Niente caccia alla lepre nel mese di settembre.
Il Tar Abruzzo ha parzialmente accolto il ricorso presentato dal Wwf contro il calendario venatorio regionale, in particolare contro la caccia di lepri, fagiani e quaglie.
Il tribunale amministrativo ha deciso di accogliere il ricorso nella parte che chiedeva di tutelare le lepri in quanto specie a rischio mentre lo ha rigettato nella parte che chiedeva la protezione di fagiani e quaglie, non avendo ravvisato esigenze cautelari particolari.
A darne notizia è lo stesso Wwf.
La nota del Wwf
"Abbiamo salvato dal massacro quasi centomila lepri!": è questo il commento a caldo del coordinatore regionale delle Guardie WWF, Claudio Allegrino, alla ordinanza emessa poche ore fa dal Tar in merito al calendario venatorio regionale.
Il Wwf aveva chiesto con il suo ricorso la sospensiva per impedire la caccia a settembre alle specie fagiano, quaglia e lepre. I giudici hanno sospeso la caccia alla lepre per il mese di settembre mentre per quaglia e fagiano hanno ritenuto di non esserci più esigenze cautelari: il calendario venatorio nella sua seconda versione si era infatti già parzialmente adeguato prevedendo il posticipo al 1 ottobre per queste ultime due specie nelle aree Natura 2000 (SIC e ZPS).
Il divieto di caccia alla lepre a settembre salverà potenzialmente 98.952 animali: sono stati cancellati infatti 7 giorni di attività venatoria in ciascuno dei quali ogni cacciatore (in Abruzzo secondo i dati Istat 2007 sono 14.136) avrebbe potuto ucciderne una. "Un risultato importante che si aggiunge – sottolinea il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio - agli altri già ottenuti in questi mesi grazie alle puntuali osservazioni presentate dalla nostra associazione e alle osservazioni dell'ISPRA, in parte recepite dalla Regione dopo la presentazione del ricorso del WWF redatto dall'avv. Michele Pezone. Bisogna per questo dare atto all'assessore Dino Pepe di essersi comportato da assessore alla caccia e non da assessore ai cacciatori, come taluni suoi predecessori, sforzandosi di varare un calendario almeno rispettoso delle norme di legge e del buon senso".
L'Ente regionale ha infatti emanato pochi giorni fa alcune modifiche migliorative al calendario venatorio con le quali ha ridotto il prelievo nei tempi e nei modi di molte specie cacciabili, accogliendo le prescrizioni dell'Ufficio Valutazione Impatto Ambientale (VINCA) della Regione Abruzzo. A queste vanno aggiunte alcune richieste del WWF pure accolte nella modifica del calendario venatorio come la restrizione del periodo di caccia alla beccaccia portata al 31 dicembre.
Dichiara Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia: "Vincere i ricorsi al TAR Abruzzo è oramai una prassi consolidata per il WWF e questo è dovuto non solo alla tenacia della nostra Associazione nel voler far rispettare le norme e i principi di tutela della fauna selvatica ma soprattutto alla nota e ormai cronica carenza di pianificazione faunistica della Regione. Cambiano i colori politici al governo ma purtroppo nella gestione venatoria i problemi restano immutati: mancanza del Piano Faunistico Regionale, Osservatorio Faunistico Regionale mai istituito, carenza di dati e di studi scientifici in grado di dimostrare la sostenibilità del prelievo, Comitati di Gestione degli ATC che spendono solo per ripopolamenti pronta-caccia. È ora di cambiare, anche per non far spendere inutilmente soldi ai contribuenti. La fauna, lo ricordiamo sempre, è un patrimonio indisponibile dello Stato, cioè di tutti i cittadini, non un trastullo per la piccola minoranza rappresentata dai cacciatori".
Per concludere, un appello del Wwf alla politica regionale: la manifestazione dei cacciatori abruzzesi dello scorso 6 settembre avvenuta a Pescara e che ha visto la partecipazione di meno di 50 cacciatori dovrebbe indurre i nostri amministratori pubblici ad avere meno timore di un mondo venatorio ormai in crisi generazionale e disgregato nelle sue diverse componenti associative.
La nota della Regione Abruzzo
Il Tar non ha 'sospeso' l'efficacia del calendario venatorio della Regione Abruzzo a seguito del ricorso presentato dal Wwf.
La caccia aprirà regolarmente domenica 16 settembre come previsto dal calendario venatorio approvato dalla Giunta regionale con il provvedimento n. 542 del 23/7/2018.
Le specie che potranno essere cacciate sono il fagiano, la quaglia, la tortora, il merlo, la cornacchia, la gazza e la ghiandaia alle quali si aggiungeranno dal 1 ottobre il cinghiale, la lepre, la volpe e la starna.
"Anche quest'anno siamo riusciti a ottenere un calendario venatorio, malgrado i tanti impedimenti che sembrano concentrarsi proprio nella nostra Regione - ha detto l'assessore alla caccia Dino Pepe -. Ringrazio gli uffici regionali, l'avvocatura e le associazioni venatorie che hanno supportato l'azione della Regione anche davanti al Tar".
Secondo l'Assessorato il lungo e tortuoso lavoro di concertazione con cacciatori, organizzazioni agricole, associazioni ambientaliste e Ispra, ha prodotto un calendario equilibrato, e congruente con gli obiettivi gestionali faunistici e rispettoso delle normative europee e nazionali e con l’ambiente.
"Con la ormai prossima approvazione del nuovo piano F.V. e il conseguente aggiornamento dei dati faunistici contenuti, l'Abruzzo sarà nelle condizioni di poter operare in queste materie con maggiore forza, ampliando anche i periodi cacciabili di talune specie, come il cinghiale, che ora appaiono più restrittivi".