Le mortadelle di Campotosto, il caciofiore aquilano e il pecorino di Farindola, ma anche la roveia e le lenticchie dei Sibillini, il pecorino Amatriciano e i salumi di Norcia rappresentate da una delegazione di imprenditori agricoli che hanno lasciato le campagne di Umbria, Lazio e Marche per venire nella città simbolo del sisma a far assaggiare le specialità salvate dal terremoto insieme agli agricoltori abruzzesi.
E' un mercato della rinascita, della solidarietà e del riscatto quello che questa mattina ha aperto i battenti in piazza del Duomo a L'Aquila per la prima giornata di L'Aquila made in italy, la manifestazione promossa da Coldiretti Abruzzo per focalizzare l'attenzione sulle opportunità collegate al cibo made in Italy. Ben settanta aziende con le produzioni tipiche e rigorosamente a chilometro zero, un angolo dedicato alla cucina con L'Amatriciana degli agrichef di Campagna amica, lo street food con cibo da strada "cento per cento italiano" nelle gustose forme di patatine, pesce fritto, medaglioni di bovino, arrosticini abruzzesi e olive all'ascolana direttamente dalle Marche. Un modo per conoscere i contadini in un luogo insolito e toccare con mano la grande forza di scatto e di volontà di una agricoltura che ha subito le conseguenze del terremoto ma non si arrende.
Tanti acquisti il primo giorno ma anche tanta curiosità per l'enoteca con i vini regionali curati dal Consorzio di tutela Vini d'Abruzzo e l'oleoteca con i monovarietali più ricercati a cura dell'Abruzzo oleum, per i laboratori del gusto con dimostrazioni di panificazione e caseificazione e per i laboratori didattici con percorsi sensoriali riservati ai più piccoli, indovinelli e i giochi di una volta insegnati una volta nelle campagne.
Dai piedini coraggiosi alla scoperta del grano al gettonato gioco degli "agenti di vino" mirato a far comprendere meglio la geografia dei vitigni del sisma, dalla preparazione di pon pon in cotone alle "mani in pasta" dei piccoli cuochi in erba. Molto gettonata anche la parte convegnistica da cui sono emersi spunti di riflessione sul dopo sisma. Nell'evento inaugurale, aperto con l'inno di Mameli cantato dagli aquilani Alberto Martinelli (tenore) e Ylenia Scimia (soprano), si sono susseguiti l'introduzione del direttore Giulio Federici e gli interventi del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, del vicesindaco Raffaele Daniele, del presidente regionale di Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio e del vicepresidente nazionale David Granieri, che è anche presidente di Coldiretti Lazio, e del medico aquilano Romeo Pulsoni.
"Purtroppo nelle regioni terremotate è ancora lontano il ritorno alla normalità - ha evidenziato il vicepresidente nazionale di Coldiretti David Granieri - Una situazione che non ha però scoraggiato la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità". Lo dimostra il fatto – rileva la Coldiretti – che sulle tavole rimangono le mortadelle di Campotosto, il pecorino amatriciano e quello di Farindola, il caciofiore aquilano per l'Abruzzo, ma anche il ciauscolo marchigiano, il pecorino dei Sibillini e le tante altre specialità del territorio colpito da sisma come lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la cicerchia.
Centinaia le persone al convegno "Il valore del made in Italy per una ricostruzione di valore", moderato da Monica Pelliccione de Il Centro subito dopo l'evento inaugurale, con gli interventi dei presidenti delle Coldiretti Umbria (Albano Agabiti), Lazio (David Granieri), Marche (Maria Letizia Gardoni) e Abruzzo (Silvano Di Primio), di Romeo Pulsoni che ha raccontato la sua esperienza di medico in occasione del primo sisma soffermandosi sul valore del cibo in termini sociali e di prossimità, dell'assessore regionale alle politiche agricole Emanuele Imprudente, che ha evidenziato quanto si deve ancora fare e dovrà essere fatto per dare risposte certe a chi fa economia. E per finire anche la visita del presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, che, a margine di un incontro istituzionale in città, ha portato un saluto al convegno e ha visitato il mercato di Campagna Amica e i laboratori per bambini.
