Mercoledì, 23 Maggio 2018 23:55

Inchiesta beni culturali, chiuse le indagini: in 26 rischiano rinvio a giudizio

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La Procura dell’Aquila ha chiuso l'inchiesta riguardante un presunto giro di tangenti scoperto negli appalti gestiti dal Mibact Abruzzo per la ricostruzione di chiese e di altri beni culturali danneggiati dal terremoto, all'Aquila e a Sulmona.

Le indagini, condotte dai carabinieri, coinvolsero imprenditori, tecnici e funzionari del ministero e della Soprintendenza e portarono all'arresto di 10 persone e all'interdizione dall'esercizio della professione di altre cinque.

L'inchiesta, ribattezzata "L'importante è partecipare", deflagrò nel luglio scorso e mise sotto la lente di ingrandimento la ricostruzione di decine di monumenti, tra edifici pubblici e chiese, tra cui il Teatro Comunale dell'Aquila.

La procura ha notificato la conclusione delle indagini a 26 persone, l'atto prodromico alle richieste di rinvio a giudizio. Per alcune di loro la posizione si è ulteriormente aggravata, perché dall'attività investigativa sarebbero emersi altri riscontri su una loro condotta illegale nell'ambito di altre gare d'appalto bandite sempre dal Mibact.

Nove persone sono invece uscite definitivamente dall’inchiesta coordinata dal pm Simonetta Ciccarelli.

Le accuse nei confronti degli indagati, che ora hanno 20 giorni di tempo per rispondere, con delle controdeduzioni, alle accuse, vanno dall'abuso d'ufficio alla turbativa d'asta fino alla corruzione.

Gli edifici finiti nel mirino sono la chiesa di Santa Maria Assunta a Tione degli Abruzzi (L’Aquila), la chiesa di San Domenico a Sulmona (l’Aquila), la chiesa di San Salvatore a Civitaretenga (L’Aquila), la Badia di Sulmona, piazza Duca degli Abruzzi- Porta Branconia dell’Aquila, Torre medicea di Santo Stefano di Sessanio (l’Aquila), la chiesa di San Sisto all’Aquila, il teatro comunale dell’Aquila e la chiesa di San Biagio a Cappadocia (L’Aquila).

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