Richiesta di rinvio a giudizio per l'ex governatore di Regione Abruzzo, il senatore del Partito Democratico Luciano D'Alfonso.
A firmarla, il procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini che, nell'ambito dell'inchiesta relativa al caso 'PescaraPorto', hanno chiesto il processo per altre quattro persone: l'ex segretario dell'ufficio di presidenza del governatore Claudio Ruffini, l'avvocato Giuliano Milia, il dirigente del Comune di Pescara Guido Dezio e il dirigente del Genio civile Vittorio Di Biase.
La vicenda ruota attorno alla variazione della destazione d'uso, da uffici ad alberghi e residenze, di due dei tre edifici che avrebbero dovuto essere costruiti nei pressi dell'ex Edison, sul lungomare di Pescara, accanto all'ex Cofa, dalla 'PescaraPorto', intestata alle società Viana, di cui sono azionisti i costruttori Andrea e Luca Mammarella, e Uropa, di cui sono soci Ugo, Roberto e Paola Milia, figli di Giuliano Milia, legale di fiducia dello stesso D'Alfonso. Il Genio civile, secondo la Procura, avrebbe prima evidenziato la "situazione di potenziale pericolo" nell'area interessata dall'intervento edilizio, chiedendo a Comune e Autorità di bacino "di verificare regolarità e compatibilità idraulica delle attività" e poi avrebbe dato parere favorevole, con un documento sottoscritto da Di Biase, ma non dall'altro dirigente del Genio civile che si rifiutò di firmare.
Alla base del mutato orientamento dell'ente, a giudizio dell'accusa, ci sarebbero le pressioni esercitate indirettamente da Di Biase, che avrebbe redatto il parere favorevole sulla falsariga di una minuta scritta da Milia.