"Il Coordinamento C.Re.S.Co Abruzzo esprime profonda amarezza per la reiterazione di scelte politiche scellerate che non garantiscono pari opportunità, nel rispetto delle differenze, a tutte le realtà dello spettacolo dal vivo escludendo ancora una volta gli organismi indipendenti dai finanziamenti regionali". In un comunicato stampa, il C.Re.S.Co Abruzzo (coordinamento di realtà della scena contemporanea che comprende 13 compagnie e oltre 70 operatori del settore), torna ad attaccare il governo regionale, colpevole di aver totalmente escluso gli organismi indipendenti dai finanziamenti per l’anno 2014.
"In sede di discussione della finanziaria – continua la nota – il Consiglio regionale ha approvato un maxiemendamento presentato dalla maggioranza con il quale vengono stanziati per la cultura 2 milioni di euro ripartiti tra le leggi 88, 98, 5, 15, escludendo la L.R. 56/1993 (emendata nel mese di ottobre 2013) che, al momento, è l’unica rivolta alle realtà indipendenti escluse dalle suddette leggi". In sostanza, se da un lato il bilancio regionale approvato il 30 dicembre scorso prevede lo stanziamento di notevoli risorse a favore delle istituzioni culturali abruzzesi, in particolare l’Istituzione Sinfonica Abruzzese e il Teatro Stabile d'Abruzzo (TSA), dall’altro lascia interamente a bocca asciutta tutte le realtà teatrali indipendenti, mettendo, così, a rischio il lavoro di tutti gli operatori del settore.
Viene, dunque, chiesto alla Regione di ripensare alla scelta fatta apportando una variazione al bilancio finalizzata al rifinanziamento della Legge Regionale 56/1993, che consentirebbe alle realtà indipendenti di avere un sostegno transitorio.
La decisione del consiglio regionale arriva dopo numerosi tentativi, portati avanti dalle compagnie riunite nel Coordinamento degli operatori della scena contemporanea, di migliorare la legislazione regionale in materia di spettacolo, ritenuta iniqua e non rispondente alle esigenze della realtà attuale. Già nell’aprile del 2013, il C.Re.S.Co Abruzzo ha avviato, a tale scopo, un dialogo con la Regione, e dopo una serie di incontri pubblici e istituzionali, è stato riconosciuto dalla Conferenza dei Capigruppo della Regione “interlocutore” per quanto concerne le nuove proposte legislative in materia culturale.
Gli aspetti maggiormente contestati della normativa vigente che regolamenta il settore teatrale in Abruzzo riguardano il suo carattere nominativo: gli organismi sono, cioè, elencati nel testo stesso delle leggi e finanziati nominalmente, non consentendo in questo modo nuovi accessi. Questo avrebbe creato, negli anni, enormi squilibri nel mercato delle produzioni, a discapito delle piccole realtà indipendenti.
Per ora nessun segnale positivo è arrivato dalle istituzioni. Anzi. I tagli confermano la totale chiusura della Regione, rispetto alle proposte avanzate nel senso di un riordino dell’intero settore da parte del C.Re.S.Co. A rendere ancora più complicata la situazione è stato il disegno di legge presentato da Giorgio De Matteis che prevede la fusione di due enti (TSA e L'Uovo) e ritenuta ancora più selettiva – a favore delle grandi istituzioni abruzzesi – di quella attualmente vigente.