Giovedì, 21 Giugno 2018 22:31

Sulmona, Cgil su agente penitenziario aggredito: "Carenza di personale problema non più procrastinabile"

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Due giorni fa, nel carcere di Sulmona, un poliziotto penitenziario di 47 anni originario di Chieti è rimasto ustionato da olio bollente che un detenuto gli ha lanciato contro durante il giro di controllo.

Scrivono, in una nota, il segretario provinciale della Fp Cgil Anthony Pasqualone, il coordinatore Regionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria Matteo Balassone e i delegati Fp Cgil Casa di Reclusione di Sulmona Gino Ciampa e Giuseppe Mazzagatta: “La Fp Cgil, come più volte segnalato, torna ad evidenziare le difficili condizioni di lavoro in cui ogni giorno si trova ad operare il personale di Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione di Sulmona, facendo particolare riferimento a come tali condizioni influiscano negativamente sulla salute del Personale stesso”.

“La Fp Cgil, il Coordinatore Reg.le ed i delegati della Polizia Penitenziaria, esprimono la massima solidarietà nei confronti del collega e contestualmente ritengono non più procrastinabile la necessità di affrontare il problema della carenza di personale all'interno della struttura, tanto più che, come dichiarato dai vertici dell'amministrazione penitenziaria di Sulmona, imminente sarà l'ampliamento al quale deve essere necessariamente dato seguito un immediato adeguamento del personale”.

“Continuano ad aumentare i carichi di lavoro e, come se ciò non bastasse, continuano ad aumentare le aggressioni subite dal personale della Polizia Penitenziaria in carcere”.

“In un contesto del genere aumenta lo stress accumulato dai lavoratori  e le condizioni di sicurezza dei detenuti. Per questi motivi la Fp Cgil ribadisce la necessità dell’apertura di un tavolo di confronto per trovare soluzioni condivise che consentano di contrastare il fenomeno dello stress lavoro correlato e di ridurre al minimo i rischi di aggressione al personale, mettendo in sicurezza i lavoratori ed il lavoro che gli stessi svolgono”.

Mastrulli: "Sicurezza del persoale a rischio, chiediamo intervento dei militari"

Sulle difficili condizioni in cui versano le carceri abruzzesi e sui problemi di sicurezza del personale di polizia penitenziaria è intervenuto anche il segretario nazionale del Cosp, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Domenico Mastrulli.

"Mastrulli" si legge in una nota del sindacato "recatosi questi giorni in Abruzzo per verificare le condizioni delle carceri abruzzesi, in riferimento alle criticità sollevate dal personale in servizio nelle strutture di Vasto e Sulmona, causate dal sovraffollamento e dalla cronica carenza degli organici di polizia penitenziaria, ha chiesto ai ministri della Difesa, dell'Interno e della Giustizia di fronteggiare l'emergenza attraverso l'impiego di personale militare".

"Nella fattispecie il segretario nazionale del Co.s.p. oggi in visita nel carcere di Sulmona, chiede che personale militare possa essere utilizzato a supporto dei presidi carcerari al fine di assicurare la vigilanza esterna e i servizi di sentinella lungo i perimetrali dei penitenziari".  "

"Mastrulli chiede anche il rientro immediato negli organici dei penitenziari del personale addetto alla sicurezza attualmente distaccato nei vari uffici dipartimentali, in quelli ministeriali e nelle sedi dei Provveditorati regionali".

"Nel sistema carcerario – osserva Mastrulli – mancano all'appello circa 9mila poliziotti e 2mila dipendenti civili a causa del mancato scorrimento delle graduatorie rimaste congelate da 5 anni. Le aggressioni subite dal personale in questi ultimi due giorni non fanno altro che generare un diffuso senso di insofferenza fra gli addetti".

"La duplice aggressione verificata nelle scorse ore nella casa circondariale di Turi ai danni di due agenti penitenziari rimasti feriti e l'olio bollente versato da un detenuto sul volto di un agente penitenziario nel carcere di Sulmona (Pe), sono episodi che rendono drammatica la situazione".

"Quanto accaduto ieri a Turi  – ha aggiunto Mastrulli – si è verificato mentre i detenuti fruivano del sistema di vigilanza dinamica con celle aperte, un sistema incompatibile con personale ridotto all'osso. Nelle carceri si sta verificando una vera e propria mattanza che prima o poi sfocerà in tragedia".

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