L’Aquila del post-terremoto è una città basata sull’uso dell’automobile privata, che ricorre al trasporto pubblico solo occasionalmente e la cui rete di strade e infrastrutture non risponde più alle mutate esigenze di mobilità dei cittadini.
E’ questo, in sintesi, il quadro che viene fuori dal documento conoscitivo propedeutico al nuovo Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) appena approvato dalla giunta comunale, un corposo dossier di oltre 400 pagine - pieno di dati, cifre e tabelle - che servirà da cassetta degli attrezzi e da serbatoio di informazioni e suggestioni per costruire il Piano vero e proprio. Quest’ultimo dovrà essere approvato dal Comune, come previsto dalle linee guida ministeriali, entro ottobre 2019.
I contenuti del documento sono stati illustrati stamane in conferenza stampa dal sindaco Biondi, dall’assessore ai Trasporti e alla Mobilità urbana Carla Mannetti e dall’ingegner Stefano Ciurnelli, coordinatore della parte tecnico-scientifica del gruppo che ha redatto il lavoro.
Biondi: "Solo il primo passo"
“Si tratta solo di un primo passo rispetto all’approvazione definitiva del Pums” ha affermato Pierluigi Biondi “Possiamo già dire, intanto, che, per la prima volta, il piano urbano recupera le frazioni e anche località come Fonte Cerreto, il Gran Sasso e Campo Imperatore inserendole dentro una strategia complessiva. E’ uno strumento che serve anche per iniziare a dare di nuovo a questa città quelle regole perse dopo il terremoto. Stiamo investendo molto soprattutto sulla mobilità elettrica, in linea con il trend generale secondo cui, nel 2022, quasi tutte le casa automobilistiche avranno cessato la produzione di veicoli con motori diesel”.
Per il Pums disponibili 45 milioni di euro
“Il nuovo Pums” ha dichiarato Carla Mannetti “può partire da un tesoretto complessivo di oltre 45 milioni di euro”. Un plafond, ha spiegato l’assessore, dove sono confluite risorse di diversa provenienza: fondi per mobilità elettrica, piste ciclabili e bike sharing; finanziamenti per lo sviluppo urbano sostenibile; delibere Cipe; Masterplan; finanziamenti ministeriali Metrobus. “La prima sfida che questo nuovo piano si pone” ha detto la Mannetti “è la riduzione del numero di spostamenti giornalieri delle auto private. La seconda è la ricerca di una risposta al problema della dispersione abitativa generata dal sisma. La terza è la riorganizzazione del sistema di trasporto pubblico locale, a partire dalla realizzazione di nuovi nodi di scambio e dagli investimenti su mobilità elettrica e piste ciclabili urbane”.
A tal proposito, l’ingegner Ciurnelli ha chiosato: “Bisogna abbandonare la concezione che relega la mobilità ciclistica solo alle aree extraurbane pianeggianti. Ormai con le bici a pedalata assistita si possono fare tante cose”. Prima dell’approvazione del nuovo Pums, ci sarà una lunga fase in cui il documento conoscitivo appena votato dalla giunta verrà discusso con il territorio. Si partirà, a settembre, con le scuole e l’università dell’Aquila per poi passare a dei focus con le varie categorie produttive e commerciali e a incontri e convegni con i cittadini.
“Il documento conoscitivo” ha spiegato Ciurnelli “è stato elaborato a partire dalle nuove linee guida europee, che ormai da qualche anno mettono al centro non più le auto ma le persone e il loro diritto alla mobilità".
Se 260mila spostamenti giornalieri vi sembran pochi
“Se consideriamo tutti gli spostamenti giornalieri che gravitano intorno all’Aquila” ha spiegato l’ingegner Ciurnelli “nelle 24 ore di un giorno feriale abbiamo contato in media circa 380mila cosiddetti spostamenti elementari. Il 70% di questi, 260mila, è generato all’interno della città, ossia dentro i confini comunali”. Andando ancor più nel dettaglio, gran parte di questi spostamenti avviene sull’anello che, partendo dall’hotel Amiternum, comprende viale Corrado IV, via XX settembre, Collemaggio e viale della Croce Rossa. “Su questo segmento” ha osservato Ciurnelli “non abbiamo mai contento meno di 4mila veicoli l’ora, per tutto l’arco della giornata”.
Autobus, questo sconosciuto
Se si fa eccezione per gli studenti delle scuole medie e superiori e per i lavoratori stranieri, sono pochissimi gli aquilani che, per spostarsi, usano i mezzi pubblici, anche perché il trasporto pubblico locale, afferma sempre Ciurnelli “è assolutamente sotto dotato rispetto alle dimensioni della città: 3 milioni e 800mila chilometri programmati, gli stessi da tre anni, che trasportano 3 milioni di passeggeri l’anno certificati da Ama, in media circa 9 mila 900 al giorno, con punte più alte nella stagione scolastica”. Ma è una rete che funziona quasi esclusivamente per gli studenti (che da soli rappresentano circa il 40% dell’utenza). Il resto è poca cosa.
“E’ un trasporto troppo tarato sulle esigenze di base, con poche corse concentrate quasi tutte nelle ore di punta. Il servizio ha poca appeal, ad esempio, sugli anziani o su chi deve andare a fare la spesa” spiega Ciurnelli. E poi c’è il problema dei “portoghesi”, di coloro, cioè, che usano gli autobus senza pagare il biglietto. Il tasso di evasione è altissimo, stimato intorno al 30%. E a proposito di ticket, ha aggiunto Ciurnelli, “la Regione deve risolvere quanto prima il problema della mancata applicazione sull’Aquila del sistema del biglietto unico integrato, ossia dell’integrazione tra trasporto urbano e extraurbano. Ogni giorno, nel corridoio Est-Ovest della città, circolano oltre 250 corse extraurbane, che potrebbero aiutare a portare i cittadini. E’ uno sperpero di risorse che non possiamo più permetterci”.