Una quindicina di attivisti 'anarchici' hanno occupato stamane la sala Rivera di Palazzo Fibbioni, sede istituzionale del Comune dell'Aquila.
Lo hanno fatto per 'accendere la luce' sullo sciopero della fame avviato il 29 maggio scorso da due detenute nella sezione 'AS2' del carcere 'Costarelle' di Preturo. "Silvia ed Anna sono in carcere per aver lottato contro un esistente fatto di sfruttamento, esclusione, guerre, controllo ed oppressione. Da quando ad aprile sono state trasferito all'Aquila, vivono condizioni durissime. La maggior parte delle persone lì detenute sono sottoposte alle violenze quotidiane del regime di 41bis e, quindi, chi gestisce il carcere, ha pensato bene di applicare un trattamento simile nei loro confronti", hanno spiegato. Le due detenute "hanno puntato i piedi davanti alle restrizioni arbitrarie che volevano imporle, 'guadagnando' così decine di rapporti ma riuscendo anche ad allentare il controllo soffocante".
In sostanza, nel carcere dell'Aquila dovrebbero essere detenute esclusivamente persone sottoposte al regime del 41bis per il quale è previsto un particolare trattamento; da oltre un anno, però, è stata creata una sezione femminile di AS2 (Alta Sicurezza 2) dove sono detenute Silvia e Anna che avrebbero il pieno diritto ad un trattamento diverso dalle persone sottoposte al 41bis. Purtroppo, l’Istituto non è in grado di assicurare tale trattamento e, di fatto, le detenute stanno subendo una carcerazione peggiore rispetto a quella cui dovrebbero essere sottoposte.
Gli attivisti sono riusciti, tra l'altro, a salire sulla gru posta al fianco della Cattedrale di San Massimo in Piazza Duomo esponendo un lungo striscione con su scritto: "Chiudere la AS2 di L'Aquila".
Silvia ed Anna - scrivono anarchici e anarchiche - non sono sole nella lotta: dentro le carceri di Ferrara, Alessandria, Firenze e Lucca "altri compagni hanno iniziato lo sciopero della fame a sostegno delle loro rivendicazioni; fuori ci siamo noi, con la responsabilità di rendere forte e chiara la loro volontà".
Che cosa chiedono dunque gli attivisti che hanno deciso di occupare simbolicamente la Sala Rivera? "Pretendiamo che le due compagne vengano trasferite e che la sezione 'AS2' nella quale sono detenute, peraltro ricavata da una vecchia e fatiscente sezione del regime 41bis, venga chiusa per sempre".
Anna Beniamino, 46 anni, è stata fermata dalla Digos a Soriano nel Cimino l’anno scorso, nell’ambito dell’operazione “Scripta Manent”. Titolare di un negozio di tatuaggi a Torino, è tra i fondatori della Federazione anarchica informale. La sera del 6 settembre 2018, quando la polizia ha eseguito l’arresto, Anna si trovava a casa di Stefano del Moro e Claudia Cospito, indagati per l’appartenenza alla stessa associazione. Sono il cognato e la sorella di Alfredo Cospito, il suo compagno. Insieme a lei e Cospito sono state arrestate, in tutta Italia, altre cinque persone. Otto gli indagati in totale. A tutti è contestato il reato di associazione finalizzata al terrorismo, per una serie di pacchi bomba, plichi incendiari, opuscoli e attentati, tra cui quello del 5 marzo 2007 nella zona pedonale del quartiere Crocetta di Torino: tre bombe esplosero accanto a dei cassonetti.
Silvia Ruggeri, invece, è stata arrestata in occasione dello sgombero dell'Asilo di Torino, occupato dal 1995.
Le parole di Silvia e Anna: "Ci troviamo da quasi due mesi rinchiuse nella sezione 'AS2'; oramai sono note, qui e fuori, le condizioni detentive frutto di un regolamento in odore di 41bis ammorbidito. Siamo convinte che nessun miglioramento possa e voglia essere richiesto, non solo per questioni oggettive e strutturali della sezione gialla (ex 41bis). L'intero carcere è destinato quasi esclusivamente al 41bis, per cui allargare un poco le maglie del regolamento di sezione ci pare di cattivo gusto e impraticabile, date le ancor più pesanti condizioni subite a pochi passi da qui. Non possiamo non pensare a quante e quanti si battono da anni, accumulando rapporti e processi penali. A questo si aggiunge il maldestro tentativo del DAP di far quadrare i conti istituendo una sezione mista anarco-islamista, che si è concretizzata in un ulteriore divieto d'incontro nella sezione stessa, con un isolamento che perdura. Esistono condizioni di detenzione, comune o speciale, ancora peggiori di quelle aquilane. Questo non è un buon motivo per non opporci a ciò che ci impongono qui. Noi di questo pane non ne mangeremo più".
Pezzopane a Bonafede: "Situazione grave"
Sulla vicenda, la deputata del Pd Stefania Pezzopane ha presentato una interrogazione urgente al ministro Alfonso Bonafede.
"La situazione delle due donne detenute nel reparto di massima sicurezza del carcere dell'Aquila sembra essere preoccupante e ritengo vada verificata con urgenza. Conosco l'impegno costante e quotidiano del personale di polizia penitenziaria e di tutta la struttura operativa a Costarelle, fanno ogni giorno il massimo, considerando anche l'insufficienza degli organici. Le notizie che arrivano sulle due detenute non sono positive. Cosa sta succedendo? Ho pertanto presentato una interrogazione al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per chiedere un suo immediato intervento."
La parlamentare abruzzese del Pd ha chiesto inoltre al ministro Bonafede di "verificare se la condizione di isolamento prevista dallo statuto carcerario non sia in contrasto con principi costituzionalmente sanciti e con i più elementari diritti umani e come intenda risolvere una situazione così pericolosa visto che le due donne sono già al diciasettesimo giorno di sciopero totale della fame. "