L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è al centro di un caso che sarà presto sottoposto all'attenzione del governo. A sollevarlo Daniela Pantosti, per due anni direttore del Dipartimento Terremoti dell'Ingv, che lo scorso 5 settembre, in una missiva indirizzata al presidente, dg e cda dell’ente ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo di vertice. All'origine della decisione, il venir meno delle condizioni "per proseguire nel ruolo di direttore del Dipartimento Terremoti in modo sereno e utile all'ente".
Una motivazione scarna e generica che trova più ampia argomentazione in un'altra lettera inviata agli oltre 300 collaboratori e colleghi del Dipartimento Terremoti, in cui l'ex direttrice Pantosti, affermando come l'impossibilità di portare a compimento un rinnovamento dell'ente ispirato a principi di "collaborazione, inclusività, sinergia, semplificazione e apertura verso Università e società" l'abbiano indotta a congedarsi dall'incarico, getta pesanti ombre sull'istituto che fa capo al Dipartimento di protezione civile.
Nella programmazione di azioni volte a garantire trasparenza e condivisione nella progettazione di ricerca, denuncia l'ex direttrice, "pochissime delle scelte e delle decisioni del team di vertice dell’ente scaturivano da una visione generale condivisa e sinergica; quasi nulla era sviluppato in collaborazione, secondo principi di inclusione e di riconoscimento dei ruoli previsti dal nostro Statuto". Da qui il deterioramento "delle già difficili interazioni all’interno del dipartimento e di tutto l’ente" che avrebbe spinto la direttrice alle dimissioni.
Ma Pantosti rincara la dose, lanciando nei confronti dell'ente accuse di scarsa trasperenza, un "ingrediente essenziale -spiega l'ex direttrice ai sui colleghi- per il successo di un istituto come il nostro". Una posizione, per giunta, condivisa da molti dipendenti del Dipartimento, che avrebbero manifestato alla stessa dirigente "il loro malessere -si legge ancora nella lettere- nel dover lavorare all'interno di un sistema confuso, arrugginito, poco trasparente e non inclusivo, che mette in seria difficoltà la ricerca, riducendo l'entusiasmo e la produttività di chi la svolge". Affermazioni che non possono lasciare indifferenti se riferite a un ente pubblico di ricerca chiamato non solo a svolgere attività istituzionale di sorveglianza, monitoraggio, e diffusione della cultura scientifica nel campo delle geoscienze, ma anche preposto alla redazione di pareri tecnico-sceintifici in grado di influenzare la realizzazione delle grandi opere.
Da statuto, tra le competenze dell'Ingv figurano la redazione di pareri sulla valutazione del rischio sismico a favore di enti di ricerca pubblici e privati, pubbliche amministrazioni, enti locali e soggetti privati nonché la messa a punto servizi di consulenza per la realizzazione degli scenari di pericolosità. Per conto del Ministero dello Sviluppo Economico o di altri Ministeri, Regioni e Autonomie locali, l’Ingv può inoltre svolgere studi e fornire valutazioni relative ad attività industriali per quanto concerne le geoscienze. Il Miur, infine, si avvale dell’Ingv che realizza la partecipazione italiana alle Infrastrutture di Ricerca di livello e priorità pan-europee attraverso gli “European Research Infrastucture Consortium”.
Per questo le pesanti accuse lanciate dall'ex direttrice hanno spinto il senatore Nicola Morra a richiedere al viceministro Lorenzo Fioramonti con delega sugli enti di ricerca, un'audizione della dirigente per approfondire il caso.
Sulle dimissioni della direttrice sono intervenuti anche i vertici dell'ente che, in una lunga mail indirizzata al personale Ingv, hanno sostanzialmente respinto al mittente le accuse di mancanza di trasparenza e di condivisione nella progettazione delle attività di ricerca. "Non sappiamo sinceramente a cosa ci si riferisca, visto che non ci risulta nulla di tutto ciò -affermano Carlo Doglioni e Maria Siclari, rispettivamente presidente e direttrice generale Ingv- Affermare che vi sia mancanza di trasparenza è un’accusa difficilmente sostenibile, per non dire inaccettabile. Sfidiamo chiunque a documentare un’indisponibilità da parte nostra e del resto dei vertici dell’Istituto al colloquio, alla volontà di risolvere i problemi istituzionali e dei singoli e rendere di pubblico dominio le scelte effettuate nell'interesse e a difesa dell'Ente".
Pur ammettendo alcuni problemi dovuti a un riassetto organizzativo delle struttre che fanno capo all'Ingv (l'ente, al pari di altri enti di ricerca, è interessato da un riordino generale e sostanziale dettato dal Decreto legislativo del 25 novembre 2016 n.218) e a difficoltà legate alla stesura del piano assunzionale che generano una "confusione fisiologica, tipica di qualisasi struttura lavorativa che tenda a migliorarsi", i vertici dell'Ingv sottolineano come sia "stato quanto meno inopportuno generare questa situazione di disagio che tende inevitabilmente a indebolire l’INGV dentro e fuori, in un momento così delicato come quello delle stabilizzazioni".
"Vista l’impossibilità di far recedere Daniela Pantosti dalle dimissioni, l’urgenza della nomina del nuovo Direttore Rita Di Giovambattista - concludono i vertici Ingv- è stata dettata dalla necessità di porre immediatamente mano alla riforma triennale della convenzione DPC (Dipartimento protezione civile) che verrà siglata a fine anno".