica di 4053 unità lavorative risultano vacanti circa 250 posti a cui vanno sommate almeno altre 277 unità lavorative utili al rispetto delle turnazioni di legge”.

“Il dato finale” continua la nota “è che ad oggi servirebbero solo per garantire l’erogazione dei servizi nel rispetto della legge ulteriori 527 unità lavorative. A ciò si aggiunga la non sostituzione di circa 100 lavoratori cessati o pensionati nel 2017. Pertanto, il dato finale è di circa 627 lavoratori in meno rispetto alle reali esigenze”.

“Il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, nel recepire le problematiche riferite al tavolo e le
preoccupazioni che ne derivano” si legge ancora ha manifestato l’intenzione di voler affrontare la questione anche all’interno della  conferenza dei capigruppo al consiglio regionale”.

“Ciò premesso” conclude la nota “la scrivente Fp Cgil mantiene lo stato di agitazione di tutto il personale dalla Asl e nell’attendere la convocazione della conferenza dei capigruppo regionali e del comitato ristretto dei sindaci della Asl auspica, nell’interesse collettivo dei lavoratori e degli utenti e per la difesa del territorio, una forte presa di posizione da parte dei diversi livelli istituzionali, così come già da tempo richiesto  e ribadito in ogni confronto che la scrivente ha attivato sino ad oggi”.

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