12 episodi violenti in due mesi (quelli denunciati), più di uno a settimana; 12 aggressioni ‘cucite’ da un filo rosso: vittime sono cittadini stranieri, per lo più di carnagione scura. Dalla Piana di Gioia Tauro a Moncalieri, da sud a nord, passando per Caserta, Napoli, Latina, Roma, Forlì, Vicenza.
2 i morti, decine i feriti anche gravi: una bimba rom di 15 mesi, un’atleta della nazionale italiana di atletica, operai.
- Moncalieri, 30 luglio. L’atleta italiana Daisy Osakue sta attraversando la strada sulle strisce pedonali; in quel momento, due giovani delinquenti a bordo di un’automobile in corsa le lanciano contro delle uova, colpendo Daisy in pieno viso e lesionandole la cornea sinistra • Aprilia 29 luglio. In due l'hanno inseguito convinti che fosse un ladro e che avesse intenzione di rubare e lo hanno picchiato. Un marocchino di 42 anni è morto. Sulla dinamica indaga la magistratura, i due sono accusati di omicidio preterintenzionale;
- Caserta, 26 luglio. Un ragazzo della Guinea, ospite in un centro di accoglienza, denuncia di essere stato colpito al volto con una pistola ad aria compressa;
- Partinico, 26 luglio. Un migrante senegalese è stato picchiato e insultato al grido di "Tornatene al tuo paese, sporco negro", mentre stava lavorando al bar;
- Vicenza, 26 luglio. Un operaio di origine capoverdiana che lavorava su un ponteggio è stato colpito alle spalle da un pallino;
- Roma, 18 luglio. Una bambina rom di 15 mesi viene colpita alla spalla, perforata da un piombino;
- Forlì, 5 luglio. Un ivoriano di 33 anni è colpito all’addome;
- Forlì, 2 luglio. Una donna nigeriana denuncia di essere stata ferita a un piede;
- Latina, 11 luglio. Due nigeriani mentre aspettano l’autobus a Latina Scalo vengono colpiti da sconosciuti a bordo di un'auto;
- Napoli, 20 giugno. Un altro ragazzo maliano viene colpito da due ragazzi armati di un fucile a piombini;
- Caserta, 11 giugno. Due ragazzi maliani, ospiti di una struttura per migranti, raccontano di essere stati colpiti da una raffica di colpi di pistola ad aria compressa sparati da una Panda nera in corsa. Uno ha una ferita all’addome;
- Piana di Gioia Tauro, 2 giugno. Sacko Soumayla, ventinovenne maliano, viene ucciso da un colpo di fucile sparato da lunga distanza. Insieme ad altri due uomini, Madiheri Drame, 30 anni, e Madoufoune Fofana, 27 anni, la vittima era entrata all'ex Fornace, una fabbrica abbandonata nella zona di San Calogero, alla ricerca di vecchie lamiere e altro materiale utile per costruire un riparo di fortuna.
Innanzi ad una lista di aggressioni che fa tremare i polsi [è stata pubblicata da Valigia Blu, abbiamo aggiunto altri due eventi], il silenzio di molti, e le parole dei leader del così detto governo ‘giallo verde’, il ministro degli Interni Matteo Salvini e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio: “non c’è alcun allarme”. A minimizzare episodi che, invece, dovrebbero preoccupare e spaventare. A parlare di strumentalizzazioni che paiono quasi giustificare, anzi legittimare, questi atti di razzismo oramai quotidiani.
Ed intanto, a Giulianova un italo senegalese viene maltrattato negli uffici della Asl: “Questo non è l’ufficio del veterinario”, gli hanno urlato in faccia.
"Mi ha molto colpito un fatto di cronaca di questi giorni. L'Italia non può diventare un Far West dove un tale compra un fucile e dal balcone colpisce una bambina di un anno rovinandole la salute. Questo non è il futuro, questa è barbarie", aveva detto, nei giorni che seguirono i tragici fatti di Roma, il Capo dello Stato. Una barbarie cui non possiamo rassegnarci.
Gravissimo l’accaduto ad Aprilia, ieri: ronde di cittadini che inseguono un presunto ladro, malmenato fino alla morte. Guarda caso, un immigrato. Un uomo condannato senza appello, senza contraddittorio, senza giustizia: un gruppo di persone ha deciso che era colpevole, l’ha ucciso. D’altra parte, il cittadino di origini marocchine aveva in auto dei mezzi da scasso: era un pericolo, più chiaro di così. O no? E c’è chi continua a proporre il libero accesso alle armi per legittima difesa.
L’ultimo episodio, quello di Moncalieri, sebbene si tratti, probabilmente, dell’unico non direttamente riconducibile a motivi razziali - nei giorni scorsi, in città, erano avvenuti fatti simili anche ai danni di cittadini italiani di carnagione chiara - sembra aver, finalmente, risvegliato le coscienze, e una parte di classe politica che, fino ad oggi, era rimasta colpevolmente silente. "Non vedere il grave rischio che stiamo correndo dopo che si moltiplicano i casi di violenza sui migranti – ha sottolineato il segretario del Pd, Maurizio Martina - è un clamoroso errore. Il problema c'è, c'è una spirale razzista preoccupante che va riconosciuta e combattuta e un governo che non riconosce il problema diventa complice di questa spirale. Noi denunciamo questa miopia da parte del governo di Salvini e Di Maio e di tutti quelli che rincorrono dichiarazioni a negare il problema". Il segretario dem ha lanciato una grande manifestazione a settembre: "Servirà per dire forte e chiaro che l'Italia non cede al ricatto di questa clima di razzismo e odio – ha spiegato - ma reagisce con la cittadinanza, con la democrazia, con una idea forte dei diritti e dei doveri. Guai a noi se non vedessimo il rischio che stiamo correndo".
E’ tutta l'opposizione a mobilitarsi. Anche Forza Italia. "Di fronte ad ogni episodio di razzismo, xenofobia e antisemitismo, le istituzioni italiane hanno sempre parlato con una sola voce, ferma e severa. Per questo motivo l'Italia ha sempre avuto gli anticorpi necessari per estirpare alla radice l'odio razziale. La stessa limpida voce deve levarsi anche oggi perché, se le istituzioni non presidiano il limite, il nostro Paese rischia l'imbarbarimento e la deriva. Dobbiamo avere il coraggio di chiamare razzismo ciò che evidentemente lo è", le parole di Mara Carfagna.
Il presidente della Camera Roberto Fico ha chiarito che, "al di là del fatto in sé, se ci sono in questo momento episodi di razzismo, il razzismo va sempre combattuto, in ogni caso, senza esitare mai un solo secondo". Pure il sindacato ha preso posizione. "È insopportabile e inaccettabile il silenzio di governo e ministro dell'interno sugli omicidi, gli attentati i pestaggi e gli oltraggi nei confronti degli immigrati”, ha ribadito la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. “La Cgil è pronta ad assumere iniziative di difesa e tutela dei nostri nuovi cittadini".
Il ministro degli Interni non può ‘sfuggire’ alle sue responsabilità, non può far finta di nulla: dovrà spiegare al paese come intende contrastare questi fenomeni, legati ad una propaganda di stampo razzista il cui linguaggio viene usato in maniera ricorrente anche da esponenti delle stesse forze di governo. Siamo vicini al punto di rottura. Non capirlo avrebbe conseguenze drammatiche. E l’appello è rivolto anche alle forze di sinistra che, in questi mesi, hanno tenuto un atteggiamento remissivo, sottovalutando la situazione, incapaci di contrapporre alla retorica dominante una efficace contro narrazione. Sveglia.