Tragedia in Sicilia.
La furia dell'acqua e del fango ha fatto 12 vittime in Sicilia, dieci in provincia di Palermo e due nell'agrigentino. Una casa nelle campagne di Casteldaccia, in contrada Dogali, è stata travolta dall'acqua che ha invaso le strade. Sono morti due bambini di 1 e 3 anni e un ragazzino di 15 anni. Nell'abitazione erano riuniti due nuclei familiari, per un totale di 12 persone: nonno, figli e nipotini sterminati dalla piena. Il padrone di casa, Giuseppe Giordano, e la nipote si erano allontanati dalla casa per una commissione poco prima della tragedia e si sono salvati. Dei dieci rimasti nell'abitazione c'è stato un unico sopravvissuto che si è salvato arrampicandosi su un albero. A causare la tragedia le forti piogge e l'esondazione del fiume Milicia: la casa è stata travolta da acqua e fango che non hanno lasciato scampo alle due famiglie.
"È una tragedia spaventosa, il Milicia è un piccolo fiume con una portata molto limitata d'acqua. Non ha mai rappresentato un pericolo e a Casteldaccia non è stata una giornata molto piovosa", ha detto Giovanni Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia. "Si tratta di un fiume che nasce nella zona di Ciminna, sembra che sia arrivata una improvvisa piena che ha sorpreso le persone all'interno della villetta", ha aggiunto il primo cittadino.
Tragedia anche a Vicari dove, dalla scorsa notte, erano partite le ricerche di due uomini su una jeep: uno di loro, Alessandro Scavone, 44 anni, è stato trovato morto dai vigili del fuoco. L'altro disperso, Salvatore D'Amato, 21 anni. è stato per fortuna trovato vivo. Scavone e D'Amato, di cui uno titolare del distributore di carburante del posto, erano andati a recuperare un terzo giovane che si trovava isolato presso lo stesso distributore e che si è salvato lanciandosi dal veicolo. Ricerche ancora in corso da parte di vigili del fuoco, polizia e carabinieri a Corleone di un medico, Giuseppe Liotta, 40 anni, che da Palermo, dove risiede, stava raggiungendo Corleone per prendere servizio nell'ospedale del paese. La sua macchina è stata ritrovata in un tratto di strada che va da Ficuzza a Corleone. Sarà utilizzato anche un drone per cercarlo.
Altri due morti nell'agrigentino. I vigili del fuoco stanno recuperando i corpi di due persone travolte con la propria auto da un torrente esondato nei pressi di Cammarata. Le vittime, di mezza età, sono originarie di Cammarata ma residenti in Germania da anni. La tragedia è avvenuta in contrada Sant'Onofrio.
Da sud a nord, in Veneto "la situazione è pesante, apocalittica, strade devastate, tralicci piegati come fuscelli". Parole del direttore del Dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli che ha incontrato, a Belluno, il presidente di Regione Veneto Luca Zaia, al termine del sopralluogo sulle zone colpite dal maltempo."Dobbiamo partire subito perché se dobbiamo attendere la conta dei danni ci attiveremo almeno tra due mesi. Abbiamo una sofferenza in tutta Italia, ma in questo territorio è molto più pesante".
Si sono registrati venti fino a 180 km orari nelle valli e dunque la devastazione è stata simile a quella della Liguria. "Chiederemo la dichiarazione dello stato di emergenza per le prime risorse - ha aggiunto Borrelli - Poi normative ed ordinanze per la gestione dei detriti e gestione delle procedure di appalto per i lavori di ripristino. Dopo agosto il coordinamento nazionale della protezione Civile si è riunito per modificare il codice degli appalti. Avevamo auspicato delle norme da impiegare nell' emergenza".
Dall'Abruzzo, è partita la Colonna Mobile della Protezione Civile verso le aree bellunesi. "Avevamo dato per tempo la nostra disponibilità alla Commissione speciale della Provincia autonoma di Trento, per portare soccorso alle popolazioni del bellunese colpite dagli effetti del maltempo", ha sottolineato il sottosegretario delegato Mario Mazzocca. Nello specifico, è stata attivata la Colonna Mobile Regionale "con 1 mezzo e 2 unità di personale della Protezione Civile, quali referenti, e in aggiunta 16 volontari preallarmati dalla Sala Operativa, un pulmino con 5 Volontari ANA Sezione Abruzzi (Squadra Alpinistica), 1 Camion con 2 mezzi 'mini Pala Meccanica' con 2 Volontari; un Camion con PLE (Piattaforma di Lavoro Elevabile) con 3 Volontari, 2 PickUp con 6 Volontari".
La situazione è drammatica anche in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia. Quattordici milioni di alberi sono stati distrutti dal maltempo e, dopo quella in Val di Fiemme, anche la seconda foresta per importanza per la presenza di abeti rossi dai quali si ricava il legno per realizzare gli Stradivari ha subito gravissimi danni: si tratta della Val Saisera, in frazione di Valbruna Malborghetto che si trova nella zona di Tarvisio (Udine), vicina al confine con l'Austria. "Il danno al patrimonio naturale è pesante con ferite che non si rimargineranno subito. Dopo quella di Stradivari è andata abbattuta anche un'altra foresta dei violini: la foresta della Val Saisera la seconda foresta dei violini colpita. Era l'estremo baluardo difensivo dell'Impero asburgico". Così Franco Polo, coordinatore delle Guide Ambientali Escursionistiche Aigae del Friuli Venezia Giulia che parla di intere valli isolate, "come la val Cellina, Val Vajont, Val Degano, l'alta Val Tagliamento, la zona di Sauris e dal Friuli la località turistica di Sappada per non parlare delle diverse frazioni isolate in un territorio di 300 km quadrati".
Le valli delle Dolomiti friulane zona Unesco sono inaccessibili per le frane. "Siamo dinanzi ad un danno di cui non abbiamo ancora coscienza", ha aggiunto Polo. "Ho visto interi versanti con schianto di alberi e penso all'inevitabile dissesto che ne seguirà. Il bosco del Pradut è praticamente al suolo. Inaccessibile anche il mitico campanile di Val Cimoliana". A conferma, arrivano i dati della Coldiretti e Federforeste che hanno spiegato come si sia compromesso l'equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane, mettendone a rischio la stabilità idrogeologica. Dalle stime emerge che a essere abbattuti sono stati soprattutto faggi e abeti bianchi e rossi nei boschi del Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli, dove ci vorrà almeno un secolo per tornare alla normalità.