"Sono trascorsi dieci anni dal terremoto – dice il presidente della Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio – ma tanto c'è ancora da fare. L'Abruzzo è una terra segnata da due terremoti ma dalle campagne, e con questa manifestazione lo stiamo dimostrando, c'è una forte voglia di rinascita e di riscatto. L'agroalimentare, nelle sue forme più svariate, può essere una opportunità di sviluppo che va sostenuta dalle istituzioni con norme, provvedimenti e un forte senso di responsabilità perché le difficoltà sono ancora tante e vanno superate in una ottica di strategia e pianificazione complessiva".
Il messaggio di Marco Marsilio
"Grazie di aver voluto associare in questa bella piazza del mercato, il duro lavoro dei nostri coltivatori con la rinascita della nostra terra, portando nel cuore della città, come avveniva in passato, i prodotti della terra". Con queste parole il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio ha salutato questa mattina all'Aquila l'iniziativa di Coldiretti Abruzzo "L'Aquila, Made in Italy – Valori e Progetti 10 anni dopo il Sisma".
Alla cerimonia di apertura ha partecipato anche l'assessore con delega all'agricoltura, Emanuele Imprudente.
"Fra non molto tempo" ha proseguito, "questa piazza del mercato tornerà a riappropriarsi della sua funzione di luogo di incontro e di scambio e il centro storico tornerà ad essere compitamente e pienamente vissuto dai suoi abitanti, facendo tornare, il suo volto, a splendere in maniera definitiva, come già splendono i palazzi restaurati su questo mix affascinante costituito da una città antica, ma che sembra costruita ieri nei palazzi appena restaurati".
"Noi dobbiamo unire a questo processo di ricrescita e di rinascita anche la tutela delle nostre filiere agricole e dei nostri prodotti". "Come Regione Abruzzo noi siamo impegnati ad investire su questo tema: il nostro assessore Imprudente sta facendo un grande lavoro per impedire che i tagli del passato possano produrre un danno, facendoci perdere risorse soprattutto sui fondi europei". "Stiamo lavorando per riallinearci con le tempistiche giuste e abbiamo bisogno anche dell'aiuto delle associazioni per arrivare a questo risultato e per programmare il prossimo ciclo in maniera migliore e sicuramente diversa da quello che è accaduto nel recente passato; anche perché la competitività nel settore dell'agricoltura è strettamente legata alla sua capacità di fare innovazione e di investire".
Parlando della produzione agricola abruzzese, Marsilio ha detto che il settore non può essere competitivo sui grandi numeri perché non è in condizione di produrre grandi quantità, ma sicuramente deve e può lavorare sulla qualità e sui prodotti di nicchia: "in ogni vallata, in ogni paese del nostro Abruzzo c'è un prodotto diverso, con un modo diverso di coltivare, di produrre, di vendere e di cucinare quel prodotto: noi dobbiamo saper valorizzare questa diversità, ben sapendo che gli equilibri sono delicati perché la frammentazione rischia di creare troppe debolezze se non viene contrastata dalla capacità di fare rete, che diventa a sua volta un valore".
"Questo è il lavoro che già sta impegnando i nostri uffici" ha affermato il Presidente della Regione, "che può far fare un salto in avanti alla nostra agricoltura". Parlando del rapporto tra innovazione e tradizione, Marsilio ha detto che all'Aquila questa sinergia assume un rapporto fortemente simbolico, in ragione della vocazione di questa città che ha molto investito sul tema della innovazione: "quando 10 anni fa L'Aquila si è interrogata sulle prospettive da porsi per il proprio futuro, ha investito sull'innovazione e lo ha fatto attraverso le scuole di alta formazione che si sono insediate e attraverso alcune tipologie di industrie che puntano sulla sperimentazione; realtà che fanno di questa città, la frontiera avanzata della ricerca tecnologica e scientifica, pur essendo una città nata oltre 7 secoli fa".
L'auspicio del presidente Marsilio è che la medesima sinergia tra tradizione innovazione, venga replicata anche nel settore della produzione agricola: il settore primario che conta in Abruzzo oltre 20 mila addetti che lavorano in maniera diretta nell'agricoltura, oltre a molti altri che lavorano nell'indotto. Questa forza produttiva ed economica si deve unire con la grande energia culturale e sociale che da sempre ha saputo ben rappresentare Coldiretti: "una associazione di lavoratori che non si limitano a produrre e a vendere i prodotti della terra, ma anche ad unire a questa attività la loro consapevolezza di ricerca culturale e di trasmissione di identità e di memoria".