"Occorre una vision condivisa, presente e futura, della vocazione economica e del posizionamento competitivo nella sfida tra territori, identificando pochi e chiari obiettivi di sviluppo e disegnando strumenti e azioni coerenti, che costituiscano la base di un Piano Strategico (mission), che con competenza e responsabilità non affidi al caso ruoli, relazioni e governance delle rappresentanze istituzionali, chiamate a rappresentarle nel pieno degli interessi generali e non certamente con iniziative prettamente personalistiche. Ciò che si apprende ormai da qualche tempo, e non è un caso limite, nella Camera di commercio dell'Aquila, ha dell'inverosimile, tanto più trattandosi di un ente pubblico che, come tale, non può essere gestito in forma privatistica".
E' quanto dichiara il direttore della Cna della provincia dell'Aquila, Agostino Del Re, ex vice presidente dell'ente camerale aquilano.
"Lo stallo dell'attività a sostegno delle imprese, del territorio e dello sviluppo dello stesso, da parte dell'ente camerale, è evidente. Chi riveste cariche pubbliche, deve esercitare il ruolo che gli è stato assegnato e operare con correttezza, legalità e trasparenza", afferma Del Re, "assumendosi le responsabilità del proprio operato".
"In qualità di ex vice presidente della Camera, non possono non rilevare", sottolinea Del Re, "come nell'ultimo anno, alla Camera di commercio dell'Aquila si sia manifestata un'evidente carenza di iniziative a sostegno delle imprese, assenza di partecipazione dei massimi livelli ai tavoli di concertazione, alla mobilitazione per la sospensione delle tasse che le aziende sono chiamate a versare".
"Non solo: carenza di partecipazione allo sviluppo economico del territorio, in un momento di grande sofferenza per le imprese, che necessitano di sostegno e accompagnamento per creare nuove opportunità di attrazione di investimenti e stimoli allo sviluppo, in un'ottica non localistica, ma in una visione più ampia di territorio".
Del Re invita, tra l'altro, a "procedere con determinazione alla fusione con la Camera di commercio teramana: un processo partito oltre due anni fa, i cui tempi si stanno allungando immotivatamente a dismisura. La nascita, in chiave operativa, della Camera di commercio del Gran Sasso d'Italia è una grande opportunità per il nostro tessuto imprenditoriale, anche alla luce della discrasia tra i due enti: la camera teramana procede a ritmi serrati, come reso noto attraverso i mass media, basti pensare al milione di euro di finanziamenti erogati alle imprese con importanti ricadute anche sull'indotto. Uno stallo, invece, quello dell'ente aquilano che deve essere immediatamente superato, nell'interesse della crescita economica del territorio", incalza Del Re, "dando seguito alla fusione con Teramo".
Il direttore della Cna parla, poi, di "cadute di stile di cui l'ente camerale aquilano è stato protagonista, negli ultimi tempi: il mancato rispetto degli impegni economici, denunciato dai pastori, per i rimborsi promessi nell'ambito della Rassegna ovini, il mancato impegno per l'organizzazione dell'evento, l'estate scorsa. Altro elemento di forte perplessità, è rappresentato dalle ultime scelte operate: è il caso dei due bandi per l'istallazione e la comunicazione e promozione delle luminarie, espletati, parrebbe", evidenzia Del Re, "con affidamento diretto ad una sola ditta, per un importo elevatissimo, e senza una preventiva analisi di mercato. Un dato preoccupante, evidenziato anche da alcuni componenti del consiglio camerale, che dovrebbe essere la sede deputata alle scelte di indirizzo della Camera di commercio, ma in cui la maggior parte delle proposte non vengono neppure portate. Segno", conclude Del Re, "di una gestione accentratrice, in cui gli organismi decisionali della Camera di commercio non vengono coinvolti, né presi in considerazione".