Supera i 6 milioni di euro il tesoretto che l’Acri, l’Associazione italiana delle Fondazioni Bancarie e delle Casse di Risparmio, ha messo a disposizione dell’Aquila, tramite le sue associate, dopo il terremoto.
I soldi raccolti sono serviti a finanziare diversi progetti legati alla ricostruzione ma anche a sostenere le piccole attività economiche - i commercianti, gli artigiani, gli agricoltori - che volevano ripartire dopo aver perso tutto ma non avevano garanzie da offrire alle banche per ottenere nuovi prestiti.
La positiva esperienza dell’Aquila ha spinto l’Acri a dar vita a un fondo nazionale (ribattezzato Fondo nazionale iniziative comuni) che ha lo scopo di raccogliere, in maniera sistematica e non episodica, risorse da destinare alle popolazioni e ai comuni colpiti da calamità naturali.
Gli importi annuali di contribuzione al Fondo - che è intervenuto nei terremoti successivi a quello dell'Aquila, dall'Emilia al Centro Italia - sono determinati sulla base di una percentuale dell’Avanzo di gestione al netto degli accantonamenti a riserva patrimoniale o a copertura di disavanzi pregressi.
I risultati ottenuti dall’Acri sono stati illustrati in un evento organizzato dalla Fondazione Carispaq dal titolo “L’Acri e le Fondazioni di origine bancaria al fianco delle popolazioni colpite dal sisma”.
L’incontro ha visto la partecipazione del Presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, del Presidente della Fondazione Carispaq, Marco Fanfani, e del Presidente dell’Assemblea dei Soci, Fabrizio Politi.
Tanti, come si diceva, i settori in cui l’Acri è intervenuta: dalla tutela del patrimonio culturale con il restauro di monumenti (Porta Napoli, soffitto ligneo S. Bernardino, chiesa della Madonna fore) alle iniziative volte a favorire la ripresa delle attività economiche e del sistema dell’alta formazione; dal sostegno alle istituzioni culturali all’aiuto alle realtà sportive dilettantistiche del territorio aquilano, nell’ottica di favorire la ricucitura del tessuto sociale e i momenti di aggregazione.
Durante l’incontro il presidente di Acri Giuseppe Guzzetti ha ricordato la nascita dell’intervento delle fondazioni di origine bancaria per L’Aquila: “Ci attivammo subito per far sentire la vicinanza del nostro sistema alla popolazione aquilana colpita da una tragedia così profonda. Fu raccolta un’importante somma che nei mesi e negli anni successivi fu destinata ad una serie di interventi che andassero a sostenere la cultura, l’economia, il sociale. Fu deciso però che le scelte di destinazione di quella donazione dovessero arrivare dalla Fondazione del territorio, ed in questo caso la Fondazione Carispaq, che più di ogni altra conosceva la situazione. Certo quelle scelte sono state poi condivise con l’Acri e il nostro sistema; ma mi piace sottolineare che le decisioni prese arrivarono dal territorio e andarono, come oggi, abbiamo potuto constatare, nella direzione di dare l’avvio alla rinascita”.
“In questi anni" ha concluso il Presidente della Fondazione Carispaq Marco Fanfani "sono stati tanti i progetti realizzati e tante le iniziative organizzate per far ripartire il tessuto socio economico del nostro territorio. Inoltre, nel mese di settembre scorso siamo tornati nella nostra sede a Palazzo dei Combattenti, un rientro in centro storico che è simbolo sia del processo di ricostruzione post sisma, al quale la Fondazione partecipa attivamente, sia del necessario legame che si è inteso istaurato con il tessuto sociale. In questo senso, la Fondazione Carispaq continua ad essere vicina alle esigenze della comunità sostenendo le idee e i progetti per lo sviluppo futuro del nostra territorio”.