Martedì, 04 Dicembre 2018 04:17

Progetto Case, l'odissea degli abitanti della piastra 16 di Cese

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Avevano già fatto i bagagli e chiuso gli scatoloni, quando il Comune, lo stesso Comune che aveva detto loro di prepararsi a lasciare le proprie abitazioni perché non più sicure, li ha stoppati.

Da circa due settimane, i residenti della piastra 16 del Progetto Case di Cese di Preturo – una ventina di famiglie – vivono in uno strano limbo.

L’amministrazione, ufficiosamente, li ha informati che da lì devono andare via, perché le palazzine nelle quali risiedono hanno dei problemi - cedimento dei pavimenti, infiltrazioni d’acqua, distaccamento del rivestimento esterno – che non le rendono più sicure.

Alle parole, però, non sono seguiti i fatti e soprattutto gli atti.

Il vecchio dirigente pro tempore, l’ingegner Lucio Nardis, da ieri sostituito da Mauro Bellucci, a seguito di una prima relazione tecnica che aveva certificato lo stato di usura in cui si trovavano gli edifici, aveva chiesto un’ulteriore perizia per valutare l’urgenza e la necessità di un intervento di messa in sicurezza.

Questa seconda relazione, però, non è ancora stata redatta. Il Comune ha anche rimosso le impalcature montate per abbattere i balconi dichiarati pericolanti quattro anni fa, a seguito del primo crollo, quando si scoprì che molte delle palazzine erano state realizzate con materiali scadenti o non a norma.

I balconi, le cui condizioni, nel frattempo, sono ulteriormente peggiorate, sono rimasti al loro posto (al contrario di quanto accaduto nella vicina piastra 17, dove invece la la rimozione è avvenuta) senza che l’amministrazione abbia adottato nuove misure di sicurezza (nemmeno il transennamento delle aree sottostanti).

Il risultato è che gli assegnatari continuano a vivere in case dove non si sentono al sicuro, nelle quali vige ancora il “divieto di affaccio”.

“La cosa peggiore” racconta un inquilino “oltre naturalmente al fatto di dover continuare a rimanere in appartamenti con mille problemi, è la mancanza di chiarezza da parte degli uffici comunali, che continuano a darci informazioni lacunose e contraddittorie. Ci hanno anche fatto compilare dei moduli dove abbiamo indicato in quali altri quartieri del Progetto Case preferivamo andare. Sembrava che fossero sul punto di trasferirci quando si è fermato tutto”.

Ultima modifica il Martedì, 04 Dicembre 2018 10:49

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