Giovedì, 28 Novembre 2013 18:11

Ricostruzione borghi, più soldi agli edifici con elementi di pregio architettonico e paesaggistico

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Si chiamerà MIC, acronimo che sta per Modello Integrato Cratere, e sarà il nuovo modello di natura parametrica che servirà a definire nuove procedure di determinazione dei contributi per la ricostruzione privata dei centri storici dei 56 Comuni del Cratere.

Il nuovo strumento operativo, ancora in fase di predisposizione dall'Usrc, l'Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere guidato da Paolo Esposito, verrà introdotto da un decreto ad hoc, atteso entro la fine di dicembre.

Si tratta di un modello studiato per favorire un migliore e più snello iter istruttorio, dotato di nuovi criteri. Propedeutica alla sua adozione è la predisposizione di una tabella denominata “Tabella Incrementi”, tramite la quale sarà possibile attribuire degli incrementi percentuali ai contributi base per la ricostruzione privata nel caso in cui ci sia la presenza di particolari valori di pregio che interessano sia i singoli edifici che gli aggregati, gli spazi collettivi e il paesaggio.

L'intesa che introduce la nuova Tabella Incrementi è stata firmata questa mattina a Fossa, presso la sede dell'Usrc, da Fabrizio Magani, direttore regionali dei Beni Culturali, Emilio Nusca, coordinatore dei sindaci delle aree omogenee, e da Paolo Esposito, titolare dell'Ufficio.

La Tabella Incrementi è frutto di un lavoro di squadra: l'Ufficio Speciale si è occupato di fare da supervisore e di mettere in atto un'opera di raccordo dei vari processi che vedevano coinvolti la Direzione Regionale dei Beni Culturali, l'Università di Roma “La Sapienza” e quella di Chieti/Pescara “G. D'Annunzio”, i sindaci delle aree omogenee e gli ordini professionali di architetti e ingegneri.

In particolare, le università si sono occupate di fare una ricognizione di quelle che erano le caratteristiche di pregio architettonico e di complessità strutturale diffuse nei 56 comuni del Cratere. Caratteristiche poi “tradotte” in grandezze misurabili: è a queste ultime che andranno attribuiti gli incrementi economici.

Il lavoro fatto dai due atenei è stato ulteriormente affinato dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali con l'ausilio delle Soprintendenze di L'Aquila e Chieti.

Come funziona la tabella? In sostanza, essa riporta le caratteristiche oggetto di incrementi specifici, fino a un massimo del 100% per gli edifici sottoposti a vincolo di tutela totale secondo quanto stabilito dal Codice dei Beni Culturali (parliamo di un centinaio di edifici in tutto) e del 60% (sempre rispetto al contributo base) per gli edifici non sottoposti a vincolo totale ma dotati comunque di valenza storica, artistica e culturale.

Gli incrementi sono concessi a valle di una revisione da parte degli Utr (gli uffici territoriali delle aree omogenee) se e solo se si interviene sul particolare valore o sulla particolare caratteristica per restaurarla o conservarla e non, dunque, per un'eventuale demolizione/ricostruzione.

Il controllo verrà effettuato a valle dell'istruttoria sulla base di un materiale documentale obbligatorio, composto da relazioni specialistiche, documentazione fotografica e altri rilievi.

Come sono fatte le schede? In corrispondenza di ognuna delle voci riportate nella tabella parametrica, c'è la caratteristica che bisogna preservare, la descrizione degli elementi che la compongono e i requisiti che deve avere. A valle di questi requisiti e della descrizione di come si determina la loro presenza, lo schema offre un contributo in termini di tipologie di intervento auspicabili per quella determinata caratteristica.

La tabella, come detto, riporta caratteristiche attribuibili non solo ai singoli edifici ma anche al paesaggio (elementi pertinenziali adiacenti agli edifici oggetto di incremento) e caratteristiche identificabili come spazi di uso collettivo. Possibilità di incremento sono previste anche in caso di ritrovamento di reperti archeologici.

Ultima modifica il Giovedì, 28 Novembre 2013 22:16
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