L'incendio di agosto scorso a Campo Imperatore, sulla piana di Fonte Vetica, avrebbe prodotto un danno quantificabile in 1.5 milioni di euro, tra costi di spegnimento e 'ferite' inflitte all'habitat.
E' quanto evidenzia lo studio del tenente colonnello Carlo Console del Raggruppamento carabinieri del Parco Gran Sasso-Laga, che ha prodotto il report con l'Università dell'Aquila, sezione Scienze ambientali.
Una relazione molto approfondita che, partendo dalla legge quadro 353 del 2000 sugli incendi boschivi, è andata ad analizzare vari aspetti del danno che ad agosto ha comportato uno grosso sforzo da parte dei vigili del fuoco, forestali e protezione civile per spegnere il rogo che da Fonte Vetica si è poi propagato fino a Rigopiano, nella parte pescarese del Gran Sasso d'Italia, tutta zona Parco e per questo vincolata a severe norme in materia di tutela ambientale.
Lo studio è ora al vaglio del sostituto procuratore della Repubblica Fabio Picuti che segue la particolare indagine, svolta dal Nipaf, dal comando provinciale e dalla sezione di polizia giudiziaria in servizio presso la stessa procura. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno terminato la parentesi degli interrogatori dei 14 ragazzi che si trovavano a campeggiare a Fonte Vetica, identificati dai forestali diretti da Antonio Rampini, quali responsabili del rogo. Hanno dai 38 ai 18 anni, due di loro sono residenti a Genova e Torino. Ora sulla vicenda si attendono le valutazioni del pm Picuti in relazione al provvedimento di chiusura delle indagini preliminari.
Gli indagati sono Francesco Cavicchia, Martina Ciullo, Simone Di Benedetto, Fabrizio Di Giandomenico, Mattia D’Orazio, Alessio Falone, Nicole Vagnoni, Alessandro Venti, Luca Wlodarczyk, Ilaria Palmerini, Simone D’Orazio, Enrico Tiberio, Riccardo Di Nicola e Ivan Di Giandomenico.