E' stata disposta la revoca della concessione ventennale alla Xpress spa della gestione dell'aeroporto dei parchi di Preturo; la società calabrese avrà trenta giorni a partire da oggi per cessare ogni attività e riconsegnare il bene al Comune dell'Aquila. Finalmente, si è scritta così la parola fine su una vicenda grottesca.
Ad annunciarlo è stato l'assessore Carla Mannetti che ha tenuto una conferenza stampa con il dirigente del settore Domenico de Nardis e col funzionario Fabrizio De Carolis. “La nostra posizione politica era ben nota”, ha sottolineato Mannetti; “abbiamo sempre contestato la scelta della precedente Giunta comunale di dare una vocazione commerciale allo scalo di Preturo che, a nostro avviso, ha invece una naturale connotazione di aeroporto di Protezione civile. Tuttavia, l’iter appena concluso col provvedimento di revoca è stato lungo e faticoso, avviato già a settembre del 2017”.
Mannetti ha ricostruito le varie fase del procedimento, a partire dalla diffida inviata dal Comune dell’Aquila alla Xpress spa il 25 settembre di un anno fa affinché la società consegnasse una relazione sullo stato di attuazione del programma di intervento per l’annualità 2015/2016. “La società, però, si è sempre sottratta all’opera di rendicontazione e di concorso nella individuazione delle criticità che pure le spettava – ha aggiunto il dirigente de Nardis – tra inviti, diffide e minacce di revoca. Da parte nostra, abbiamo svolto un minuzioso lavoro procedimentale, secondo le previsioni delle norme amministrative, per informare la società delle cospicue situazioni di irregolarità in cui versava”.
Tra l’altro, nel corso di un sopralluogo che si è tenuto a giugno scorso, “abbiamo potuto ravvisare come lo scalo versasse in stato di totale abbandono”, ha ribadito Carla Mannetti; “la società concessionaria svolgeva una semplice attività di custodia e di assistenza all’aviazione generale, quando necessario”.
Dunque, si è proceduto alla revoca dell’affidamento ventennale. De Nardis ha chiarito come “la concessione prevedesse l’attivazione di voli commerciali: tuttavia, 6 anni dopo ci si ritrova con un aeroporto declassato da commerciale ad aviazione generale con una sostanziale inattività dello scalo; persino i voli turistici – ha tenuto a specificare il dirigente – sono diminuiti in modo spaventoso rispetto alla pur pessima gestione dell’Aeroclub dell’Aquila negli ultimi anni d'affidamento”. Altro tema corposo, “la società ha adibito una parte del sedime aeroportuale a discarica di rifiuti speciali: indipendentemente dai riflessi penalistici del processo in corso – ha proseguito de Nardis – il dato di fatto, obiettivo e rilevante, è che la Xpress spa, che aveva in custodia il compendio, ha consentito di immettere nello scalo rifiuti speciali, in maniera abusiva dal punto di vista ambientale e sconsiderata dal punto di vista della corretta gestione di un bene indisponibile del Comune dell’Aquila”. Inoltre, “era scaduta la cauzione di corretto adempimento che era stata pattuita: abbiamo rivolto apposita diffida a ricostituirla – sarebbe servita, ad esempio, anche per il recupero ambientale dell’area – ma la società è rimasta inadempiente anche su questo aspetto”.
De Nardis ha aggiunto che “la misura espulsiva” trova solido fondamento su due aspetti diversi e contestuali: la revoca, da una parte, per il venire meno della società rispetto alle obbligazioni assunte, e la decadenza dall’altra, per il mancato avviamento dello scalo al volo commerciale.
Ed ora? Il provvedimento assunto dal Comune dell’Aquila è esecutivo e, come detto, Xpress spa dovrà sospendere le attività e restituire il bene entro il 20 ottobre; tuttavia, il rischio è di un ricorso del concessionario al giudice amministrativo sebbene è difficile credere che possa essere concessa una sospensiva, stante la situazione descritta. Tra l’altro, il Comune dell’Aquila sta valutando di rivalersi sulla Xpress spa per il danno ambientale arrecato, e la convenzione appena risolta prevede delle penali, un tanto al giorno, per il mancato adempimento degli obblighi assunti. Insomma, ci saranno strascichi nei prossimi mesi. Altro aspetto che andrà valutato: l’assessore ha confermato a NewsTown che, agli atti, non risulta alcun inventario dei beni affidati in gestione del Comune al momento della convenzione e, dunque, si dovrà valutare se, nel frattempo, siano sparite apparecchiature o altro. Per dire: nella torre di controllo è stata rinvenuta soltanto una radio.
Intanto, il primo passo – obbligato - è stato fatto, per chiudere una vicenda che grida davvero vendetta, considerato pure l’esborso di soldi pubblici, oltre 600mila euro garantiti dal Comune dell’Aquila.
Per il futuro, Mannetti ha chiarito che, in questi mesi, sono stati presi accordi con Enac per le attività da porre in essere appena l’attuale concessionario restituirà l’aeroporto all’Ente. “Dovremo istruire un nuovo avviso per la futura gestione, così da individuare un nuovo gestore privato: nelle more, il Comune dell’Aquila si dovrà organizzare gestendo lo scalo in proprio, e l’ipotesi è di affidarlo in modo temporaneo ad una società partecipata, l’Asm o il Ctgs, se non entrambe”.
Va detto che rendere lo scalo un riferimento di Protezione civile non assicurerebbe comunque un futuro sostenibile all’aeroporto: in questo senso, Mannetti non ha chiuso le porte alla possibilità di restituire alla struttura l’antica vocazione di scuola di volo, come fu con la virtuosa gestione dello storico Aeroclub dell’Aquila - almeno fino all’assurdo commissariamento dell’associazione presieduta per decenni da Corrado Ruggeri - con lo scalo che era diventato un centro d’eccellenza per il volo a vela, per l’attività turistica e sportiva aeronautica, per il volo ultraleggero.
Un’ultima questione, politica, sull'interrogazione depositata nei giorni scorsi dal consigliere di maggioranza Giorgio De Matteis, espressione dello stesso partito dell’assessore e del sindaco, nel merito degli intendimenti dell’amministrazione per risolvere la spinosa vicenda dell’aeroporto. Sul punto, Mannetti è stata molto diplomatica: “il consigliere ha presentato una interrogazione, e ha fatto bene; sapeva che stavamo affrontando la questione, ma ci sollecitava sui tempi. Anche per questo, abbiamo accelerato. Ripeto, ha fatto bene: non è detto che le interrogazioni debbano essere prodotte soltanto dagli esponenti delle opposizioni”.