Una vicenda lunga 36 anni, e che ha dell'incredibile.
C'è una sentenza del 2014, definitiva e inappellabile, della Corte d'Appello di Roma, sezione speciale degli usi civici, che ha riconosciuto la natura demaniale civica universale di una parte del terreno, ben 4 ettari, sul quale è stata costruita la Casa circondariale dell'Aquila, in località Costarelle, annullando di fatto i provvedimenti assunti fino a quel momento, espropri compresi; dunque, l'Agenzia del Demanio Abruzzo e Molise è stata condannata all'indennizzo in favore dell'uso civico di Preturo: l'esecuzione del giudizio è stata demandata a Regione Abruzzo che, in effetti, nel marzo 2015 ha istruito una determina di reintegro dei terreni.
Tuttavia, l'Agenzia in questi anni ha disatteso, e continua a disattendere, la sentenza. Per questo, l'anno passato l'Asbuc - l'amministrazione separata dei beni di uso civico - ha fatto ricorso al Tar, che l'ha accolto, chiedendo di dar seguito al pronunciamento della Corte d'Appello.
E l'Agenzia del Demanio? Ne ha preso atto, sottolineando, però, come risulti impossibile ottemperare in quanto, per la restituzione dei terreni, sarebbe necessaria la demolizione del carcere.
Ora, è chiaro che si tratta di una strada impercorribile: piuttosto, si dovrebbe arrivare ad un accordo extra giudiziale, a sanatoria dell'abuso; in sostanza, l'Agenzia del Demanio dovrebbe indennizzare l'uso civico di Preturo e, così, acquisire i terreni al Patrimonio dello Stato. E l'Asbuc sarebbe anche d'accordo: anzi, ha avanzato una proposta di transazione assai vantaggiosa, stante i valori di mercato, per risolvere il contenzioso e andare avanti con i successivi adempimenti, come l'alienazione e il cambio di destinazione d'uso, cosa mai fatta peraltro su terreni agricoli sui quali, dunque, neanche si sarebbe potuto costruire.
L'Agenzia del Demanio, però, ha chiarito che non intende accollarsi oneri aggiunti avendo già sostenuto, così è stato ribadito in diversi incontri, gli esborsi per gli espropri in favore degli allora occupanti dei terreni.
Insomma, sebbene ci sia una sentenza che ha sancito come la Casa circondariale sia stata costruita su terreni gravati da uso civico, mai indennizzati, con la condanna dell'Agenzia del Demanio, l'Ente pubblico non intende dar seguito al pronunciamento giurisdizionale.
Cosa potrebbe succedere, a questo punto? Se il Tar - appena fisserà la sentenza di merito - dovesse dare esecuzione alla sentenza, si corre il rischio, concreto, che venga imposto il ripristino della situazione iniziale, quindi la chiusura e la demolizione del carcere. "Noi riteniamo indispensabile, indifferibile e urgente trovare una soluzione che scongiuri la demolizione - ha ribadito il presidente Antonio Nardantonio - in quanto tale circostanza avrebbe ripercussioni rilevanti dal punto di vista sociale in ordine alla mancata erogazione di un servizio pubblico nel Comune dell’Aquila e della spesa pubblica".
Tuttavia, proseguono gli incontri, l’ultimo il 18 luglio scorso, e le parti sono ancora lontane da una soluzione.