Martedì, 24 Aprile 2018 15:36

Pulizia C.a.s.e., lavoratori appesi ad un filo tra stipendi mancanti e bando capestro

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E' tornata a riunirsi la Commissione ‘Politiche sociali, culturali e formative’ presieduta dalla consigliera Elisabetta De Blasis con, all’ordine del giorno, la vicenda delle 28 lavoratrici e lavoratori, da mesi in stato d’agitazione, che si occupano della pulizia degli alloggi del progetto Case e Map.

Come avevamo spiegato, la società che gestisce il servizio – il consorzio Seaman di Roma – è in stato di crisi e, dunque, il Comune dell’Aquila sta versando le spettanze dovute ai dipendenti in surroga. A margine della precedente riunione della Commissione, il 10 aprile scorso, l’amministrazione attiva – per voce del vice sindaco Guido Quintino Liris - aveva assunto l’impegno di versare alle lavoratrici e ai lavoratori la mensilità di marzo e parte della tredicesima non ancora percepita; ebbene, un errore tecnico del dirigente nell'istruire la determina ha fatto saltare i pagamenti: a quanto si è appreso, il dovuto verrà versato il prossimo 26 aprile e, così, in alcuni giorni i dipendenti avranno accreditato il sospirato stipendio. Sia chiaro: parliamo di compensi al di sotto della soglia di dignità lavorativa, e tuttavia il ritardo nei pagamenti ha creato non pochi problemi alle 28 famiglie che, su quello stipendio, fanno affidamento per tirare la fine del mese.

D’altra parte, la vicenda è piuttosto complessa e si sta incancrenendo per la preoccupazione crescente degli stessi dipendenti del consorzio Seaman, e dei consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. In effetti, l’attuale affidatario del servizio di pulizia - che si era aggiudicato l’appalto in scadenza al 31 dicembre scorso con un ribasso su base di gara del 43% - seppure inadempiente con i pagamenti ha avuto una proroga tecnica al 30 aprile, in attesa del nuovo bando d’aggiudicazione. Ciò per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori d'approfittare della così detta ‘clausola sociale’ che obbliga la società che si aggiudicherà il bando ad assorbire il personale già impiegato.

Qui sta il nodo, però.

I tempi del bando si stanno allungando e, dunque, è in istruttoria una seconda proroga, al 31 maggio, che già è una forzatura considerato che il Consorzio è in crisi e il Comune dell’Aquila sta assumendo l’onere del pagamento degli stipendi in surroga.

Non solo. Le dodici imprese che hanno risposto al bando hanno presentato, in media, offerte con un ribasso – non può che considerarsi anomalo - che si attesta al 50% sulla parte economica a base di gara. Ovviamente, i commissari consiglieri non hanno mancato di manifestare i propri dubbi, preoccupati che tali ribassi possano significare un peggioramento delle condizioni contrattuali di lavoratrici e lavoratori, oltre che un ulteriore decadimento del servizio offerto. Per questo, si era deciso di far esaminare dal Responsabile unico del procedimento, l’ingegner Fabrizio De Carolis, i giustificativi già richiesti alle società che si sono proposte, vagliandoli con puntualità ed in modo comparativo. In realtà, stamane il funzionario comunale - tra l'altro a servizio di un altro settore - ha chiarito che sta procedendo con la verifica della società che si è piazzata prima, con un ribasso di oltre il 50%, che ci vorrà comunque ancora un mese per concludere le istruttorie e che potrebbe chiedere un supporto alla commissione giudicatrice.

La situazione è piuttosto intricata: avendo il dirigente competente deciso di ricorrere a Consip, la centrale unica per gli acquisti della pubblica amministrazione, e in particolare al sistema dinamico Sdapa che definisce già procedimenti interamente elettronici e aperti per tutto il periodo di efficacia a qualsiasi operatore economico che soddisfi i criteri di selezione, non si è potuto far altro che adottare la documentazione già predisposta modellandola al caso di specie; significa che non si è potuto, ad esempio, riconoscere maggior peso all’offerta tecnica piuttosto che a quella economica. Con la conseguenza che si è arrivati ai preoccupanti ribassi.

Ribassi anomali, lo ribadiamo, se è vero che l’offerta economica delle prime imprese in graduatoria non risponderebbero nemmeno alla copertura del costo del personale; tuttavia, ciò potrebbe essere non sufficiente per scorrere la graduatoria e, magari, per arrivare – come auspicato da alcuni consiglieri, Lelio De Santis tra gli altri – alla revoca del bando considerato che, stando ai presupposti di gara, le imprese potrebbero risultare pienamente in regola. Chi assumerebbe, dunque, la responsabilità di indire un nuovo bando, esponendo l’Ente ai prevedibili ricorsi? E soprattutto, chi potrebbe rischiare di concedere un’ulteriore proroga, stavolta più lunga, ad un consorzio, la Seaman, che non è più in grado di corrispondere lo stipendio alle lavoratrici e ai lavoratori?

D’altra parte, si dovesse decidere di arrivare a revoca le lavoratrici e i lavoratori perderebbero il diritto ad essere riassorbiti dall'impresa subentrante.

Tra due settimane si farà un ulteriore punto in Terza Commissione: sta di fatto che la strada sembra davvero stretta per dare una sterzata; il rischio concreto è che si arrivi all’affidamento ad una società che ha operato un ribasso di oltre il 50% e, nella migliore delle ipotesi, la forza lavoro subirebbe una decurtazione dell’orario di lavoro, con ulteriore decadimento di un servizio già scadente, esponendo i lavoratori, di nuovo, alla possibilità che l’impresa aggiudicatrice non ce la faccia a corrispondere pienamente gli stipendi. 

Ultima modifica il Martedì, 24 Aprile 2018 20:46

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