Mercoledì, 22 Novembre 2017 22:10

Bando Case: stranieri in graduatoria sono il 40%. Chi paga per la sospensione?

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Ed eccoli i numeri, messi nero su bianco. 

Dopo settimane di polemiche per la volontà dell'amministrazione comunale di sospendere il bando così detto di 'housing sociale' per l'assegnazione degli alloggi del progetto Case e Map, si può mettere finalmente un punto fermo: ebbene, le domande presentate sono state 1.160 e circa 1000 sono state ammesse. Gli stranieri in graduatoria sono il 40%, e soltanto tra i primi cento sono l'80%; 400 sono i nuclei con un solo componente, 250 le coppie. Gli alloggi disponibili sono 340 nel progetto Case e 70 nei villaggi Map. 

Fin qui, i numeri. 

Gli uffici hanno lavorato mesi per esaminare le domande ed attribuire i punteggi per la formazione delle graduatorie; concluso l'esame, però, l'amministrazione ha deciso di non pubblicarle e di non procedere alle assegnazioni "perché l'80% degli aventi diritti è straniero". E come detto, non è vero, se non per i primi 100 in graduatoria. Insomma, "non procedere con le assegnazioni non penalizza soltanto gli stranieri" che hanno risposto ad un regolare bando, "ma anche molti aquilani, nuclei monofamiliari e giovani coppie", ha sottolineato il consigliere comunale d'opposizione Angelo Mancini.

"La stucchevole querelle tra vecchi e nuovi amministratori, che ha coinvolto anche la politica nazionale, si basa su due posizioni, quella di centrodestra che, al di là della graduatoria, vorrebbe assegnare gli alloggi 'prima agli aquilani', e quella della passata amministrazione di centrosinistra, che difende il bando e la continuità amministrativa, quindi per un'assegnazione agli aventi diritto in base alla graduatoria", ha sottolineato Mancini.

Il punto è un altro, però: sospendere il bando "espone il Comune a ricorsi amministrativi in cui sicuramente sarà soccombente, per cui, con i soldi dei cittadini aquilani, sarà costretto a pagare i danni".

Non solo. "Il problema più grave che il blocco del bando sta provocando - ha inteso chiarire Mancini - sta nel fatto che, non assegnando i circa 400 appartamenti, l'ente non incasserà i soldi dei fitti che, considerando una media tra le metrature, la diversa localizzazione e la quota di affitto prevista dai patti territoriali, è di circa 60mila euro al mese, quindi 720mila euro annui. Chi pagherà i danni derivanti dai mancati introiti? Non certo gli amministratori ma tutti i cittadini aquilani, con l'aumento delle tasse e delle imposte, che sono già le più alte d'Italia".

Un'ennesima tegola che si abbatterà sulla città.

 

Dakaj: "Troppi ritardi e polemiche inutili sul Progetto Case"

"Occorre maggiore collaborazione tra tutte le forze politiche. Ho la sensazione che sul progetto CASE si stia perdendo del tempo prezioso: non voglio credere che la polemica sugli stranieri possa nascondere difficoltà nella gestione di quello che, nel bene o nel male, è un piccolo patrimonio della Città, capace di produrre reddito, ma anche diventare l'ennesimo carrozzone sulle spalle dei contribuenti".

Così il consigliere straniero Nezir Dakaj che auspica "il raggiungimento di una soluzione in tempi rapidi e prima che la polemica si estenda ulteriormente coinvolgendo, oltre gli stranieri, anche gli immigrati di origine italiana che, secondo alcune fonti incontrollate, sarebbero giunti in città attirati dagli affitti stracciati del progetto CASE. Se veramente molte persone hanno deciso di stabilirsi a L'Aquila - ha chiarito Dakaj - vuol dire che forse la nostra città ha ancora molto da offrire, più di quanto noi stessi non crediamo. È un momento difficile per la città: cerchiamo rapidamente l'unità, senza troppi calcoli di bottega, abbiamo un Capoluogo da difendere. Nel mio paese c'è un detto per cui ad un uomo già completamente bagnato dalla pioggia non fa differenza rimanere in piedi sotto un ombrello o cadere in ginocchio dentro una pozzanghera di acqua".

Ultima modifica il Giovedì, 23 Novembre 2017 10:21

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